A un metro da te non è tratto da una storia vera, ma si è avvalso della consulenza di diverse persone che hanno avuto a che fare con la malattia raccontata nel film, come il documentarista Justin Baldoni e Claire Wineland, una ragazza affetta dalla fibrosi cistica. Gli eventi che vengono narrati all’interno della trama sono inventati totalmente, ma le sensazioni e le emozioni provate dai protagonisti sono quanto più veritiere possibili. Infatti la storia ha una genesi particolare.
Si può dire che è iniziato tutto quando Tobias Iaconis e Mikki Daughtry hanno scritto la sceneggiatura di un’opera che fosse incentrata sulla fibrosi cistica e l’hanno venduta a CBS Films. Il progetto viene assegnato a Justin Baldoni, regista alle prime armi con i lungometraggi fiction, ma esperto nell’ambito della malattia. Questo perché aveva diretto un documentario dal titolo My Last Days che voleva esplorare proprio queste particolari situazioni. Durante la lavorazione di A un metro da te viene contattata Claire Wineland, una influencer e youtuber, in modo che potesse fare da consulente e aiutare a delineare le dinamiche tra i personaggi nel modo più realistico possibile. La ragazza era, infatti, affetta proprio da fibrosi cistica e ha dato un grande contributo alla costruzione del rapporto tra i protagonisti della pellicola. Purtroppo non ha potuto vedere ultimato il lavoro essendo deceduta poco dopo la fine delle riprese. A lei è dedicato il film.
Sebbene vari membri della comunità di medici e pazienti abbia criticato alcuni aspetti della storia, A un metro da te ha riscosso un considerevole successo. Poco prima dell’uscita nelle sale ne è stato tratto un romanzo dalla scrittrice Rachel Lippincott.