La star di Ferrari, Adam Driver, ha spiegato non ha potuto guidare le auto d’epoca che vediamo nel film, e il motivo è legato a questioni assicurative. Anche Patrick Dempsey, con lui nel cast del film di Michael Mann si è detto intimorito dalla possibilità di guidare queste automobili da collezione.
“Guidare queste auto storiche mi faceva paura e non ho potuto guidarla per questioni assicurative, nessuno voleva che le toccassi. Non sono io che guido. Non si fidano mai di me con questi strumenti, si fidano di me per i panini.” – ha spiegato Driver (nomen omen, verrebbe da dire!) confermando che le vetture che si vedono nella pellicola su Enzo Ferrari sono guidate da altre persone.
Gli ha fatto eco Dempsey, che alla Mostra del Cinema di Venezia ha dichiarato: “Ho avuto molto paura a guidare una macchina di questo tipo. Mi ha fatto sentire qual era il rischio che affrontavano le persone che correvano in queste gare. Inoltre, mi ha sempre affascinato questo momento della storia dello sport, e quando ho letto la sceneggiatura ho pensato fosse la migliore che avessi mai letto sul tema. Sono io che ho cercato Mann perché volevo una parte, qualsiasi parte.”
“Per me una delle cose più importanti è stato capire la mentalità di un pilota di quegli anni, soprattutto quello di non poter mai perdere la concentrazione e di riuscire a prendere decisioni senza pensarci troppo.” – ha proseguito Driver, che nel film di Mann interpreta Enzo Ferrari.
“Anche io ho gareggiato in passato, non da professionista, e due cose mi erano chiare: ci si concentra su un obiettivo e tutto il resto svanisce. E poi volevo che lo spettatore sentisse cosa vuol dire guidare questo tipo di macchina negli anni ’50” – ha aggiunto Mann.
Infine, Adam Driver ha speso due parole per parlare della sua presenza alla Mostra del Cinema di Venezia, nonostante lo sciopero degli attori americani. “Sono contento di essere qui per dare il mio appoggio a questo film, lo sforzo di tutto il cast mi ha reso lieto. Rappresento un film che non fa parte del sindacato, questo accordo che consente ai film indipendenti di partecipare è un modo per cercare di tamponare un po’ le cose. è importante capire questo accordo ad interim e, io sono qui per essere solidale con loro (quelli che scioperano) e dimostrare che dipende tutto dalla persona con cui si fa il film. “