«Il napoletano si abbandona ai sentimenti e nello stesso tempo se ne ritrae, ha un sistema verbale che vi fa aderire a qualche cosa completamente e nello stesso, nel momento in cui vi convince che vi sta aderendo, si sta già allontanando»: lo diceva Toni Servillo in una bella conversazione col critico Gianfranco Capitta, riportata nel volumetto Interpretazione e creatività (Laterza, 2008), che racconta il mestiere dell’attore spaziando tra la cultura popolare, la letteratura e, naturalmente, la grande tradizione teatrale della città di Napoli.
Teatro, attori e libri: sono termini ricorrenti in questa selezione – assolutamente non esaustiva – dei migliori film ambientati a Napoli, che presentiamo in ordine cronologico, dal più vecchio al più recente, perché la storia del cinema made in Napoli è appassionante tanto quanto quelle raccontate nei singoli film.
1. Catene (1949)
Tra i generi che nel dopoguerra caratterizzano la produzione cinematografica italiana c’è il melodramma strappalacrime, che qualche decennio dopo sarà ribattezzato neorealismo d’appendice: passioni, ingiustizie e forti sentimenti animano personaggi in cui gli spettatori si riconoscono con entusiasmo.
Il regista-simbolo del fortunato filone è Raffaello Matarazzo, e il suo Catene è il primo titolo dell’ideale trilogia completata poi da Tormento (1950) e I figli di nessuno (1951): a Napoli, una coppia apparentemente felice entra in crisi quando lei rincontra un vecchio amore. Catene viene accolto con grande favore dal pubblico (incassa all’epoca oltre 700 milioni di lire), lancia la coppia Amedeo Nazzari-Yvonne Sanson ed è candidato all’Oscar per il miglior film straniero. Chi vuole riscoprirlo, lo trova disponibile per il noleggio su Apple TV.
2. Miseria e nobiltà (1954)
Tra i padri del teatro napoletano e della cultura partenopea tutta, c’è l’attore e commediografo Eduardo Scarpetta: tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, Scarpetta inventa un modo nuovo di praticare l’arte del palcoscenico, dove la tipizzazione della maschera cede gradualmente il passo all’individualità del personaggio e all’interpretazione del singolo attore. Sono firmati da lui testi ancora oggi amatissimi come Miseria e nobiltà e Il medico dei pazzi.
In una selezione di film ambientati a Napoli non può mancare la più celebre versione cinematografica di Miseria e nobiltà, quella diretta nel 1954 da Mario Mattioli, con Totò che fa suo il personaggio di Felice Sciosciammocca. Il film è in streaming gratuito su RaiPlay.
Per chi vuole approfondire: un capitolo importante della vita di Scarpetta, quello della denuncia per plagio ricevuta per la parodia di un testo di Gabriele D’Annunzio, è stato raccontato qualche anno fa in Qui rido io di Mario Martone.
3. L’oro di Napoli (1954)
Film a episodi basato sull’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta che Cesare Zavattini adatta per il grande schermo, L’oro di Napoli nasce dalla volontà di Vittorio De Sica di «ritrarre Napoli in sintesi e i napoletani in modo analitico».
I protagonisti dei sei episodi non hanno bisogno di presentazioni: Totò per Il guappo, Eduardo De Filippo per Il professore, Sofia Loren per Pizze a credito, lo stesso De Sica per I giocatori e Silvana Mangano per Teresa.
L’oro di Napoli segna la prima collaborazione tra Sofia Loren e Vittorio De Sica, che poi dirigerà l’attrice anche in La ciociara (1960), Boccaccio ’70 (1962), I sequestrati di Altona (1962), Ieri, oggi e domani (1963), Matrimonio all’italiana (1964), I girasoli (1970) e Il viaggio (1974).
Il film non è disponibile in streaming, ma facilmente reperibile in edizione dvd.
4. Le mani sulla città (1963)
I titoli di testa di Le mani sulla città scorrono su una panoramica minacciosa che schiaccia Napoli, punteggiata dalla colonna sonora altrettanto minacciosa di Piero Piccioni: il film è un dramma di denuncia sulle conseguenze della speculazione edilizia che, dice il regista Francesco Rosi, «non consiste soltanto nella distruzione della città ma anche nella distruzione di una cultura a vantaggio di un’altra ove l’uomo non ha più posto».
Le mani sulla città, sviluppato da Rosi con il fondamentale contributo dello scrittore Raffaele La Capria, vince il Leone d’Oro alla Mostra di Venezia ed è tuttora uno dei titoli italiani più noti e apprezzati anche a livello internazionale. Emblematica e sempre attuale la celebre didascalia conclusiva: «I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce».
Il film è disponibile su Amazon Prime.
5. Matrimonio all’italiana (1964)
Figlio (illegittimo) di Scarpetta che lo fa debuttare in scena da piccolissimo e figura ormai mitica della cultura italiana, Eduardo De Filippo ha scritto decine di opere studiate e celebrate in tutto il mondo. I suoi testi partono dal particolare – la società napoletana, le tradizioni, la famiglia, il dialetto – ma sanno farsi universali raccontando conflitti umani senza tempo: Natale in casa Cupiello, Questi fantasmi!, Sabato, domenica e lunedì, Il sindaco del rione Sanità…
Grazie ai cicli del “Teatro di Eduardo” prodotti con la Rai tra gli anni 69 e 70, ancora oggi possiamo fare esperienza – sia pure mediata dal mezzo televisivo – della sua recitazione.
Anche il cinema non può restare indifferente all’arte di Eduardo, e lui stesso cura alcune regie per il grande schermo. Qui citiamo però la libera rilettura che nel 1964 Vittorio De Sica dà di Filumena Marturano con Matrimonio all’italiana, adattandola al suo linguaggio e soprattutto alla coppia Sofia Loren-Marcello Mastroianni. Il film ottiene grande consenso anche all’estero e riceve due candidature all’Oscar, una come miglior film straniero e l’altra per l’interpretazione di Sofia Loren come migliore attrice protagonista.
Matrimonio all’italiana si può noleggiare su Prime Video.
6. Operazione San Gennaro (1966)
«Era un film napoletano, era quasi naturale farlo interpretare a Totò. Allora era difficile fargli fare film da protagonista perché era quasi cieco, ma una piccola parte come quella di don Vincenzo poteva farla bene. Aveva una grande forza comica che rimase viva fino all’ultimo. Penso che continuasse a lavorare perché in fondo gli attori – tutti gli attori – vogliono morire in scena»: così il regista Dino Risi, anni dopo, ricorda Antonio De Curtis nel suo Operazione San Gennaro.
Tre ladri americani arrivano a Napoli per rubare il tesoro di San Gennaro e chiedono aiuto alla criminalità locale: Nino Manfredi, grande protagonista, collabora anche alla sceneggiatura di questa rivisitazione degli schemi narrativi già collaudati da Mario Monicelli in I soliti ignoti.
Operazione San Gennaro è streaming gratuito su RaiPlay.
7. Ricomincio da tre (1981)
Prima di partire con le riprese di Ricomincio da tre, film d’esordio per il comico Massimo Troisi che si rivelerà un successo straordinario (quasi 14 miliardi di lire al botteghino e due David di Donatello, come miglior film e miglior attore protagonista), il produttore Fulvio Lucisano ha un dubbio: le battute del film – ambientato nella periferica San Giorgio a Cremano, luogo natale dello stesso Troisi – risulteranno comprensibili anche fuori Napoli?
«Devo dire che, per risolvere questo possibile problema, Troisi ha trovato una soluzione perfetta: ripetere le battute. In questo modo, se non le capivi la prima volta, le capivi la seconda, come nella famosa scena con il vaso. Ma, a differenza di quanto si potrebbe pensare, le battute non erano improvvisate sul set, ma era già tutto scritto all’interno di una sceneggiatura di ferro», così racconta Lucisano nel 2015, quando il film torna nelle sale in versione restaurata, a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il ricordo del produttore descrive perfettamente lo stile di Massimo Troisi, nel quale scrittura, ritmo e interpretazione si incastrano in un equilibrio perfetto. Ricomincio da tre è attualmente disponibile su varie piattaforme di streaming.
8. Mi manda Picone (1984)
Nanni Loy non era napoletano ma con la città ha costruito uno stretto legame, girando lì ben cinque film: Le quattro giornate di Napoli (1962), Café Express (1980), Mi manda Picone (1984), Scugnizzi (1989) e Pacco, doppio pacco e contropaccotto (1993). Nel 2019, in celebrazione del 76esimo anniversario delle storiche Quattro giornate, la città di Napoli ha intitolato a Loy uno slargo nei pressi dell’Accademia di Belle Arti.
Per la nostra lista scegliamo Mi manda Picone: tra giallo e commedia grottesca, e senza rinunciare alla critica sociale, il film mette in scena con ironia la piccola e grande criminalità di una Napoli rocambolesca. I protagonisti Giancarlo Giannini e Lina Sastri formano un’adorabile coppia comica, ma vanno ricordati anche Aldo Giuffré e Carlo Croccolo.
Mi manda Picone non è al momento disponibile in streaming ma passa spesso in televisione sui canali Rai.
9. L’amore molesto (1995)
Dall’esordio nel lungometraggio con Morte di un matematico napoletano (1992) fino al recente Nostalgia (2019), la filmografia di Mario Martone è sempre stata molto legata alla città, alla sua letteratura e al suo teatro. Nel 1987, con Toni Servillo e Antonio Neiwiller fonda la società Teatri Uniti, che affianca produzione teatrale e cinematografica.
In questa lista ci soffermiamo su L’amore molesto, che oltre a dipingere un ritratto intenso di Napoli e del rapporto travagliato che la protagonista Delia intrattiene con la città in cui è nata, rappresenta la prima trasposizione sullo schermo (grande, in questo caso) di un romanzo di Elena Ferrante. Attraverso lo sguardo di Martone, visualizziamo già tanti dettagli – il colore dei ricordi, il rione coi suoi antri oscuri – che ritroveremo nella saga, letteraria e poi televisiva, di L’amica geniale.
Anna Bonaiuto, che qui interpreta Delia con grande adesione anche fisica, resta in seguito legata a Elena Ferrante come narratrice della versione in audiolibro dei suoi romanzi, letture di qualità straordinaria che ampliano la comprensione dei libri stessi. L’amore molesto di Martone è da rivedere (noleggiabile su varie piattaforme), ma anche l’audiolibro merita un ascolto.
10. Autunno (1999)
La napoletana Nina di Majo esordisce sul grande schermo come una giovane e imbronciata versione femminile di Nanni Moretti: nel 1999 scrive, dirige e interpreta Autunno, una commedia amara sulle nevrosi e le insicurezze di una studentessa borghese incapace di relazionarsi col mondo che la circonda. Co-protagonisti, in un racconto corale e dalla struttura circolare, una zia quarantenne e un adolescente altrettanto problematici.
La carriera di Nina di Majo è irregolare: prima di Autunno, presentato alla Mostra di Venezia, c’erano stati due cortometraggi (uno dei quali, Spalle al muro, premiato dalla morettiana Sacher d’Oro) ed esperienze di assistente alla regia con Mario Martone. Dopo Autunno sono arrivati L’inverno (2001) e la commedia Matrimoni e altri disastri (2009), vari documentari e lavori da saggista.
Le promesse dell’esordio forse non sono state mantenute, ma Autunno resta un oggetto atipico nel panorama cinematografico italiano e napoletano, col suo gusto francese (la fisionomia della protagonista non ricorda un po’ di quella di Agnès Jaoui in alcuni film dello stesso periodo, in particolare Parole, parole, parole…?) e lo sguardo rivolto a maestri di diversa provenienza (oltre al citato Moretti, si strizza l’occhio a Woody Allen e Ingmar Bergman). Da rivedere, ma le piattaforme di streaming non ci sono d’aiuto.
11. Luna rossa (2001)
In questa lista compaiono ben quattro film prodotti nel 2001: non si tratta di una scelta deliberata, ma il dato è significativo. Tra fine anni 90 e inizio 2000, infatti, diversi autori legati a Napoli acquisiscono una certa notorietà e firmano titoli importanti: è del 1997, ad esempio, I vesuviani, film a episodi che vede impegnati dietro la macchina da presa Pappi Corsicato, Antonietta De Lillo, Antonio Capuano, Stefano Incerti e Mario Martone.
Con Luna rossa Capuano, che è stato ed è tuttora regista e drammaturgo anche per il teatro, offre una rilettura contemporanea e camorristica dell’Orestea di Eschilo: un progetto ambizioso e non privo di difetti ma che vale la pena riscoprire, se non altro per un cast di eccellenze nel quale brillano Licia Maglietta, Toni Servillo, Carlo Cecchi e Italo Celoro.
Il film è disponibile per l’acquisto e per il noleggio su CHILI.
12. Chimera (2001)
La fortuna cinematografica di Pappi Corsicato è altalenante: regista dalla formazione eclettica (ha studiato architettura e danza) e dalla forte inclinazione per l’estetica del noir e del melodramma, ha al suo attivo pochi lungometraggi di fiction e un gran numero di documentari dedicati all’arte contemporanea (tra i più recenti, Julian Schnabel: A Private Portrait sul pittore e regista americano). Nel 2024 uscirà su Netflix la serie Inganno girata in costiera amalfitana.
Tra i film di Corsicato, il dramma sentimentale Chimera – che mette in scena, in bilico tra realtà e fantasia, una crisi di coppia – è ancora oggi tra i più popolari, benché nasca come progetto faticosamente autoprodotto e non abbia mai goduto di ampia distribuzione. Al momento, non è visibile in streaming.
Anche qui, ci soffermiamo sugli attori: a fianco di Iaia Forte, volto ricorrente nelle opere del regista, in Chimera troviamo Tommaso Ragno, che negli ultimi anni sta ritrovando un rinnovato e meritato successo tra grande e piccolo schermo (era ad esempio con Pierfrancesco Favino in Nostalgia di Mario Martone).
13. L’uomo in più (2001)
In una selezione di film ambientati a Napoli, non può mancare Paolo Sorrentino: tra gli autori più popolari (e discussi) del nuovo cinema italiano, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero con La grande bellezza, proprio a Napoli ha girato il suo film più recente e personale, l’autobiografico È stata la mano di Dio.
La sua opera prima, L’uomo in più, è fondamentale non solo per la qualità cinematografica e di scrittura, ma perché qui Sorrentino modella il personaggio del cantante Tony Pisapia sul corpo d’attore di Toni Servillo, dando vita a un protagonista indimenticabile e segnando la nascita di un sodalizio speciale che continua ancora oggi. Pisapia torna qualche anno dopo trasfigurato in Tony Pagoda, protagonista del romanzo Hanno tutti ragione la cui versione in audiolibro viene naturalmente affidata a Toni Servillo.
Per L’uomo in più, un film tutto giocato sul concetto di doppio, va però ricordato anche l’altro Pisapia interpretato da Andrea Renzi, grandissimo attore che proprio con Servillo ha lavorato più volte anche in teatro.
Il primo film di Paolo Sorrentino è su Amazon Prime, e merita sempre una nuova visione.
12. Domenica (2001)
La romana Wilma Labate si lega a Napoli già col lavoro d’esordio, il mediometraggio documentario Ciro il piccolo nel 1991. Con Domenica, dieci anni dopo, vuole mostrare «una Napoli particolare, malinconica e lontana dai cliché» e passa mesi in città a fare provini in cerca della protagonista perfetta, fino all’incontro con la dodicenne Domenica Giuliano che con il personaggio condivide anche il nome.
Domenica è una ragazzina vittima di violenza chiamata in obitorio per identificare il suo presunto aggressore, che si è ucciso durante un interrogatorio. L’ispettore di polizia Sciarra ha da poco smesso di lavorare per gravi problemi di salute, ma viene richiamato in servizio proprio per accompagnare Domenica, che è orfana, a fare il penoso riconoscimento.
Un dramma sobrio e con un buon cast (Claudio Amendola, Rosalinda Celentano, Valerio Binasco, Peppe Servillo, Annabella Sciorra), oggi un po’ dimenticato. Domenica non è attualmente disponibile in streaming.
15. Il resto di niente (2004)
Nel 1799 Eleonora Pimentel Fonseca, poetessa e patriota nata in Italia da famiglia portoghese, è una delle figure più attive nella brevissima esperienza rivoluzionaria della Repubblica Napoletana. Un’esperienza fallimentare, che finisce nel sangue e nella rapida restaurazione del potere borbonico, e la stessa Eleonora, direttrice del giornale repubblicano Monitore Napoletano, viene condannata a morte.
Nel 1986 lo scrittore Enzo Striano racconta la tragica vicenda di Eleonora nel romanzo storico Il resto di niente, dal quale Antonietta De Lillo – autrice napoletana dalla filmografia tanto piccola quanto interessante – a metà degli anni 90 sceglie di trarre un film. Ci vorrà quasi un decennio perché il progetto veda la luce: De Lillo coniuga precisione filologica (insiste perché il film si giri a Napoli, sceglie la portoghese Maria De Medeiros per il ruolo della protagonista) e reinterpretazione creativa (inserisce nel montaggio i disegni del pittore Oreste Zevola per rappresentare, ma senza mostrarle, le scene di massa).
Il resto di niente oggi è disponibile su Amazon Prime: un film ingiustamente poco visto, da riscoprire.
16. Gomorra (2008)
Dal best-seller di Roberto Saviano che nel 2006 mescola fiction e reportage per raccontare come le attività criminali radicate nel napoletano siano un ingranaggio dell’economia nazionale e internazionale (non più “camorra”, ma Sistema), la società di produzione Fandango decide di trarre un film e affida la regia a Matteo Garrone, uno dei nomi di punta del nuovo cinema d’autore italiano già noto per il suo approccio anticonvenzionale ai casi di cronaca nera (L’imbalsamatore, Primo amore).
Garrone scrive il complesso adattamento di Gomorra in poche settimane – con i co-sceneggiatori Maurizio Braucci, Ugo Chiti, Gianni Di Gregorio e Massimo Gaudioso, supervisionati dallo stesso Saviano – e lo gira «come fosse un reportage di guerra», applicando a quell’ambiente il suo metodo di lavoro fatto di ascolto diretto della realtà e continui aggiustamenti. A sostenerlo, un cast impressionante per intensità e verosimiglianza (Toni Servillo, Salvatore Cantalupo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Gigio Morra).
Gomorra viene presentato al Festival di Cannes dove vince il Grand Prix, parallelamente a Il Divo di Paolo Sorrentino a cui viene assegnato il Premio della Giuria: due film molto diversi che hanno segnato un’annata d’oro per il nostro cinema, per consenso critico e successo di pubblico.
Gomorra è attualmente su Netflix.
17. Into Paradiso (2010)
Paola Randi è milanese, ma per il suo esordio cinematografico – dopo un passato nel mondo del non-profit e alcuni cortometraggi – sceglie una Napoli multietnica e si fa accompagnare da compagni di viaggio di prim’ordine. In Into Paradiso c’è Gianfelice Imparato, ma ci sono soprattutto due Avion Travel splendidamente prestati al cinema: Peppe Servillo recita, formando con Imparato un’inedita coppia comica, mentre il chitarrista Fausto Mesolella (scomparso prematuramente nel 2017) compone una colonna sonora creativa e giocosa, capace di dare un contributo fondamentale alla struttura del film.
Chitarre, sitar e musica elettronica traducono in musica la leggerezza con cui la regista Randi mette in scena il tema delicato dell’integrazione: il protagonista Alfonso si trova, suo malgrado catapultato nella comunità srilankese di Napoli, «una prospettiva ribaltata, dove un cittadino italiano si ritrova ad essere anch’egli uno straniero».
Into Paradiso è visibile in streaming su UAM.TV, ma vale la pena recuperare anche l’album della colonna sonora.
18. L’intervallo (2012)
Leonardo Di Costanzo è un autore defilato: vive e lavora tra Napoli e la Francia, ha girato pochi film, in gran parte documentari, ma è molto attivo come insegnante e formatore attento alle giovani generazioni (ha curato di recente l’Atelier di Cinema del Reale per under 30 dell’isola di Procida).
Anche L’intervallo – presentato nel 2012 alla Mostra di Venezia, sezione Orizzonti – è un film delicatamente defilato, per ambientazione e struttura: un ragazzo e una ragazza sono rinchiusi in un edificio abbandonato alla periferia di Napoli, lei ha commesso uno sgarro nei confronti del clan di zona, lui deve sorvegliarla fino a sera. In poche ore i due imparano a conoscersi, potrebbe nascere un affetto sincero, ma quella giornata rappresenterà solo un breve momento di tregua, un intervallo, all’interno di vite già segnate.
«Benché il film fosse pensato per essere recitato in stretto dialetto napoletano la sceneggiatura è stata scritta in italiano, per lasciare poi agli attori il compito di tradurla e di adattarla a sé. Ho deciso già dall’inizio che i due attori principali sarebbero stati dei non professionisti», raccontava Di Costanzo nelle note di regia. Alessio Gallo, qui al suo debutto nel ruolo dell’impacciato protagonista, interpreterà anni dopo il violento Michele Solara dell’Amica geniale.
L’intervallo è disponibile per il noleggio su diverse piattaforme di streaming.
19. Gatta Cenerentola (2017)
Non è la prima volta che la cultura napoletana ispira prodotti d’animazione (ricordiamo Opopomoz di Enzo D’Alò, che rileggeva in chiave magica la tradizione del presepe), ma l’esperienza della Mad Entertainment è peculiare: la società di produzione sottolinea con orgoglio di aver stabilito la propria sede «nel cuore della città, negli storici appartamenti dove Vittorio De Sica girò L’oro di Napoli e Matrimonio all’italiana», rifugge i modelli dei classici film per famiglie e sceglie – già con L’arte della felicità di Alessandro Rak (2013) – la strada scomoda dell’animazione per adulti.
Gatta Cenerentola è un esperimento ardito, che dalla fiaba di Giambattista Basile (già adattata per il teatro musicale da Roberto De Simone) coglie la crudeltà del racconto popolare e lo reinventa attraverso il linguaggio animato in una Napoli steampunk, acquatica e visionaria. Diretto collettivamente da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, il film ha un cast vocale notevole che coinvolge come doppiatori Alessandro Gassmann, Mariano Rigillo, Maria Pia Calzone e Massimiliano Gallo.
In streaming gratuito su RaiPlay.
20. L’immortale (2019)
La storia artistica di Marco D’Amore, il Ciro “immortale” di Gomorra – La serie, inizia a teatro: tra il 2007 e il 2010, il giovane attore è tra i protagonisti della Trilogia della villeggiatura di Goldoni diretta con enorme successo da Toni Servillo, e con Servillo qualche anno dopo recita anche al cinema in Una vita tranquilla di Claudio Cupellini. La popolarità arriva grazie alla Gomorra televisiva, ma D’Amore non rinuncia al palcoscenico e porta avanti progetti personali sia per il grande schermo (Un posto sicuro di Francesco Ghiaccio) sia per il teatro (l’adattamento di American Buffalo, testo originale di David Mamet).
Sul set di Gomorra passa dietro la macchina da presa per alcuni episodi della quarta e quinta stagione, ed è tutta sua la regia di L’immortale, lo spin-off cinematografico che racconta le origini di Ciro (su NOW Tv). Come regista firma poi Napoli magica, al quale collabora anche la già citata Mad Entertainment; nel nuovo Caracas, girato nel capoluogo campano nei primi mesi del 2023 e tratto dal romanzo Napoli ferrovia di Ermanno Rea, Marco D’Amore dirige il maestro Toni Servillo. Un cerchio che si chiude.
21. È stata la mano di Dio
«È stato meraviglioso, molto eccitante. Divertente. Non è facile per me riassumere come mi sono sentito a tornare a Napoli perché è come dover riassumere una vita intera»: con È stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino torna alle origini. Origini di vita, d’arte e di carriera.
Il giovane Fabietto, alter ego del regista (lo interpreta l’esordiente Filippo Scotti), vive un gravissimo lutto e sente nascere una vocazione per il cinema: Sorrentino mette in scena il ricordo della propria famiglia con realismo commovente (straordinarie le interpretazioni dei genitori Toni Servillo e Teresa Saponangelo) ma lo fa convivere con quella fascinazione per il surreale che contraddistingue tutta la sua filmografia. In È stata la mano di Dio, la città di Napoli è fantastica (compare anche la figura leggendaria del monaciello) e carnale, gioiosa e spaventosa.
«La fantasia e la creatività sono falsi miti», dice a Fabietto il mentore Antonio Capuano (proprio lui), invitandolo a guardare Napoli e a trovare proprio lì, dentro la città e dentro il proprio dolore, qualcosa da raccontare: «Non ti disunire».
È stata la mano di Dio è distribuito da Netflix.