Era il 1982, il film E.T. l’extra-terrestre stava conquistando il boxoffice mondiale e la console Atari 2600 era al massimo della popolarità. Perché quindi non combinare questi due successi e farne un videogioco che avrebbe venduto solo grazie alla popolarità dei due marchi? È proprio quello che pensarono all’Atari quando affidarono questo progetto al programmatore e game designer Howard Scott Warshaw, senza immaginare che ben presto sarebbe diventato non solo uno dei più grandi flop della storia dei videogiochi ma anche una vera e propria leggenda metropolitana. Di seguito tutta la storia.
Il gioco è ancora oggi considerato tra i peggiori mai realizzati in assoluto, ma nonostante questo riuscì comunque a vendere oltre 1 milione mezzo di copie al suo lancio grazie all’enorme popolarità del film ma anche all’imponente campagna pubblicitaria. Perché allora fu considerato un flop? Perché Atari era talmente convinta del successo che ne fece distribuire ben 4 milioni di copie, praticamente una per copia per ogni due console presenti sul mercato (meno d 9 milioni nel 1982). Questa scelta quasi suicida, unita agli esorbitanti costi di licenza e promozione, causarono perdite per centinaia di milioni di dollari all’Atari, perdite che contribuirono in modo importante alla successivo crisi fallimentare dell’azienda nel 1984.
E veniamo alla parte che sa di leggenda metropolitana: i negozi avevano talmente tante copie invendute in magazzino che l’Atari fu costretta a ritirare le copie e a seppellirle in una discarica nel deserto del New Mexico. Per anni c’è chi riteneva appunto che fosse solo una leggenda metropolitana, chi invece insisteva che fosse tutto vero e che le copie seppellite fossero milioni.
La verità, come spesso accade, è nel mezzo: il 28 aprile 2014 le cartucce furono recuperate dalla discarica e si scopri che i pezzi seppelliti erano “solo” 728.000: le cartucce recuperate furono in parte vendute a collezionisti e conservate come cimeli storici.