Prendete l’irriverenza di Shrek, l’estetica degli ultimi Zelda e la regia dinamica di Arcane. Mescolate il tutto e avrete Nimona. Ovvero una miscela esplosiva. Il film animato è appena arrivato su Netflix a fari spenti, ma merita tutte le fiaccole del regno puntate su di lei. Perché è un’opera dirompente, fresca, piena di idee, davvero bella da vedere e interessante da leggere tra le righe.
Tratto dall’omonimo fumetto di ND Stevenson, Nimona è ambientato in uno strambo Medioevo ipertecnologico dove gli umani eleggono dei nobili paladini destinati a proteggerli dai mostri oltre le mura. Il giorno della sua nomina a cavaliere, Ballister Cuoreardito (che al contrario degli altri colleghi viene dalla strada e si è fatto da solo) viene incastrato per l’omicidio della regina. Sarà costretto a fuggire, alleandosi con una folle ragazzina mutaforma, intenzionata a trasformarlo nel grande cattivo della storia.
Sono queste le premesse di un’avventura trascinante che ha rischiato di non vedere mai la luce. Sì, perché Nimona era nei piani della Fox prima di essere acquisita dalla Disney. Disney che ha poi cestinato il progetto, rinato grazie a un piccolo studio indipendente e al supporto di Netflix. Per fortuna, visto che Nimona è un film che dovrebbero vedere tutti. Perché parla di noi attraverso un fantasy originale. E ci ricorda, qualora Super Mario Bros., The First Slam Dunk e Spider-Man: Across the Spider-Verse non fossero bastati, come l’animazione sia diventato il linguaggio prediletto per tirare fuori il meglio dal cinema.
Il nuovo Shrek?
Inizia con il classico libro di vecchi racconti che si apre e si sfoglia. Inizia proprio come Shrek, ovvero con una fiaba consapevole di essere una fiaba. Una metanarrazione anarchica, condita da citazioni, ammiccamenti alla cultura pop e tanta ironia corrosiva. Però Nimona non ha soltanto lo stesso piglio sovversivo del mitico orco Dreamworks. Proprio come Shrek anche Nimona è un film dedicato ai meccanismi delle storie. Una specie di grande lente di ingrandimento che vuole svelare i segreti dietro ogni buon racconto fantasy. Se Shrek ribaltava la percezione del cattivo, Nimona vuole ricalcarne lo stereotipo, destrutturando la figura dell’antagonista.
Attraverso i due splendidi protagonisti, il film evidenzia quali sono le caratteristiche che da sempre associamo ai cattivi delle storie: sono vestiti di nero e magari hanno arti mozzati proprio come Ballister e soprattutto sono “diversi” come Nimona. Una ragazzina, che come ogni adolescente, deve ancora capire quale sia la sua forma, visto che si trasfigura di continuo diventando orso, gorilla, balena o drago all’occorrenza.
Però, come detto, sono soltanto stereotipi. Ovvero pregiudizi culturali che andrebbero abbattuti. Così Nimona non fa altro che ridicolizzare e smontare pezzo per pezzo i preconcetti che avvolgono i presunti mostri. Come a dire “tutto quello che è diverso dalla normalità fa paura alle persone”. E infatti Nimona sfugge alle definizioni, cambia, si trasforma. Come facciamo tutti, anche quando abbiamo paura del cambiamento stesso.
Il futuro è presente
Il futuro sembra passato e il passato sembra futuro, ma la storia è sempre la stessa: niente unisce le persone più della paura e di un nemico da odiare insieme. Uno dei grandi pregi di Nimona è proprio il suo immaginario ibrido, a metà strada tra passato fantasy e tecnologia futuristica. Nasce così un’ambientazione affascinante, credibile e strutturata, fatta di spade al fianco degli smartphone, maxi schermi e leggende, armature e spot di cereali.
Un mix mai caotico, che mette in scena un cortocircuito sia estetico che tematico, visto che Nimona abbraccia tradizione e innovazione in ogni senso. Perché rilegge gli archetipi del classico fantasy in salsa pop. Perché rispetta il canone (il viaggio dell’eroe, la spalla, il governo centrale come cattivo della storia) mentre non vede l’ora di tradirlo e ribaltarlo. E, in questa terra di mezzo tutta sua, Nimona riesce a creare un legame potentissimo con il nostro presente. Perché quando parla di paura come arma di controllo delle masse e del nemico comune come collante per la gente, beh, sta parlando decisamente anche di noi.
Animazione ispirata
Se siamo qui a lodare Nimona con gli occhi pieni di amore, è anche merito del comparto tecnico e artistico, decisamente ispirato. Al fianco di un character design vincente, fresco e davvero espressivo nella recitazione dei personaggi, ecco svettare un’animazione dinamica, impreziosita dalla tecnica del cel-shading. Già usata alla grande da show come Arcane, il cel-shading consiste nell’inserire ombreggiature e colori su modelli tridimensionali. Così, attraverso questi ritocchi, il modello 3D ha un retrogusto bidimensionale e un calore che rievoca l’animazione tradizionale.
A tutto questo aggiungiamo anche una regia dinamica, energica e piena di idee visive. Grandi meriti che fanno venire a galla un solo rimpianto: doverci accontentare di vedere Nimona sul piccolo schermo. Sì, avrebbe meritato altri palcoscenici, ma siamo certi nel suo piccolo questa combattiva ragazzina dai capelli rossi farà comunque sentire la sua voce.
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