Lo abbiamo atteso e finalmente è arrivato: con la recensione di Goodbye, Eri celebriamo il talento di Tatsuki Fujimoto, uno dei mangaka più talentuosi del panorama giapponese attuale e che, vista la sua giovane età, potrebbe essere il futuro di questo mercato.
Goodbye, Eri
Genere: shonen manga (drammatico, slice of life)
Pagine: 201 pagine
Data di uscita: 10 maggio 2023
Editore: Shueisha (Giappone), Star Comics (Italia)
Tatsuki Fujimoto, una stella davvero brillante
Parlando di Tatsuki Fujimoto si parla di futuro del manga, ma lo si fa solo in virtù della sua giovane età (ha appena 30 anni) e perché il suo nome rappresenta una garanzia di successo già adesso.
Basti pensare ad opere come Fire Punch o il super popolare Chainsaw Man, da poco entrato nel suo secondo ciclo narrativo con il volume 12 e il cui anime sta letteralmente spopolando.
Non è facile trovare autori così giovani eppure così incredibilmente talentuosi e con diversi successi alle spalle. Takehiko Inoue ha pubblicato Slam Dunk che aveva 22 anni appena, Tsukasa Hojo serializzava Occhi di Gatto alla stessa età, ma sembra sempre di parlare di nomi leggendari del passato. Oggi le cose sono un po’ cambiate, proprio a livello generazionale.
Ma Fujimoto scombina ogni ragionamento: sembra già un fuoriclasse. E ce ne siamo accorti soprattutto leggendo la raccolta di storie brevi 17-21 e 22-26 che raccoglievano le opere dell’autore proprio in quelle fasce di età e che dimostravano già un Fattore X nel suo DNA, sentore di grandi promesse
Per non parlare dell’emozionante Look Back, storia autoconclusiva che tratta la perdita e la crescita, con due ragazze protagoniste che fanno il loro percorso nel mondo del fumetto e dell’arte e ricollegandosi poi ai tremendi fatti avvenuti il 18 luglio 2019 alla KyoAni, in cui uno squilibrato ha appiccato il fuoco alla sede della storica società di animazione uccidendo 36 persone e ferendone altre 34.
Look Back si è meritato subito un posto nella Top Ten Graphic Novel straniere del 2022, per una intensità e originalità davvero sensazionali.
Perdita e crescita, sentimento e meta narrazione
E finalmente arriva in Italia grazie a Star Comics la sua nuova storia autoconclusiva Goodbye, Eri, pubblicata in versione brossurata classica e in cartonato (sempre a prezzi ultra competitivi).
E di nuovo il tema centrale è l’unione tra l’elaborazione del lutto e la crescita, evidentemente molto cari all’autore che riesce a passare attraverso atmosfere davvero molto diverse tra loro (dalle bizzarrie di Chainsaw Man all’introspezione autoriale il salto è notevole) con eccellenti risultati.
Yuta è un ragazzo delle medie, la cui madre risulta malata terminale. Nel giorno del suo compleanno riceve in regalo uno smartphone e la madre gli chiede, vista la sua condizione, di riprenderla per avere tanti video con i quali ricordarsi sempre di lei. Insomma Yuta viene chiamato a fare tanti videolog degli ultimi tempi della propria madre, nella quotidianità.
E Yuta lo fa, con abnegazione. Fino al momento dell’addio in cui non riesce a entrare in ospedale per l’ultimo saluto e fugge disperato. Dietro di lui l’ospedale salta in aria.
E ci ritroviamo nell’aula magna della sua scuola, mentre viene proiettato il video che abbiamo visto nelle pagine precedenti, proiettandoci in una sorta di meta narrazione (e non sarà la sola nel corso della lettura). Yuta di fatto ha presentato questo video alla scuola, come saggio scolastico.
I compagni non capiscono questa conclusione, lo deridono, persino i professori non capiscono quanto quelle esplosioni fossero un modo per esorcizzare il dramma della perdita. Yuta rimane così deluso da decidere di compiere il gesto estremo, gettandosi dal tetto della sua scuola.
E qui incontra Eri, una ragazza della sua età che lo blocca e lo porta con sé in un edificio abbandonato per guardare dei film assieme. Già, perché Eri è l’unica che abbia intravisto il potenziale di Yuta, capendo il suo video, e lo sprona a diventare ancora più bravo, istruendolo a colpi di film e maturando un rapporto nuovo di amicizia e complicità.
Yuta si prepara a fare un film quindi, di nuovo in chiave meta, che racconta cosa gli è capitato e la sua reazione, inserendo anche Eri nella sua storia, nel ruolo di questa “vampira” che gli ha sconvolto la vita con i suoi sorrisi e la fiducia.
Il viaggio è ben lungi dall’essere concluso. Perché è proprio da questo momento in poi che la crescita di Yuta e anche di Eri si compirà. Non si può procedere oltre con il racconto perché si rovinerebbe il cuore della sceneggiatura di questo eccellente fumetto. Ma arrivati a questo punto, quantomeno, dovrebbe esservi nata spontaneamente una sana curiosità di volerlo leggere.
Goodbye, Eri: un viaggio emozionante
E sarà un viaggio pieno di sorprese, di colpi di scena, magistralmente scritto e diretto da un Fujimoto lucidissimo nel mettere su carta una sceneggiatura davvero sorprendente.
Al punto da inserire nei propri disegni effetti di sfocatura per sottolineare l’inesperienza di Yuta nel fare video, peraltro con l’autofocus dello smartphone. Il lettore, già messo alla prova a livello emozionale dal tema portante dell’intero fumetto, viene ulteriormente scosso da numerosi colpi di scena ed espedienti meta narrativi che sorprendono e fanno davvero la differenza.
Questo è davvero un esempio di maturità narrativa importante. Specie in un mercato come quello degli shonen (in cui opera Fujimoto) che tende sempre più spesso all’omologazione e allo sfruttamento di schemi narrativi orami fin troppo ridondanti.
Anzi, diciamocela tutta, non è che ci sia un granchè di targeting shonen in Goodbye, Eri, anzi. Già queste etichette spesso indicano il target della rivista contenitore e non i contenuti dell’opera in sé, Fujimoto in questo caso se ne frega di tutto ed esattamente come in Look Back dimostra di sapere scrivere un’opera completa e autosufficiente capace di emozionare, far arrabbiare, intenerire e riflettere. Con un ritmo invidiabile.
Potremmo concentrarci sulla parte emozionale, quella che stringe il cuore e fa male, ma è piuttosto evidente quanto questo obiettivo sia stato raggiunto con grande onestà ed efficacia.
Sarebbe più corretto concentrarsi sull’autore, che ha dalla sua un’apparentemente inesauribile creatività e molta originalità, ma anche un animo autoriale davvero importante che lo avvicina (pur con le dovute differenze) a firme come Urasawa, Asano persino Taiyo Matsumoto.
Il futuro in mano ai giovani
Tatsuki Fujimoto riesce a mantenere una personalità spiccata, anche nel disegno (pur con delle rigidità ancora un po’ evidenti), che traspare da ogni sua storia. E se c’è veramente una cosa di cui si sente enormemente il bisogno nell’industria dei manga più popolari è proprio la personalità che, unitamente all’originalità, oggi può fare la differenza.
Per questo immaginiamo che un autore come Fujimoto possa rappresentare il buon futuro dei manga giapponesi.
Ad appena 30 anni, con quella che si presume possa essere una lunga carriera davanti, Fujimoto può rappresentare il ponte perfetto tra l’autorialità, appannaggio di alcuni ottimi maestri del fumetto, e la potenza commerciale delle opere shonen più popolari, con le quali si trova a suo agio e che anzi riesce a rinnovare con trovate originali e spirito indipendente (e sì, Chainsaw Man in buona sostanza descrive appunto questa attitudine).
Per cui, forza Tatsuki Fujimoto. Ci auguriamo che tu possa continuare a regalarci storie di così grande profondità, indice di un animo sensibile ma anche di una grande chiarezza di intenti, anche artistici.
C’è bisogno di artisti come te in questo mondo meraviglioso dei fumetti che ha ancora tanto da raccontare.
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La recensione in breve
Goodbye Eri è un'opera davvero stupenda. Tatsuki Fujimoto racconta l'elaborazione del lutto e la crescita con naturalezza, attraverso espedienti meta narrativi e il mezzo del videolog. Lo fa con una sceneggiatura esplosiva piena di ribaltamenti e colpi di scena, confermando una grande personalità e una straordinaria capacità di passare attraverso i generi e i temi. Vista la sua giovane età non possiamo che considerarlo una vera promessa per il futuro dell'industria dei manga.
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Voto ScreenWorld