Con 450.000 copie vendute, è stato il chiacchierato Fabbricante di lacrime di Erin Doom (edito da Magazzini Salani) il libro più venduto in Italia nel 2022. Primo vero fenomeno italiano su TikTok, la storia aveva già riscosso successo durante l’originale pubblicazione su Wattpad. Ad oggi, l’autrice resta anonima e scrive solo sotto pseudonimo.
Se è fonte di soddisfazione vedere ancora una volta un romanzo italiano in testa alla classifica, viene però da chiedersi se, all’origine di un così grande successo, ci sia un’opera di valore. Se ci sia effettivamente un testo ben scritto, una trama ben sviluppata e, in generale, un buon romanzo nella libreria di quasi mezzo milione di lettrici e lettori in tutta Italia. Presto anche oltre i confini nazionali. I diritti sono stati venduti in Europa così come in Estremo Oriente, e la storia di Erin Doom si appresta a diventare un fenomeno globale.
La trama del Fabbricante di lacrime
Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime. Un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo.
Rigel è intelligente, scaltro, e suona il pianoforte come un demone incantatore. È dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno. Solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.
Di Wattpad e TikTok: non solo lettori, ma community
Per parlare del successo di questo romanzo bisogna partire da Wattpad. Il social network di lettura sociale fondato da Allen Lau e Ivan Yuen è stato lanciato nel 2006. Alla base del progetto, l’intento di fornire a scrittori e lettori la possibilità di scrivere e leggere ovunque. La piattaforma ha visto nascere fenomeni importanti, e l’emergere di firme importanti della letteratura YA. A livello globale è impossibile non citare Anna Todd, in Italia ricordiamo la giovanissima Cristina Chiperi emersa anni fa con la serie My Dilemma is You. Entrambe hanno visto il successo online amplificato dall’arrivo in libreria con un editore “tradizionale”. Nel caso di Anna Todd, per esempio, la serie After ha venduto milioni di copie ed è approdata anche sul grande e piccolo schermo con quattro film di successo.
Cosa è cambiato con TikTok? Tutto, e allo stesso tempo niente. È aumentata esponenzialmente la mole di contenuti creati dai tiktoker lettori (e non) sulle loro letture preferite, e questo ha dato una risonanza ancora maggiore a tante autrici e autori di Wattpad. Attraverso video-recensioni, video-reaction e brevi sketch, le storie e i romanzi più amati vengono promossi in modo spontaneo, fresco e genuino, e indovinate? Funziona. Se a inizio 2022 non era ancora così lampante quanto la community di lettori su TikTok (l’universo #BookTok) influenzasse vendite e classifiche, a dodici mesi di distanza lo sappiamo: moltissimo. Ed il caso anche del Fabbricante di lacrime, che a TikTok deve una percentuale importante del suo successo, meritato o immeritato che sia.
Fabbricante di lacrime (e di disappunto): la leggenda che non c’è
Bisogna ammetterlo, per un lettore sopra i vent’anni è fonte di leggero scoramento aprire il volume e realizzare che la leggenda del fabbricante di lacrime, che dovrebbe essere alla base di tutta la vicenda narrata, è priva di senso. Non lo acquista nemmeno se riletta due, tre, quattro volte. Ad oggi non si sa per scelta stilistica (discutibile) o se per mera disattenzione.
Ma proseguendo nella lettura, e chiudendo un occhio (anche due, a volte) in più punti del romanzo, è facile capire da cosa sia nato l’entusiasmo dei più giovani. È una storia che parla la loro lingua, nel bene e nel male. Tutto ciò che c’è di poco coerente, di poco fluido o di argomentato solo a metà rispecchia perfettamente lo stato di turbamento e confusione tipico dell’adolescenza.
E se una volta cresciuti da un libro pretendiamo di più, da ragazzini quello che chiediamo a una storia è, innanzitutto, di emozionarci. Wattpad si alimenta di questo, e se guardiamo anche al grande fenomeno precedente, After, notiamo come anche in quel caso non fossimo di fronte a una grande opera letteraria. Al contrario, la saga non brilla certo per la qualità della scrittura. Ma quello che non mancava era un approccio molto ingenuo ai sentimenti, una narrazione colma di estremismi ed esagerazioni che sì, quando l’adolescenza finisce fanno sorridere.
Meriti letterari del Fabbricante di lacrime? Non pervenuti, ma…
Quali sono quindi i meriti di questo romanzo così discusso, amato, denigrato, criticato? Primo tra tutti, lo abbiamo visto, quello di saper catturare il cuore di una generazione. La generazione TikTok, abituata a fruire sempre più veloci, e che viene conquistata davvero solo sul piano emozionale. È un pubblico a cui bisogna offrire questo, prima di tutto, e in questo l’autrice si distingue, senza dubbio.
Altro merito è quello di aver portato tanti giovani in libreria, perché riconosciamolo, la proposta culturale parla ancora troppo poco a un pubblico sotto i trent’anni. Fatta eccezione per alcune proposte più contemporanee e dinamiche, cultura non fa rima con gioventù. O almeno non qui. Scarseggiano vere innovazioni nel comparto artistico e museale, dove troppo spesso i calendari di esposizioni parlano a un pubblico o già interessato o almeno over 35. Scarseggiano programmi scolastici dove la letteratura contemporanea, o perlomeno successiva agli anni Sessanta, trovi spazio. È assurdo pensare che leggere quattro, cinque testi proposti alle classi dagli anni Cinquanta ad oggi sia ancora attuale e idoneo, così come è assurdo credere che possano far nascere dei lettori.
Ben vengano quindi storie capaci di far scoprire a chi lettore non lo è quei luoghi di puro incanto che sanno essere le librerie. Di far cogliere, anche se solo per un attimo, quella scintilla di piacere derivante dal perdersi in una storia fatta di carta e inchiostro. Quello di Erin Doom è un pubblico a cui non interessa che l’autore o l’autrice vadano in tv come opinionisti, o che vengano recensiti o intervistati su un roboante quotidiano. È un pubblico che ama o odia la storia, e che se la ama la fa al cento per cento, senza ma e senza se.
È anche il pubblico capace di attendere anche diverse ore in fila per poter avere una firma della propria autrice (o autore) preferita, e se all’estero troviamo manifestazioni dedicate alla letteratura YA (una su tutte, la Young Adult Literature Convention di Londra), qui si guarda al fenomeno più dal punto di vista del marketing. Ci si accontenta di far arrivare in libreria testi con un bell’adesivo che riporta le views su TikTok, e non si guarda invece all’opportunità di creare eventi ad hoc. Persino all’interno di una realtà importante come il Salone di Torino, alla fine, si è ottenuto solo un panel sul fenomeno BookTok, ma ad oggi non esiste un’area YA sviluppata in parallelo all’area Kids.
Non un grande romanzo, ma un romanzo che ha fatto qualcosa di grande
Possiamo riconoscere con oggettività che, tutto ciò che non è meritevole da un punto di vista letterario, lo diventa da un punto di vista di impatto e di influenza su un pubblico bisognoso di stimoli costanti. Quindi no, il Fabbricante di lacrime non è un grande romanzo. Ma è un romanzo che ha fatto qualcosa di grande, e anche questo ha un valore.
E che si appresta a superare un altra barriera, quella del grande schermo. Quest’anno infatti inizieranno le riprese del film tratto dal Fabbricante di lacrime, dopo l’acquisizione dei diritti di trasposizione cinematografica da parte di Colorado Film. Ci vediamo in sala?
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