Dopo Ip Man, Ip Man 2 e Ip Man 3 (tutti firmati da Wilson Yip ed interpretati da Donnie Yen) l’ormai celeberrima saga dedicata all’iconico maestro di Bruce Lee, celebrata da un certo Wong Kar-wai, si è conclusa con il tanto atteso Ip Man 4.
Un film incredibile che oltre a riprendere un Donnie Yen più in forma che mai, ha dedicato ampio minutaggio persino al personaggio di Bruce Lee (Danny Chan Kwok-kwan) intento a mostrare le sue doti marziali, oltre che un certo rispetto verso l’anziano maestro.
Nel primo capitolo della saga avevamo visto il nostro Ip Man impegnato a combattere le forze giapponesi di occupazione durante la seconda guerra mondiale. Nel sequel invece, l’eroe ha combattuto contro gli inglesi, nella Hong Kong degli anni Cinquanta: un città dominata da bande rivali e gangster feroci. Nel terzo capitolo poi Ip Man si è trovato di fronte un nemico d’élite: l’imbattibile Mike Tyson, nei panni di un corrotto malfattore americano implicato nel mondo delle costruzioni.
Tre film clamorosi seguiti da un finale scoppiettante ambientato nella San Francisco 1964: una San Francisco conquistata ed inebriata da un giovane Bruce Lee che diffonde la filosofia del kung fu e partecipa ai maggiori tornei della città. Ip Man 4 – The Finale è una pellicola distinta da atmosfere tanto raffinate quanto malinconiche, il tutto permeato da spettacolari sequenze d’azione magistralmente dirette da Wilson Yip.
Ecco la sinossi ufficiale del quarto capitolo conclusivo della sega: “La vita del maestro Ip è rimasta pressoché invariata dopo la morte della moglie, ma lentamente il rapporto padre-figlio si è logorato. Auspicando un futuro migliore per sui figlio, Ip Man decide di volare negli Stati Uniti, dove ben presto scoprirà che il sogno di una vita tranquilla e stabile è solo un miraggio. Sommerso da intrighi e bugie, troverà una radicata discriminazione, ben lontana da quello che si aspettava. Ip Man metterà in dubbio la sua stessa posizione e persino le ragioni che tanti anni fa lo hanno fatto avvicinare alle arti marziali.“.