Francesco Pannofino racconta i suoi inizi di carriera ai microfoni del Corriere della Sera, dove svela di aver anche doppiato dei film per adulti. Un percorso che l’ha portato alla notorietà dopo una lunga gavetta grazie alla riconoscibilità ottenuta nei panni di René Ferretti nella serie tv cult Boris.
Pannofino commenta: “Nella mia carriera da doppiatore non mi sono fatto mancare proprio niente. Pensate che doppiavo i film hard, per adulti. Ricordo certe convocazioni il sabato, lavoravo otto ore per 90mila lire. Uscivo dalla sessione di doppiaggio in debito d’ossigeno”. Prima ancora Pannofino si era iscritto all’Università per studiare Matematica, anche in questo caso c’è un aneddoto: “Mi ero diplomato all’Istituto tecnico industriale. L’Università in realtà mi serviva per rimandare il militare. Scelsi matematica che aveva pochi esami, ma erano difficili. Infatti ne diedi solo tre e cioè Algebra, Geometria 1 e Analisi 1”.
I personaggi più famosi a cui ha prestato la voce sono sicuramente George Clooney e Denzel Washington, ma non ha mai avuto l’opportunità di conoscerli dal vivo: “Clooney l’ho sentito al telefono solo una volta, ma era ubriaco. Mi disse che ero bravo, in vino veritas… Washington lo vorrei conoscere, perché lui recita con gli occhi. Una volta invece ho incontrato Michael Madsen, che avevo doppiato per Kill Bill di Quentin Tarantino. Fu divertente, mi disse: I love you”.
Ma quando morirà il doppiaggio? “Quando tutti impareranno l’inglese. Per come la vedo io è come la traduzione di un libro. Ci dobbiamo fidare del doppiatore. Diciamo che è un trucco cinematografico e te ne accorgi solo quando è venuto male”.