Il Marchese del Grillo è diventato da ispirazione anche per la lapide di Alberto Sordi. L’attore romano, scomparso nel 2003, recitò nel doppio ruolo di Onofrio del Grillo e Gasperino il carbonaro nel film di Mario Monicelli del 1981. Proprio nel film viene pronunciata la frase “Sor Marchese, è l’ora” che è anche l’epitaffio apposto su di una pergamena sull’epigrafe dell’attore dove sono riposte le sue ceneri nel Cimitero monumentale del Verano di Roma.
La frase “Sor Marchese, è l’ora” viene pronunciata dallo stesso Alberto Sordi in una scena de Il Marchese del Grillo, dove l’attore romano riesce a far ridere a crepapelle ma anche a commuovere il pubblico. A pronunciarla non è il Marchese, ovviamente, ma Gasperino il carbonaro sul patibolo per invitarlo a concludere la sua esecuzione. A sospendere l’esecuzione fu Papa Pio VII che concesse la grazia.
Attenzione però: la sequenza è ancor più drammatica di quello che possiamo immaginare, in quanto a essere condannato a morte fu proprio il Marchese e non il carbonaro. Quest’ultimo infatti fu scambiato per Onofrio del Grillo a causa di una clamorosa somiglianza, resa nel film grazie al doppio ruolo interpretato da Sordi. In uno slancio di pentimento il protagonista del film sembrava pronto a farsi avanti per ammettere l’errore, interrotto proprio dal papato che ne annunciava la liberazione. Dopo la grazia fu riammesso tra i Sediari pontifici ristabilendo l’ordine precedente al nuovo insediamento di Pio VII. Il Carbonaro invece inizierà ad apprezzare di più la sua vita dopo aver visto la morte in faccia.
La frase cult fu scelta appunto per l’epitaffio ad Alberto Sordi. Anche perché in molti, dopo il grande successo del film, decisero di soprannominarlo proprio “Il Marchese”.