Park Chan-wook ha parlato a proposito del remake del suo Oldboy firmato da Spike Lee. A detta del regista dell’originale, sono i dettagli a rendere diversi i due film. Park Chan-wook ha diretto il film neo-noir coreano del 2003, adattamento dell’omonimo manga giapponese. Il film, vincitore del Gran Premio di Cannes, segue un uomo imprigionato (Choi Min-sik) che, una volta rilasciato, cerca di scoprire la cospirazione che si cela dietro la sua cattura. Il vincitore dell’Oscar Spike Lee ha rifatto il film negli Stati Uniti nel 2013, con Josh Brolin, Elizabeth Olsen e Samuel L. Jackson come protagonisti.
Come riportato da IndieWire, Park Chan-wook ha spiegato nel corso di un’intervista con Vulture: “L’ho guardato e mi ha lasciato una sensazione di grande curiosità. La storia era simile, ma i piccoli dettagli erano completamente diversi, quindi sembrava familiare ma allo stesso tempo non familiare”. Il regista ha continuato: “Il film in sé doveva sembrare surreale, ma credo che a me, in quanto regista originale, sia sembrato ancora più surreale”.
All’epoca, le recensioni non hanno potuto fare a meno di paragonare il film di Spike Lee a quello di Park Chan-wook. Eric Kohn di IndieWire scrisse che “il remake di Oldboy è ancora più innovativo dell’originale”. Il critico ha proseguito: “È subito evidente che Spike Lee, aiutato dalla sceneggiatura di Mark Protosevich, ha preso in prestito i punti salienti del film di Park Chan-wook per costruire un diverso tipo di storia di vendetta, che lo vede avanzare idee simili che coinvolgono il confronto con i demoni personali con un racconto di redenzione in definitiva più cristiano… Funziona anche come una comoda porta d’accesso alla fusione delle visioni di Lee e Park”.
Park ha recentemente dichiarato a IndieWire di essere aperto a un remake de La donna del mistero in lingua inglese, magari con una femme fatale messicana e un protagonista americano per rispecchiare le relazioni razziali nel suo film con un detective coreano e una persona di interesse cinese che comunicano in parte attraverso un’applicazione di traduzione.
“Se il film originale è già ben accolto e conosciuto nell’altro Paese, si potrebbe dire che il remake non è necessario”, ha detto Park Chan-wook. “Ma penso che il remake di un film legato a una particolare cultura e prospettiva di un Paese locale possa aiutare il pubblico locale ad apprezzarlo meglio”.
Il regista ha chiosato: “Quando un pubblico americano lo guarda attraverso i sottotitoli, deve prendersi il tempo necessario per immaginare la situazione che sta accadendo sullo schermo. Non sono in grado di reagire istantaneamente o di capire la situazione, perché sia la lingua coreana che quella cinese sono sottotitolate sullo schermo”.