Dopo aver raccontato il sequestro Moro con due film, di cui l’ultimo, Esterno Notte, uscito quest’anno, Marco Bellocchio racconterà un altro caso di cronaca giudiziaria molto controverso, quello di Enzo Tortora, il conduttore e giornalista che nell’83 fu arrestato con l’accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Il titolo provvisorio della serie è La colonna infame, e richiama il titolo del libro che lui chiese di far mettere sulla sua bara, ai funerali. Il regista lo ha annunciato a Reykjavík dove è stato premiato agli EFA per Esterno Notte.
Bellocchio ha spiegato a Repubblica che il lavoro sul caso Tortora è appena iniziato e ci sta lavorando con Stefano Bises e Giordana Mari. Non ha ancora pensato all’attore a cui affidare il ruolo di protagonista. Il regista ha spiegato non intende fare un “santino” di Tortora, ma sicuramente approfondirà la persona che era stata e parlerà certamente della sua vicenda giudiziaria.
“Vorremmo cercare di approfondire l’uomo, analizzando anche il suo enorme successo con Portobello. È un uomo che nel momento più alto del successo – Portobello aveva 20 milioni di spettatori – era diventato una vera celebrità. Mi piacerebbe indagare il suo privato: quest’uomo dall’oggi al domani viene portato in manette a Regina Coeli, mi domando del suo stupore. In questa tragica odissea è come se acquistasse ancor più profondità, la forza di difendere la propria identità, la propria innocenza di fronte alle cose orribili che accadono. Di fronte ai pentiti che accusano, ritrattano, accusano di nuovo. Se noi guardiamo la quantità dei testimoni falsi, è sconvolgente. Mi piace la sua determinazione che lo mette in crisi anche per la salute fisica. Era un lottatore. E poi, nonostante tutto, nella stessa Napoli – lui voleva che l’appello fosse in altra sede – trova dei giudici giusti che dicono “è tutto falso” e lo assolvono. Ma non vogliamo fare una serie polemica, gran parte di questi soggetti sono morti, anche i giudici. Nessuno ha pagato. La serie non ha intenzione di lapidare i giudici del tribunale, ma hanno fatto tutti una gran carriera, non si sono dimessi o ritirati in convento per mettersi la cenere sul capo. Alcuni continuavano a dire che avevano ragione”.
“Ci sono una serie di spunti molto importanti” – prosegue Marco Bellocchio – E, come Esterno notte, la serie su Tortora non avrà solo l’intento di denunciare l’ingiustizia che lo ha portato alla morte, ma la sua vita e le persone che ne facevano parte. Va detto che comunque quella giudiziaria è una vicenda interessante, perché è una storia a lieto fine: in appello e cassazione Tortora è stato assolto, è stato riammesso in televisione, ha ricominciato Portobello, qualcosa però si era rotto in lui, non riusciva più a parlare con il pappagallo. Morirà l’anno seguente.”
Ricordiamo che Enzo Tortora, conduttore e giornalista stimato, uno dei veterani della tv italiana, fu accusato da alcuni pentiti e pregiudicati vicini al clan di Cutolo di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Le accuse, poi rivelatesi infondate, si basavano su elementi davvero inconsistenti, tra cui un’agendina (trovata a casa di un camorrista, sulla quale era scritto un nome che sembrava quello di Tortora (ma non era neanche lui) e per giunta accanto ad un numero che non corrispondeva a quello del conduttore. Una delle persone che accusò Tortora, Giovanni Pandico, aveva avuto dei contatti con lui prettamente professionali e relativi a materiale inviato per Portobello (nello specifico, dei centrini realizzati in carcere che andarono perduti). Tortora scrisse a Pandico per scusarsi dell’inconveniente e lo risarcì, ma questi (che era afflitto da gravi disturbi mentali) maturò un sentimento di rancore nei suoi confronti.
Marco Bellocchio è attualmente impegnato con il film La Conversione, sulla vera storia di Edgardo Mortara (un bambino ebreo che fu allontanato dalla sua famiglia, per volere di papa Pio IX per essere allevato come cattolico). Il film dovrebbe essere pronto in primavera, ma non è stata ancora fissata un’uscita.