Oscar Isaac ha parlato della sua graphic novel, Head Wounds: Sparrow, ed ha raccontato di essersi ispirato a Pedro Almodóvar e David Lynch per dare vita all’opera che ha sviluppato per Legendary Comics con un team di scrittori e artisti. L’attore ha anche citato film come Taxi Driver e Quel pomeriggio di un giorno da cani come fonte d’ispirazione.
Dopo aver fatto il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe come protagonista della serie Moon Knight, disponibile su Disney+, Oscar Isaac ha prodotto la graphic novel Head Wounds: Sparrow, incentrata su una storia noir, al centro della quale un detective della Louisiana, Leo, si ritrova combattuto nella battaglia tra il bene e il male.
Oscar Isaac ha lavorato insieme a John Alvey e Bob Johnson, co-sceneggiatori, ed ha descritto in dettaglio l’ispirazione cinematografica dietro la graphic novel, che comprende l’artwork di Christian Ward: “Sono cresciuto amando molto i film negli anni ’70, in cui l’antieroe era al centro della scena. Serpico, Taxi Driver, Quel pomeriggio di un giorno da cani, questi sono alcuni dei miei film preferiti. Penso che, tramite essi, ti sia permesso vedere più aree grigie della vita. Sembra un po’ più vero lottare per fare la cosa giusta e spesso per fare la cosa sbagliata, quindi penso che spesso ci sia un’opportunità per mostrare una gamma più ampia di situazioni umane“.
Durante una sessione di domande e risposte a Barnes & Noble Union Square, come riportato da IndieWire, il doppiatore di Spider-Man: Across the Spider-Verse ha quindi ammesso di essere stato immediatamente attratto dallo stile dell’illustratore Ward, dicendo del suo approccio alla narrazione: “Spesso mi ricordava Pedro Almodóvar e altri registi, dove pensavo, ‘Cosa? Come racconta questa storia?’. Mi sono appassionato a lui rapidamente“. Oscar Isaac ha notato che il design artistico degli angeli, dei demoni e dei “purgatori” ritratti in Head Wounds ha una qualità “lynchiana“, riferendosi ai concetti surreali di David Lynch.
Il mondo di Head Wounds ha avuto inizio con la diagnosi di cancro allo stadio 4 del creatore Bob Johnson, una ferita invisibile che stava combattendo proprio come Leo. Isaac ha anche paragonato l’allegoria del titolo alla determinazione di Leo a trovare la redenzione. “L’idea è che prendersi cura degli ultimi rappresenti qualcosa di superiore rispetto alla magia di cui abbiamo parlato. Puoi avere qualcuno che è davvero il peggio del peggio, e se c’è una redenzione per questo, allora deve esserci per tutti noi“. Isaac ha quindi paragonato il viaggio di Leo alla chiusura mentale che c’è rispetto alla riabilitazione criminale e al sistema carcerario americano. “Non è quello che facciamo in questo Paese. È molto più facile rinchiuderli, buttarli via, non c’è proprio l’idea di riabilitazione. Non c’è possibilità. È molto più facile disumanizzare“.
Oscar Isaac ha infine parlato del mezzo della graphic novel: “C’è qualcosa di particolarmente intimo nei fumetti, perché riempi tutto tra i pannelli, quindi c’è una conversazione davvero interessante che avviene tra i creatori e il lettore. State costruendo la storia insieme, quindi penso che sia un’idea piuttosto speciale“.