Nella sua autobiografia postuma, Paul Newman dice che è stata sua moglie, Joanne Woodward, a renderlo il sex symbol che è poi diventato. L’attore ci tiene anche a sottolineare che, senza l’attrice, lui non sarebbe stato nessuno. Sul versante più sexy, poi, scrive: “Io e lei abbiamo lasciato una scia di lussuria dappertutto. Hotel, parchi pubblici e automobili“.
“Joanne ha dato alla luce una creatura sessuale“, scrive Paul Newman in Vita straordinaria di un uomo ordinario, libro di memorie in uscita il 18 ottobre, 14 anni dopo la sua morte. L’opera è il frutto di un racconto che l’attore ha iniziato a delineare nel 1986, quando cioè decise di narrare la sua vita con l’aiuto dello sceneggiatore Stewart Stern. Insieme raccolsero le parole di colleghi, amici e famigliari riguardo determinati ricordi, sui quali si espose anche lui, esprimendo il suo punto di vista.
Dalle pagine dell’autobiografia emerge poi tutto l’amore e la passione che ha legato Paul Newman a Joanne Woodward, sua moglie per mezzo secolo. Paul Newman ha detto che crescendo a Shaker Heights, Ohio, le ragazze non lo consideravano più di tanto, ma che le cose sono cambiate quando ha incontrato Joanne Woodward negli anni ’50 (i due si sono sposati nel 1958). La donna ha rappresentato un suo punto di riferimento assoluto, un incrollabile supporto che lo ha aiutato a sentirsi più sicuro di sé e a plasmarsi intellettualmente ed emotivamente.
Le interviste contenute nel libro sono state raccolte in The Last Movie Stars, la docuserie in sei parti della HBO, in cui Ethan Hawke ha esaminato anche lo stretto rapporto tra Paul Newman e Joanne Woodward. “Non ha creduto in se stesso fino a quando non si è sposato con lei. L’ha adorata come artista e lei lo amava e credeva in lui. Si sono bilanciati a vicenda in un modo che trovo davvero stimolante“, ha detto Ethan Hawke a Insider.
Paul Newman e Joanne Woodward sono stati sposati per 50 anni fino alla morte di lui, avvenuta nel 2008. Lei, che oggi ha 92 anni, convive da tempo con il morbo di Alzheimer. All’interno dell’autobiografia non vengono raccontati solo gli “alti” dell’attore ma anche i momenti più “bassi” della sua vita, tra cui i problemi con l’alcol e la tragica morte di suo figlio Scott, nato dal suo primo matrimonio e morto di overdose quando non aveva neanche 30 anni.