Vent’anni dopo, James Gunn continua a essere ancora arrabbiato con Warner Bros. per le sue interferenze in Scooby-Doo. Il regista dei Guardiani della Galassia, infatti, è l’autore della sceneggiatura dei film con Linda Cardellini, Freddie Prinze Jr., Sarah Michelle Gellar e Matthew Lillard.
Destroying mysteries 20 years later. https://t.co/dGSRnaJvtY
— James Gunn (@JamesGunn) September 20, 2022
Di recente, James Gunn ha dichiarato su Twitter le sue rimostranze su quella che considerava un’inutile interferenza della Warner Bros. nei film di Scooby-Doo. Quando un account Twitter ufficiale di Netflix ha annunciato che i film saranno disponibili in streaming il mese prossimo, il regista ha risposto esprimendo il suo disgusto per come sono andate le cose vent’anni fa. “Distruggere i misteri 20 anni dopo: lo stai facendo bene”, ha scritto James Gunn.
Secondo l’autore, Scooby-Doo era stato progettato come una commedia rivolta a un pubblico leggermente più adulto rispetto a quello che il franchise normalmente avrebbe perseguito, con il team di produzione che puntava a un rating PG-13. “Il primo Scooby-Doo era originariamente pensato da me, dai produttori e dal regista, Raja Gosnell, per essere PG-13, ma non abbiamo mai ottenuto una classificazione PG-13”, ha scritto James Gunn. “La prima classificazione da parte della MPAA era R; poi sono state cambiate un po’ di cose e quel taglio di montaggio è valso un semplice PG”.
Sebbene James Gunn sia deluso per il modo in cui sono state apportate le modifiche, non aspettatevi di vedere presto la versione vietata ai minori del film. Quando un fan gli ha chiesto se fosse interessato a utilizzare il cut originale per mostrare il film con rating R, il regista ha risposto: “Sono sicuro che non si trovano più quelle scene”.
Non è la prima volta che James Gunn si lamenta dell’impossibilità di realizzare la sua visione dei film di Scooby-Doo in live-action. Nel 2020, l’autore ha rivelato che avrebbe voluto ritrarre la Velma di Linda Cardellini come donna, ma i piani sono stati accantonati a causa delle resistenze dello studio. “Nel 2001, Velma era esplicitamente gay nella mia sceneggiatura iniziale”, ha scritto. “Ma lo studio ha continuato ad annacquarla e annacquarla, dando vita a una versione ambigua (il girato), poi a una senza alcun dettaglio di natura sessuale (la versione distribuita) e, infine, a un’altra ancora in cui Velma è fidanzata (il sequel)”.