Scegliendo i Måneskin come colonna sonora, Netflix ha appena disuso il trailer ufficiale di Tutto chiede salvezza, la nuova serie Netflix liberamente tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani 2020. L’autore del libro ha scritto anche la sceneggiatura dello show insieme a Daniela Gambaro, Francesco Cenni e al regista Francesco Bruni.
Federico Cesari, volto noto al pubblico italiano per il ruolo di Martino Rametta in SKAM Italia, interpreta il protagonista della serie, un ventenne che finisce per sette giorni sotto regime di TSO. Al suo fianco troviamo Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea (Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio), Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro Pacioni (Alessandro), che interpretano i suoi compagni di stanza nel reparto di psichiatria.
Fotinì Peluso (Nina) presta invece il volto ad una compagna che Daniele aveva conosciuto al liceo e che ritrova in reparto. Ricky Memphis (Pino), Bianca Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore (Alessia) interpretano gli infermieri, mentre Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) sono i medici della clinica. Lorenza Indovina (Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli (Antonella) prestano il volto alla madre, al padre e alla sorella di Daniele. Carolina Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.
La sinossi di Tutto chiede salvezza recita: “Finire per sette giorni sotto regime di TSO vuol dire essere pazzi? È quello che si chiede Daniele, un ventenne con un eccesso di sensibilità, che dopo una crisi psicotica si risveglia nella camerata di un reparto psichiatrico, assieme a cinque improbabili compagni di stanza con cui pensa di non avere niente in comune, pressato dai medici che gli vogliono frugare nel cervello, e accudito da infermieri che gli sembrano cinici e disinteressati. Ma sette giorni sono lunghi, e quella che all’inizio gli sembrava una condanna pian piano si trasforma in una delle esperienze più intense e formative della sua vita. Una dramedy delle esistenze che recupera la radice della nostra migliore commedia amara, riletta in chiave contemporanea, come in un grido d’aiuto, straziante ma pieno di speranza, da parte delle nuove generazioni e del loro enigmatico disagio di vivere.”