Questa settimana è uscito il finale di Better Call Saul 6, la serie scritta, diretta e ideata da Peter Gould e Vince Gilligan. In un’intervista a The Hollywood Reporter, Gould ha analizzato il finale di Better Call Saul, che potrebbe essere visto come una conclusione ottimista o addirittura felice, offrendo il suo personale dietro le quinte sulla realizzazione di questo episodio e su ciò che i personaggi meritavano. (Attenzione, seguono spoiler)
“Mi piace il fatto che pensiate che sia un lieto fine quando hai un personaggio in prigione che deve scontare una pena molto lunga e l’altro che è sotto la minaccia di una gigantesca azione civile. Quindi sì! Il fatto che pensiate che sia un finale ottimista significa molto. La nostra domanda per tutto questo tempo è stata: “Qual è il finale giusto per questo ragazzo? Qual è il momento giusto per lasciarlo? Qual è il momento giusto per lasciare Kim?”. E sì, sono d’accordo che sia ottimista, perché lui fa un cambiamento“.
Gould continua poi dicendo: “Chiunque studi gli esseri umani, può vedere che fare un vero cambiamento è molto difficile e raro. Nei film drammatici i personaggi continuano a percorrere i binari che hanno tracciato per se stessi. Questo ragazzo ha questo impulso autodistruttivo che continua a ripercorrere gli stessi errori, come lavorare con Walter White o irrompere in casa del signor Lingk anche quando probabilmente sta per crollare da un momento all’altro. Ora finalmente fa un cambiamento. Penso che abbiate ragione. Penso che sia ottimista. Ho pensato che finire con Saul dietro le sbarre fosse giusto e corretto. Hai chiesto cosa si merita, e penso che non sia certo meno di quanto si meriti”.
Quindi, a differenza di Breaking Bad, Walter continua a percorrere i binari che ha già tracciato, Saul traccia un nuovo, vero percorso da seguire. Alla fine, alla sua maniera il personaggio interpretato da Bob Odenkirk cerca redenzione ma lo fa affrontando le conseguenze delle sue azioni.