I giochi indie sono giochi sviluppati da studios indipendenti spesso composti da poche persone o persino da una sola. Il budget a disposizione di queste aziende è ridotto, e ciò rende lo sviluppo di ogni titolo un’operazione complessa e lunga anche parecchi anni: un altro mondo rispetto ai “tripla A” (a cui abbiamo dedicato un approfondimento sui migliori in circolazione) pubblicati (e pubblicizzati) dalle più ricche e blasonate publishing house, disposte a investire parecchi milioni anche su un solo prodotto. Entrambe queste categorie di giochi spaziano con disinvoltura da un genere all’altro, ma le aspettative – e i risultati – tendono a essere sempre differenti.
Ma davvero il budget di partenza è sufficiente per fare una tale distinzione? La risposta è sì. Nell’attuale panorama videoludico, più si spende e più si rischia di rimanere incasellati in formule stilistiche e narrative sempre più rigide e ripetitive, al punto che allontanarsene è spesso considerato un passo falso: sono proprio i giochi più costosi a restare vittima di un perfezionismo che non può mai essere davvero soddisfatto. In questo contesto i giochi indipendenti, pur disponendo di risorse limitate (o forse proprio per questo), spesso spiccano per creatività e originalità: non potendo rispettare quelle formule trovano altre strade, con risultati a volte straordinari. In questo articolo sui migliori giochi indie per PC ve ne presenteremo gli esempi più illustri.
1. Hades
Anno: 2020
Sviluppatore: Supergiant Games
Nel 2020 si assiste con Hades a un vero e proprio trionfo: boom di vendite, plauso della critica, premi prestigiosi (compreso un Hugo Award, prima volta per un videogioco) e fedeltà del pubblico, che è andato anche a riscoprire i precedenti lavori dello studio californiano Supergiant Games. Ma come ha fatto questo gioco a mettere tutti d’accordo?
Partiamo dalla trama: il protagonista Zagreus, figlio del dio Ade, decide di lasciare l’Oltretomba per ricongiungersi con la madre Persefone, fuggita tempo addietro in circostanze misteriose. Non ha però fatto i conti con il burbero padre, che gli sguinzaglierà contro tutti i suoi servitori pur di trattenerlo nell’Ade: di conseguenza, nonostante Zagreus possa contare sul supporto degli dei dell’Olimpo e della madre adottiva Nyx, è praticamente inevitabile che il giovane muoia più volte prima di raggiungere il suo obiettivo.
Tuttavia il giocatore scoprirà ben presto che morire non è un semplice inconveniente in questo gioco, ma un elemento importante che anzi lo arricchisce: ogni partita incompleta aggiunge un nuovo tassello alla storia principale e permette di sbloccare nuove interazioni, conoscere nuovi personaggi e sviluppare svariate sottotrame, nonché di accumulare le risorse necessarie per affrontare meglio gli scontri più ostici.
Una storia impostata in questo modo non può che sposarsi benissimo con le classiche regole dei roguelite, e ha anche il pregio di invogliare anche i meno pazienti a continuare a provare: molti si spingono ben oltre la conclusione della missione pur di completare anche le trame secondarie, o anche solo conversare un altro po’ con alcuni personaggi ed esaurire i tantissimi dialoghi a disposizione. Il combattimento ben strutturato, lo stile grafico colorato e accattivante, la colonna sonora dinamica ed emozionante sono poi altre ciliegine sulla torta, che rendono Hades assolutamente imperdibile.
2. What Remains of Edith Finch
Anno: 2017
Sviluppatore: Giant Sparrow
Cosa rimane di noi quando lasciamo questo mondo? E in che modo la nostra esistenza condiziona chi ci ama? Il destino esiste davvero o è una nostra invenzione? Sono queste le domande che il gioco pone – e si pone – tramite la sua giovane protagonista. Edith Finch ha appena perso la madre ed è ora l’ultima componente ancora in vita della propria famiglia, afflitta da generazioni da una fantomatica maledizione. Decide dunque di tornare nella sua bizzarra casa d’infanzia, abbandonata da tempo ma ricca di ricordi a lei cari: ricostruire le circostanze che hanno portato alla morte prematura di tutti i suoi parenti potrà forse aiutarla a capire quale sia la sorte che la aspetta.
Quella che potrebbe sembrare a prima vista la trama di un horror è in realtà la premessa di un malinconico viaggio nel passato: ogni stanza visitata da Edith è una storia a sé, incentrata su un personaggio diverso e raccontata in modo unico. È proprio questa combinazione particolare di stili differenti il tratto più distintivo di questo gioco, che si è rivelato non solo uno dei migliori walking simulator degli ultimi anni ma probabilmente il migliore in assoluto.
3. A Plague Tale: Innocence
Anno: 2019
Sviluppatore: Asobo Studio
Francia, 1348: la vita dell’adolescente Amicia De Rune è sconvolta per sempre quando alcuni soldati dell’Inquisizione fanno irruzione nella tenuta della sua famiglia in cerca del suo fratellino Hugo, affetto da tempo da una misteriosa malattia. Ne seguirà un massacro a cui solo Amicia riuscirà a sfuggire, portando con sé il piccolo Hugo e mettendosi alla ricerca di una cura per il male che lo affligge: un male stranamente connesso alla presenza di orde di ratti che stanno diffondendo la peste nella regione, già in parte devastata dalla guerra.
A Plague Tale: Innocence ha segnato il primo successo per Asobo Studio, che si sarebbe poi fatto notare anche un anno più tardi con il mastodontico Microsoft Flight Simulator. Il pubblico ne ha apprezzato la storia e le atmosfere cupe e inquietanti, accentuate dalla colonna sonora di Olivier Derivière; e non è passato inosservato il gameplay, che fa uso di svariate meccaniche stealth per permettere alla giovane protagonista e al suo inseparabile fratellino di superare anche gli ostacoli più imprevedibili tra uno scenario apocalittico e l’altro. L’attesissimo sequel di Innocence, che seguirà ancora una volta le vicende dei giovani De Rune, si intitola A Plague Tale: Requiem e uscirà il 18 Ottobre.
4. Gris
Anno: 2018
Sviluppatore: Nomada Studio
Le 5 fasi del dolore vengono raccontate senza dire una parola in questo vibrante e coloratissimo puzzle-platformer, primo lavoro degli sviluppatori spagnoli di Nomada Studio. Si parte però dal grigio (appunto gris in spagnolo), dallo smarrimento di una ragazza che ha perso la voce e si ritrova scaraventata in un mondo tetro e ostile: spetterà al giocatore condurla, passo dopo passo, lontano da quell’abisso, aiutandola a ricomporre la propria identità andata in frantumi e a ricominciare a cantare. Anche i videogiochi sono arte e Gris ne rappresenta l’ennesima dimostrazione, grazie anche alle sue splendide sequenze animate (e potremmo dire dipinte) a mano e alla emozionante colonna sonora firmata Berlinist.
5. Spiritfarer
Anno: 2020
Sviluppatore: Thunder Lotus
Sono tanti i giochi indie che hanno come tema principale la morte, e ognuno utilizza approcci diversi per affrontarlo; Spiritfarer lo fa in modo sereno e quasi spensierato, ma sempre consapevole della sua portata. Vestirete gli sgargianti panni di Stella, appena incaricata da Caronte di sostituirlo nel compito di traghettare anime nell’aldilà: dovrete quindi esplorare un arcipelago popolato di spiriti e condurre sul vostro battello quelli più prossimi al passaggio nell’Oltretomba, tutti in qualche modo connessi al passato di Stella.
Il compito principale del giocatore è però quello di aiutare i suoi ospiti a superare i loro conflitti interiori prima di intraprendere il loro Ultimo Viaggio; e questo significa costruire loro un alloggio accogliente, soddisfare le loro richieste, preparare i loro piatti preferiti, conversare con loro, offrir loro un po’ di svago e in alcuni casi anche solo un abbraccio, purché loro lo desiderino. Potrete monitorare il loro umore in ogni momento, e migliorarlo o peggiorarlo con le vostre azioni.
È in questo modo che si giustifica la componente gestionale del gioco: bisognerà accumulare materie prime (anche tramite degli interessanti mini-game), commerciare, pescare, sbloccare nuove abilità che renderanno più semplice l’esplorazione di ogni isola. La vostra nave diventerà ben presto un villaggio galleggiante sempre più grande, i cui passeggeri si influenzeranno e arricchiranno a vicenda, fino all’inevitabile momento in cui ognuno di loro si dichiarerà pronto a dire ufficialmente addio a Stella e alla vita terrena.
6. Inside
Anno: 2016
Sviluppatore: Playdead
C’è tanto in questo gioco che a primo impatto ricorda Limbo, il precedente puzzle-platformer di Playdead: le atmosfere tetre e misteriose, la grafica minimalista e persino il protagonista, un ragazzino in fuga. Basta poco però per rendersi conto che Inside supera di gran lunga il suo predecessore, infondendo ancora più tensione e inquietudine nel giocatore grazie a una sapiente costruzione degli ambienti. Il protagonista corre, risolve puzzle, cerca di mimetizzarsi in un mondo che non esitiamo a definire post-apocalittico e che non riusciremo mai a comprendere in pieno, ma dal quale non possiamo non restare affascinati.
7. The Banner Saga
Anno: 2014
Sviluppatore: Stoic Studio
Nel 2011 tre ex sviluppatori della Bioware fondano uno studio tutto loro e cominciano a lavorare a un nuovo titolo, sul quale non sono disposti a scendere a compromessi: un gioco dalle atmosfere dark fantasy, sullo stile di Game Of Thrones e The Black Company, in cui il giocatore potesse sviluppare un legame emotivo con i personaggi e influenzarne le sorti con le proprie scelte. Dopo una fortunata campagna di crowdfunding su Kickstarter e tre anni di duro lavoro esce The Banner Saga, che non esita a raccogliere pareri positivi.
Il gioco si ispira alla mitologia norrena, e persino il motore grafico creato per l’occasione è chiamato Yggdrasil, come l’albero cosmico dei Vichinghi. In un mondo minacciato da una misteriosa oscurità e dal ritorno dei temibili Dredge, gli esseri umani tentano una fragile alleanza con i Varl, leggendari e poderosi guerrieri simili a giganti. Il giocatore controllerà diversi personaggi alla guida di due carovane in cerca di rifugio, e oltre a prendersi cura delle rispettive comunità dovrà affrontare scontri sempre più duri e frequenti con i Dredge.
In The Banner Saga ci sono dunque parecchie battaglie, con un combattimento a turni piuttosto accessibile; ma c’è anche e soprattutto una componente gestionale: deciderete come distribuire le risorse a disposizione, come addestrare le truppe e chi inserire nella vostra squadra. Grazie a un meccanismo di scelte e conseguenze ben congegnato (nonché caro agli estimatori dei giochi Bioware), le decisioni prese in qualità di leader influenzeranno l’esito della storia e determineranno la sopravvivenza o meno di alcuni personaggi; e le ripercussioni avranno un forte impatto anche sui due capitoli successivi della Saga, usciti nel 2016 e nel 2018.
8. Cuphead
Anno: 2017
Sviluppatore: Studio MDHR
Nessuno dica che i giochi indie sono sempre facili e rilassanti: con i suoi combattimenti spesso ostici, Cuphead è pronto a mettere alla prova anche i più audaci, ed è stata in parte questa la chiave del suo grande successo. Esso però è dovuto principalmente allo splendido stile grafico, ispirato ai cartoni animati degli anni ’30 e in parte costruito riutilizzando le stesse tecniche, e per la colonna sonora che accompagna le rocambolesche avventure di Cuphead e Mugman sull’isola Calamaio. Il tutto è condito da uno humor straordinario, che rende questo gioco davvero imperdibile.
9. Return To The Obra Dinn
Anno: 2018
Sviluppatore: Lucas Pope
A 5 anni di distanza dal successo planetario di Papers, Please, Lucas Pope torna alla ribalta con questo gioco a tema investigativo dalla intrigante grafica retrò. L’Obra Dinn è una nave mercantile della Compagnia Britannica delle Indie Orientali andata dispersa nel 1802 e rinvenuta in seguito senza alcun superstite; il compito del giocatore, in quanto agente assicurativo della Compagnia, sarà di salire a bordo del bastimento e scoprire cos’abbia causato una tale tragedia.
Per le vostre indagini vi affiderete a metodi decisamente fuori dall’ordinario, tra cui l’abilità di ricostruire gli ultimi momenti di vita di passeggeri e membri dell’equipaggio grazie a uno strano dispositivo affidatovi prima della spedizione; sarà però altrettanto importante disporre di un buon intuito, e a volte anche un pizzico di fortuna, sia per svelare il mistero principale che per sbloccare il resto della storia, fatta di tanti dettagli ed episodi raccontati su più piani.
10. Celeste
Anno: 2018
Sviluppatore: Matt Makes Games
Questo gioco, apparentemente di poche pretese, è riuscito a far presa su un pubblico piuttosto variegato: c’è chi ne gradisce lo stile grafico, un mix tra 3D e pixel art; c’è chi non può fare a meno di ammirarne l’eccellente level design, che spinge a completare più partite per scoprire man mano nuovi segreti e percorsi; c’è chi ne apprezza la colonna sonora, che ben si adatta a un gameplay fluido e reattivo; e c’è chi è rimasto catturato dal simbolismo del gioco, che tramite la metafora della scalata di una montagna racconta di sfide forse ancora più ardue, che si affrontano all’interno della propria mente. Qualunque sia la fetta di pubblico in cui vi identificate di più, siamo abbastanza sicuri che in Celeste troverete qualcosa da tenere con voi per molto tempo.
11. Neo Cab
Anno: 2019
Sviluppatore: Chance Agency
Siete mai stati così in preda alle vostre emozioni da non riuscire a controllare le vostre azioni? In Neo Cab potrebbe capitarvi diverse volte. In un imprecisato futuro distopico Lina è una delle ultime tassiste umane rimaste in circolazione, dopo che una multinazionale rivale ha cominciato a sostituire gli autisti con androidi e macchine a guida autonoma. Lina ha quindi difficoltà a trovare nuovi clienti; e quando la sua amica d’infanzia Savy la ricontatta dopo parecchi anni offrendosi di ospitarla nella città di Los Ojos, lei accetta di buon grado, intenzionata a rifarsi una vita.
Sfreccerete dunque nei suoi panni per le vie di una metropoli caotica e in tumulto; e in attesa di riuscire a rintracciare Savy darete passaggio a vari personaggi, ognuno con la sua storia. Ogni interazione con loro sarà influenzata dalle emozioni che provate in quel momento, alimentate dalla crescente tensione attorno a voi e monitorata da uno strano apparecchio regalatovi dalla vostra amica. Sarete in grado di mantenere la calma?
12. Unpacking
Anno: 2021
Sviluppatore: Witch Beam
Se non sapete cosa sia l’environmental storytelling ve lo spiegherà Unpacking, sviluppato dalla Witch Beam e uscito l’anno scorso. Il gioco consiste semplicemente nell’aprire scatoloni pieni zeppi di oggetti personali e trovare loro il posto giusto a seconda degli spazi a disposizione. Non sappiamo molto della persona che ha appena traslocato in quell’abitazione; ma gli oggetti che ci ritroviamo a smistare, nonché la disposizione che scegliamo (più o meno liberamente) per loro, cominciano man mano a introdurci una storia di cui ogni trasloco rappresenta un capitolo diverso.
Abbiamo la cameretta dell’infanzia, con tanto di diario segreto sotto il cuscino; ma anche il primo appartamentino da universitaria, una casa condivisa con dei coinquilini o magari con un partner, un’altra un po’ più grande in cui metter su famiglia: una vita intera passa da quegli scatoloni. Ed è interessante riuscire a coglierne man mano le varie sfumature in base ai ricordi che vengono portati con sé di volta in volta, a quelli che si formano da un trasloco all’altro e a quelli a cui, per varie ragioni, non è semplice far posto. Unpacking è un gioco rilassante che racconta una storia semplice in modo decisamente non convenzionale.
13. Abzu
Anno: 2016
Sviluppatore: Giant Squid Studios
Se avete amato Subnautica, ma avreste voluto la possibilità di godervi la bellezza delle profondità acquatiche senza dovervi sforzare di restare in vita, Abzu potrebbe fare al caso vostro. Questo breve e rilassante gioco mette da parte le componenti survival di molti giochi ambientati sott’acqua, per lasciare al giocatore la semplice ma tanto ambita possibilità di esplorare l’oceano senza alcun rischio. E non c’è neanche una vera e propria storia: siete semplicemente un sommozzatore che si avventura negli abissi e osserva con interesse quello che trova. Potrete nuotare con la massima libertà e fluidità di movimento da un ambiente all’altro, ammirare la flora marina, seguire i percorsi degli animali acquatici attorno a voi e persino cavalcarne alcuni, o semplicemente guardarli da lontano mentre meditate su una delle tante statue sommerse disseminate sul fondale.