The Staircase è una serie televisiva ispirata alla storia vera dello scrittore Michael Peterson accusato della morte della moglie Kathleen Hunt Atwater. Colin Firth e Toni Collette sono i protagonisti dello show disponibile dall’8 giugno su Sky e NOW. Il caso ha ispirato anche l’omonima docuserie crime portata in Italia da Netflix e diretta da Jean-Xavier De Lestrade.
I fatti raccontati in The Staircase risalgono al dicembre del 2001 e si svolsero nella Carolina del Nord, quando Michael Peterson, noto giornalista e scrittore americano, trovò sua moglie, Kathleen Peterson, ai piedi della scala interna nella loro villa di Forest Hills. La donna giaceva a terra sanguinante, l’uomo chiamò subito il 911, ma le ferite riportate da Kathleen erano letali e la donna morì nonostante l’arrivo dei soccorsi.
Le indagini della polizia si indirizzarono proprio verso lo scrittore. Peterson ipotizzò nella sua testimonianza che la donna fosse caduta dopo essere inciampata, ma l’autopsia rivelò alcune ferite precedenti alla caduta. Gli inquirenti ipotizzarono che l’arma del delitto fosse un attizzatoio, ritrovato solo in seguito.
A peggiorare la posizione di Michael Peterson fu una scoperta fatta durante il procedimento giudiziario. Quando lo scrittore si trovava in Germania, un’amica di famiglia morì in maniera simile a quella di Kathleen. La donna, cessò di vivere a causa di un’emorragia cerebrale causata da una caduta dalle scale. La polizia tedesca aveva accertato che la caduta e la morte della donna erano state accidentali, e Peterson adottò le figlie dell’amica morta.
Il movente dello scrittore, secondo l’accusa, era da ricercarsi nella sua bisessualità. Sua moglie avrebbe scoperto le sue relazioni extraconiugali con uomini, trovando sul computer del marito migliaia di foto di uomini nudi e scambi di mail con un giovane escort con cui si sarebbe dovuto vedere nuovamente. Secondo l’accusa, in seguito a questa scoperta, la coppia avrebbe litigato e la donna sarebbe stata colpita e uccisa dal marito. Michael, da parte sua, affermò che la moglie conosceva il suo orientamento sessuale e lo accettava perché il loro era un matrimonio aperto.
Al termine del processo, l’accusa convinse la giuria sulla colpevolezza dello scrittore e Peterson fu condannato all’ergastolo.
Otto anni dopo l’incarcerazione dello scrittore, si scoprì che Duane Deaver, l’agente dell’SBI (State Bureau of Investigation), era stato negligente nell’analizzare il sangue sulla scena del crimine. Inoltre Deaver, in molti casi, si era schierato volutamente dalla parte dell’accusa. Grazie a queste nuove prove, fu decisa la riapertura del caso e Michael Peterson ottenne la libertà condizionata.
Nel riesame delle prove, venne alla luce che queste ultime erano state pesantemente inquinate dagli inquirenti: l’attizzatoio, ad esempio, era stato ritrovato, ma era stato intenzionalmente nascosto. Peterson, sfiduciato per il comportamento della giustizia, non si dichiarò colpevole ma patteggiò una condanna inferiore al periodo di detenzione già scontato, ottenendo l’immediata libertà.