Facebook ha iniziato a distribuire una funzione che ridefinisce i confini tra ciò che condividi volontariamente sui social e ciò che resta confinato nel tuo dispositivo personale. Meta AI può ora accedere alle foto salvate nella galleria del tuo smartphone, analizzarle e suggerirti modifiche creative da pubblicare su Feed e Stories, anche se quelle immagini non sono mai state caricate sulla piattaforma. La funzionalità è disponibile per tutti gli utenti negli Stati Uniti e in Canada, previa attivazione esplicita, ma presto arriverà anche in Italia.
Il meccanismo è stato annunciato ufficialmente da Meta venerdì scorso e riportato da TechCrunch, dopo una fase di test avviata durante l’estate. Quando apri l’app di Facebook, ti viene presentata una finestra di dialogo che richiede il permesso di abilitare l’elaborazione cloud per ottenere idee creative realizzate per te sulla tua galleria. Il messaggio è rassicurante: collage automatici, riepiloghi, restyling tramite intelligenza artificiale, temi di compleanno personalizzati. Tutto pensato per semplificarti la vita e rendere più accattivanti i tuoi post.

Ma cosa significa davvero elaborazione cloud? In pratica, per far funzionare l’AI, Facebook carica continuamente le tue foto sul cloud di Meta. Questo processo permette ai modelli di intelligenza artificiale dell’azienda di analizzare le immagini, riconoscere volti, oggetti, date e contesti, e quindi elaborare suggerimenti creativi. Non si tratta di un’analisi locale sul tuo dispositivo: le tue foto viaggiano sui server di Meta, dove vengono processate da algoritmi sofisticati.
Meta assicura che i dati visivi caricati non verranno utilizzati per finalità pubblicitarie mirate e che non saranno impiegati per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale, a meno che tu non decida di modificare effettivamente le immagini o di condividere le versioni editate con amici e follower. In quel momento, però, il contenuto entra a pieno titolo nell’ecosistema di Meta, con tutte le conseguenze del caso. La funzione può essere disattivata in qualsiasi momento dalle impostazioni dell’app, ma il punto resta: devi attivarla consapevolmente, e una volta fatto, il flusso di dati è continuo.
Accettare i Termini di Servizio dell’AI di Meta significa autorizzare l’analisi dei tuoi contenuti multimediali e delle caratteristiche facciali. I termini specificano che, processando le tue foto, Meta ha la capacità di “riassumere il contenuto delle immagini, modificare immagini e generare nuovi contenuti basati sull’immagine“. L’azienda utilizza anche informazioni come la data dello scatto e la presenza di persone o oggetti per creare le sue proposte creative. In altre parole, Meta ottiene accesso a un patrimonio di informazioni su di te, sulle tue relazioni personali, sui luoghi che frequenti e sulle tue abitudini quotidiane. Se decidi di attivare questa funzione, fallo con consapevolezza. Leggi attentamente cosa stai autorizzando. E ricorda: ogni foto che carichi, ogni volto che l’AI riconosce, ogni momento che l’algoritmo cataloga, diventa un tassello in più nel mosaico digitale che Meta sta componendo su di te.