Se la vostra casella di WhatsApp somiglia ormai a un campo di battaglia tra messaggi non letti di aziende sconosciute, gruppi dimenticati e contatti che bombardano senza sosta, preparatevi a un cambio di paradigma. WhatsApp ha deciso di affrontare il problema dello spam alla radice, introducendo un sistema di limitazione che colpisce direttamente chi invia troppi messaggi senza mai ricevere risposta. Non si tratta di un semplice filtro o di una funzione da attivare nelle impostazioni, è un limite concreto, automatico e pensato per trasformare l’esperienza d’uso dell’app di messaggistica più diffusa al mondo.
Ogni messaggio inviato a persone che non fanno parte dei vostri contatti abituali, o con cui non avete una conversazione attiva, verrà conteggiato in un limite mensile. Se mandate tre messaggi a qualcuno conosciuto a una conferenza e non ottenete risposta, quei tre messaggi pesano sul vostro contatore. Lo stesso vale per le aziende che utilizzano WhatsApp Business per raggiungere potenziali clienti. L’unica via per azzerare il conteggio è ricevere una risposta: un semplice ok o un’emoji bastano a resettare il sistema e a far tornare quella conversazione nel territorio sicuro degli scambi bidirezionali. WhatsApp non ha ancora rivelato quale sia esattamente questo limite mensile, e il motivo è strategico: l’azienda sta testando diverse soglie in vari mercati per capire quale equilibrio funzioni meglio. Quello che sappiamo è che, quando un utente o un’azienda si avvicina al limite, l’app mostrerà un avviso chiaro con il conteggio esatto dei messaggi inviati senza risposta. Una sorta di semaforo giallo prima del rosso definitivo, che bloccherà temporaneamente la possibilità di inviare nuovi messaggi a sconosciuti.

La compagnia ha dichiarato a TechCrunch che l’utente medio non dovrebbe mai trovarsi a sbattere contro questo muro invisibile. L’obiettivo non è penalizzare chi usa WhatsApp in modo legittimo, magari per lavoro o per espandere la propria rete di contatti. Il vero bersaglio sono gli spammer seriali: quelle aziende che sparano messaggi promozionali a tappeto, quei venditori aggressivi che irrompono nelle vostre chat senza essere stati invitati, quegli account automatizzati che trasformano WhatsApp in una versione indesiderata di una casella email degli anni Duemila.
Questa mossa rappresenta l’ultimo tassello di una strategia più ampia che WhatsApp sta portando avanti da oltre un anno. A luglio 2024, l’azienda ha iniziato a testare limiti specifici sui messaggi di marketing che le aziende possono inviare mensilmente attraverso WhatsApp Business. A novembre dello stesso anno, ha introdotto la possibilità per gli utenti di disiscriversi dai messaggi promozionali delle aziende, mantenendo però attiva la comunicazione per aggiornamenti o supporto tecnico. Un compromesso intelligente: le aziende possono continuare a usare WhatsApp come canale di customer service, ma devono rinunciare al bombardamento pubblicitario unilaterale. Il test si sta espandendo in diversi paesi nelle prossime settimane, e sarà interessante vedere come reagiranno mercati con culture comunicative diverse. In alcuni contesti, WhatsApp è ancora percepito come uno strumento privato e personale. In altri, è diventato l’equivalente digitale della piazza del mercato, con tutti i rumori, le sollecitazioni e il caos che ne conseguono. Riportare ordine in questa piazza senza soffocare la vitalità che la rende utile è la sfida che WhatsApp si è posta, e da cui dipenderà buona parte del suo futuro come piattaforma di comunicazione globale.