Sembra di vedere l’inizio della serie tv Adolescence, con un ragazzino di 13 anni che viene arrestato dalla polizia, ma questa volta è realtà e il motivo è assurdo e inquietante allo stesso tempo. Open AI aveva già spiegato ai suoi utenti che le conversazioni potenzialmente pericolose venivano segnalate alle forze dell’ordine, ma nessuno avrebbe creduto che sarebbe successo davvero e non così a ridosso dalla comunicazione ufficiale. A DeLand, in Florida, un ragazzo di 13 anni ha pensato bene di usare il computer della scuola per chiedere a ChatGPT come uccidere un suo amico. Nel giro di poche ore si è ritrovato arrestato. Non è stata la battuta dell’anno, per dirla con un eufemismo. E soprattutto, non è rimasta segreta nemmeno per un istante.
Il fatto interessante, e per certi versi disturbante, è che il ragazzo non ha dovuto confessare nulla a nessuno. Nessun compagno ha fatto la spia, nessun professore ha sbirciato oltre la sua spalla mentre digitava. Il laptop era fornito dalla scuola e, come molti dispositivi scolastici negli Stati Uniti, era dotato di un software di monitoraggio chiamato Gaggle. Questo programma tiene d’occhio tutto ciò che gli studenti fanno sui computer scolastici, analizzando query, ricerche e contenuti in tempo reale.
Teenager arrested after asking ChatGPT 'how to kill my friend in the middle of class'
Ian Franco, a 13-year-old student from Southwestern Middle School, Florida, was arrested after a Gaggle alert identified a message in ChatGPT that read, “How to kill my friend in the middle of… pic.twitter.com/oAVwktpETN
— GDN Online (@GDNonline) September 30, 2025
Quando il tredicenne ha digitato “come uccidere il mio amico in mezzo alla classe“, il sistema ha immediatamente segnalato la query come estremamente problematica. Non c’è bisogno di spiegare perché quella frase avrebbe fatto scattare un allarme in qualsiasi contesto scolastico americano, ma nell’era post-Columbine e con la crescente preoccupazione per la sicurezza nelle scuole, certe parole equivalgono a un grilletto digitale.
Le autorità sono intervenute nel giro di poche ore. Un agente si è presentato a scuola e il ragazzo è stato arrestato e trattenuto. La sua difesa, quando gli è stato chiesto spiegazioni, è stata quella classica, quasi prevedibile: stava scherzando. Ha detto all’agente che stava “solo trollando“. Il suo amico lo aveva infastidito, quindi ha pensato di chiedere a un’intelligenza artificiale come eliminarlo durante la lezione. Una bravata, secondo lui. Un reato, secondo lo Volusia County Sheriff’s Office.
Lo Volusia County Sheriff’s Office ha colto l’occasione per lanciare un avvertimento pubblico ai genitori: tenete d’occhio i vostri figli e assicuratevi che capiscano che certi scherzi non sono più tollerati. Quello che può sembrare un innocuo troll online può trasformarsi in un reato penale con conseguenze permanenti. Un precedente penale a 13 anni non è esattamente il modo migliore per iniziare l’adolescenza. C’è anche un’altra lezione, meno evidente ma altrettanto importante: ChatGPT e gli altri chatbot basati su intelligenza artificiale non sono complici neutrali. Sono strumenti che possono essere usati in modi creativi, educativi, persino divertenti, ma anche in modi pericolosi o inappropriati. E soprattutto, lasciano tracce. Ogni interazione, ogni query, ogni richiesta può essere registrata, analizzata, segnalata. L’illusione della privacy digitale è esattamente questo: un’illusione.