Gli X-Men rappresentano una delle squadre di supereroi più amate dell’universo Marvel, simbolo di speranza e lotta per i diritti dei mutanti. Eppure, dietro l’immagine eroica si nasconde una verità scomoda: alcuni membri del team vantano un conteggio di vittime che farebbe impallidire molti villain. Non si tratta sempre di cattivi sconfitti in battaglia. Alcune delle figure più iconiche della squadra portano con sé passati oscuri, macchiati da atti che sfidano ogni definizione di eroismo.
La natura mutevole del roster degli X-Men complica ulteriormente il quadro. Nel corso dei decenni, la squadra ha accolto tra le sue fila alcuni dei peggiori criminali dell’universo Marvel, villain redenti che hanno portato con sé il peso delle atrocità commesse prima della loro conversione. Quantificare esattamente quante persone ogni membro abbia ucciso è un’impresa ardua, ma è possibile stabilire una gerarchia basata sugli eventi documentati nei fumetti. Questa classifica rivela verità inquietanti su chi indossa realmente la X sulla divisa.
Ciclope e l’arma biologica contro gli Skrull

Scott Summers, leader storico degli X-Men, non è solo uno degli strateghi più brillanti del team: è anche uno dei suoi membri più letali. La sua capacità di orchestrare tattiche complesse e sfruttare i raggi ottici lo rende formidabile in battaglia. Ma è stata una sua decisione strategica, moralmente discutibile, a portare la sua letalità a un livello completamente diverso durante l’invasione Skrull narrata in Secret Invasion.
Di fronte a un’invasione aliena che minacciava l’intera Terra, Ciclope ha preso una decisione drastica: liberare una versione modificata del Legacy Virus contro le forze Skrull. Si tratta, tecnicamente, di un crimine di guerra perché si tratta dell’uso di armi biologiche contro un esercito nemico. Pur avendo predisposto un antidoto per costringere i vertici Skrull a ritirarsi, il virus ha comunque decimato una porzione significativa delle loro truppe prima che l’antidoto potesse essere distribuito. Il numero esatto di morti rimane sconosciuto, ma si parla di centinaia, se non migliaia, di vittime di questa forma di guerra batteriologica.
Il Fenomeno: il passato da villain non si cancella

Cain Marko è conosciuto principalmente come uno dei nemici più potenti degli X-Men. In quel ruolo ha seminato distruzione per anni, causando la morte di centinaia, probabilmente migliaia, di vittime innocenti. Il fatto che successivamente si sia redento e abbia collaborato con la squadra non cancella questo bilancio di sangue. Quando si parla di letalità tra i ranghi degli X-Men, il suo passato da villain conta eccome.
Uno dei suoi atti più atroci risale al momento stesso in cui acquisì i suoi poteri da Cyttorak: massacrò un intero villaggio su ordine della divinità mistica. Ma forse l’episodio più oscuro della sua carriera criminale fu la detonazione di una bomba al World Trade Center insieme a Black Tom Cassidy, un atto terroristico che causò numerose vittime. Va precisato che questo evento fumettistico avvenne prima della tragedia dell’11 settembre 2001, ma resta comunque uno degli atti più spregevoli attribuibili a un personaggio che successivamente avrebbe vestito i panni dell’eroe.
Arcangelo e il massacro di Tucker Creek

Warren Worthington III, meglio conosciuto come Angelo o Arcangelo, è uno dei membri originali degli X-Men. La sua storia eroica è stata però ripetutamente compromessa dalla sua connessione con Apocalisse, uno dei villain più potenti dell’universo Marvel. Questa relazione tossica ha trasformato il nobile eroe alato in uno strumento di morte e distruzione, con conseguenze devastanti.
Come Angelo della Morte al servizio di Apocalisse, Warren aveva già causato caos a Manhattan, anche se l’entità precisa delle vittime rimane incerta. Ma quando divenne il successore designato di Apocalisse stesso, la sua letalità raggiunse un picco raccapricciante: distrusse la piccola città di Tucker Creek, nel Montana, causando la morte di 5.301 persone. Il massacro non fu un atto di violenza cieca, ma parte di un piano per sostituire la cittadina con una sfera contenente Tabula Rasa, un mondo microscopico in rapida evoluzione. Un numero preciso, agghiacciante, che pesa sulla coscienza di uno dei membri più tormentati del team.
Magneto: quando il magnetismo diventa un’arma di distruzione di massa

Erik Lehnsherr, alias Magneto, è stato per decenni l’arcinemico per eccellenza degli X-Men. La sua crociata per la supremazia mutante lo ha portato a compiere atti di terrorismo su scala globale. Col tempo, le sue posizioni si sono allineate con quelle di alcuni X-Men come Ciclope, portandolo a unirsi alla squadra in più occasioni, inclusa la sua partecipazione all’Extinction Team, uno dei roster più potenti mai assemblati. Ma come Fenomeno, Magneto porta con sé un passato intriso di sangue.
Quantificare esattamente quante persone abbiano perso la vita a causa delle azioni di Magneto è praticamente impossibile. Tuttavia, uno dei suoi atti più devastanti offre un’idea della portata della sua letalità: nel 1993, in X-Men numero 25, disabilitò tutti i dispositivi elettronici della Terra con un impulso elettromagnetico globale. Charles Xavier stimò che questo atto causò centinaia, forse migliaia di morti, tra aerei precipitati e macchinari salvavita disattivati. In realtà, la stima di Xavier è probabilmente fin troppo conservativa. Un EMP globale causerebbe milioni di morti: ospedali paralizzati, sistemi di controllo del traffico aereo azzerati, blackout totali nelle aree urbane. Il bilancio effettivo sarebbe stato catastrofico.
Wolverine: più di un secolo di carneficina

Quando si pensa agli X-Men letali, Logan è probabilmente il primo nome che viene in mente. Wolverine incarna la violenza controllata: la sua tendenza a scivolare in uno stato di furia berserker lo rende uno degli eroi più brutali della Marvel, tanto più impressionante considerando che le sue armi sono semplicemente gli artigli di adamantio che fuoriescono dalle sue mani. A differenza di personaggi come Magneto, che possono causare distruzione su vasta scala, Wolverine accumula il suo conteggio di vittime una persona alla volta, in combattimenti ravvicinati e personali.
Un’analisi della terza serie a fumetti dedicata a Wolverine, dove lavora come agente dello SHIELD, offre uno sguardo scioccante sulla sua letalità. In una sola run di sei numeri, Logan accumula almeno 1.800 uccisioni confermate. Sei numeri. Meno di sei mesi di attività. Ora, consideriamo che Wolverine è nato nell’Ottocento e ha vissuto più di un secolo di guerre, missioni segrete, lavori come mercenario e battaglie contro supercriminali. Anche considerando periodi di relativa pace, è ragionevole stimare che il suo conteggio totale si aggiri tra le decine e le centinaia di migliaia di vittime. Un numero che fa di lui, probabilmente, il singolo X-Man più letale in termini di uccisioni dirette.
Bestia: lo scienziato che divenne un carnefice

Hank McCoy, il geniale Bestia, rappresenta forse la caduta morale più scioccante nella storia degli X-Men. Inizialmente un brillante scienziato e membro fondatore del team, la sua moralità ha subito un’erosione progressiva e devastante. Fu complice nell’uso dell’arma biologica di Ciclope contro gli Skrull. Fece parte degli Illuminati, il gruppo segreto che prese seriamente in considerazione la distruzione di interi mondi per evitare incursioni dimensionali. Ma riuscì a evitare di causare morti di massa in quelle occasioni.
Non così nel caso di Terra Verde. Come capo dell’X-Force di Krakoa, l’agenzia di intelligence della nazione mutante, Hank attraversò una linea che non avrebbe mai dovuto essere oltrepassata. Nel tentativo di neutralizzare la crescente potenza della piccola nazione sudamericana di Terra Verde, orchestrò deliberatamente l’ascesa di una razza intelligente di piante che massacrò l’intera popolazione civile del paese, trasformandolo in uno stato fantoccio sotto il suo controllo. Non si trattò di un danno collaterale, ma di un genocidio pianificato. L’atto segnò la sua definitiva caduta in disgrazia: gli stessi X-Men si rivoltarono contro il loro ex compagno, incapaci di perdonare tale atrocità.
Apocalisse: millenni di darwinismo sociale e violenza

En Sabah Nur, meglio conosciuto come Apocalisse, ha attraversato una significativa evoluzione caratteriale nei fumetti Marvel, passando da acerrimo nemico degli X-Men ad alleato in diverse occasioni. La sua filosofia rispecchia quella di Magneto, ma portata all’estremo: crede nella sopravvivenza del più forte e ha combattuto per secoli una guerra darwiniana per determinare chi sia degno di ereditare la Terra, che si tratti di mutanti o umani.
Questa crociata millenaria ha prodotto un conteggio di vittime difficile da quantificare, ma certamente massiccio. A differenza di Wolverine, che è essenzialmente un esercito di un uomo solo, Apocalypse ha comandato legioni di seguaci nel corso della sua esistenza, inclusi i suoi potentissimi Cavalieri. Anche tenendo conto dei suoi lunghi periodi di ibernazione attraverso i millenni, la sua immortalità significa che ha avuto secoli per accumulare morti. Una stima conservativa lo colloca responsabile di centinaia di migliaia di vittime, probabilmente molte di più se si considerano le conseguenze indirette delle sue azioni: guerre scatenate, civiltà distrutte, catastrofi orchestrate.
Bishop: milioni di morti nella caccia alla Messiah mutante

Lucas Bishop proviene da un futuro distopico in cui i mutanti sono oppressi e perseguitati. Dopo essersi unito agli X-Men del presente, la sua storia prese una piega oscura con la nascita di Hope Summers, conosciuta come la Messia Mutante. Convinto che la bambina fosse direttamente responsabile del futuro apocalittico da cui proveniva, Bishop intraprese una caccia spietata attraverso il tempo per eliminarla, entrando in conflitto con Cable, che la proteggeva.
Nel corso di questa ossessione, Bishop attraversò numerose timeline alternative, seminando morte e distruzione nel tentativo di uccidere Hope. Anche se è impossibile quantificare con precisione il numero di persone uccise in realtà alternative che potrebbero non esistere più, i fumetti suggeriscono che il suo conteggio raggiunga almeno i milioni. Distrusse intere comunità, causò il collasso di civiltà e uccise innumerevoli versioni di Cable in differenti linee temporali. La sua crociata lo trasformò da eroe del futuro a uno dei membri più letali che abbiano mai portato il nome degli X-Men, anche se tecnicamente molte delle sue vittime appartengono a realtà che non sono mai esistite nella timeline principale.