Per la seconda volta nel giro di una settimana, Apple ha rimosso dal suo App Store un’applicazione progettata per monitorare e documentare le attività controverse e gli abusi di potere dell’Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale per l’immigrazione dell’amministrazione Trump. Un pattern che solleva interrogativi scomodi sul rapporto tra i giganti della Silicon Valley e la Casa Bianca. La prima vittima di questa ondata di rimozioni era stata ICEBlock, come riportato da Gizmondo, un’app che permetteva agli utenti di segnalare in tempo reale la presenza di agenti ICE nei loro quartieri. L’obiettivo era semplice ma cruciale: tenere informate le comunità di immigrati sulla presenza delle forze dell’ordine federali nelle loro zone. Un servizio che aveva attirato le critiche feroci di diversi funzionari dell’amministrazione Trump. “Abbiamo appena ricevuto un messaggio dall’App Review di Apple che comunica la rimozione di ICEBlock dall’App Store per contenuti censurati“, aveva scritto il team di sviluppo su Bluesky la scorsa settimana. “L’unica spiegazione che riusciamo a immaginare è la pressione dell’amministrazione Trump. Abbiamo risposto e lotteremo contro questa decisione“.

Ora è toccato a Eyes Up, un’applicazione con una missione diversa ma altrettanto significativa. Invece di tracciare la presenza degli agenti in tempo reale, Eyes Up consente agli utenti di caricare video che documentano comportamenti potenzialmente abusivi da parte degli agenti dell’ICE. Il sito web dell’app offre una mappa geografica che mostra dove si sono verificati i presunti abusi, con video che forniscono prove visive degli episodi. Lo scopo dichiarato è preservare materiale digitale che possa essere utilizzato in future azioni legali contro il governo.

Foto di un poliziotto dell'immigrazione americana
Foto di un poliziotto dell’immigrazione americana, fonte: CNN

Secondo lo sviluppatore dell’app, la rimozione è avvenuta il 3 ottobre, appena un giorno dopo l’espulsione di ICEBlock. Una tempistica che difficilmente può essere liquidata come pura coincidenza. Mark, l’amministratore di Eyes Up che ha preferito mantenere l’anonimato per proteggersi da possibili ritorsioni, ha espresso la sua frustrazione al giornalista Joseph Cox di 404 Media: “Il nostro obiettivo è la responsabilità del governo, non facciamo nemmeno tracking in tempo reale. Penso che l’amministrazione sia semplicemente imbarazzata dal numero di video incriminanti che abbiamo raccolto“.

Mark ha sottolineato la cura con cui gestisce i contenuti caricati sulla piattaforma, per garantire che siano pertinenti e verificabili: “Personalmente esamino ogni singolo invio per assicurarmi che sia rilevante, descritto accuratamente per quanto posso verificare, e appropriato per la pubblicazione. Controllo persino la posizione indicata dall’utente e di solito la confronto con Google Street View per confermarla. Abbiamo un’intera app privata dedicata esclusivamente alla moderazione dei contenuti inviati“. Una prassi che dimostra un approccio responsabile alla documentazione, lontano dall’immagine di piattaforma incontrollata che potrebbe giustificare una rimozione. La compagnia di Cupertino ha mantenuto il silenzio. Non è chiaro se e come l’applicazione possa aver violato i termini di servizio dell’App Store. Anche 404 Media ha riferito che Apple non ha risposto alla propria richiesta di commento, lasciando un vuoto informativo che alimenta inevitabilmente speculazioni.

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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it