Disney sta rispolverando uno dei suoi progetti più attesi e controversi degli ultimi anni. Il live-action di Rapunzel, basato sul film d’animazione del 2010 che raccontava la storia di Raperonzolo, è ufficialmente tornato in fase di sviluppo iniziale. E la notizia più succulenta arriva dal casting: Scarlett Johansson sarebbe in trattative per interpretare Madre Gothel, la manipolatrice villain che ha tenuto la protagonista prigioniera nella sua torre per anni, sfruttando i poteri magici dei suoi capelli infiniti.
La scelta di Johansson non è casuale. Con un bagaglio di oltre 17,7 miliardi di dollari di incassi globali al botteghino, due nomination agli Oscar e una versatilità attoriale che spazia dai blockbuster Marvel ai film d’autore, l’attrice rappresenta una garanzia commerciale e artistica. Ma è soprattutto la sua capacità di incarnare personaggi complessi e sfaccettati a renderla perfetta per Madre Gothel: un ruolo che richiede carisma, ambiguità morale e una vena di oscurità sotto la superficie di un amore materno distorto.

Il progetto vede ancora alla regia Michael Gracey, il regista di The Greatest Showman, mentre la sceneggiatura è affidata a Jennifer Kaytin Robinson. La combinazione promette un mix di spettacolarità visiva e modernizzazione narrativa, elementi che Disney sta cercando di perfezionare nei suoi adattamenti live-action più recenti. Ma perché Disney aveva messo in pausa questo progetto ad aprile, per poi riprenderlo ora con rinnovato entusiasmo? La risposta sta nei numeri, ma anche nella strategia. Lo stop era arrivato dopo le performance deludenti al box office di Biancaneve, il live-action che aveva generato più polemiche che incassi. Disney aveva cominciato a interrogarsi sull’efficacia della formula classico animato trasformato in live-action, soprattutto per i titoli più datati del suo catalogo.
Tuttavia, c’è una distinzione fondamentale da fare. I film animati Disney precedenti al 1989, anno di La Sirenetta e dell’inizio del cosiddetto Rinascimento Disney, non hanno lo stesso appeal commerciale quando tradotti in live-action rispetto ai titoli successivi. Biancaneve appartiene alla vecchia guardia, mentre Rapunzel fa parte di una generazione più moderna, con un pubblico che è cresciuto con quel film e che oggi ha il potere d’acquisto per trascinare al cinema famiglie intere.
Per ora, il progetto Rapunzel rappresenta un test importante per Disney: dimostrare che la formula del live-action può ancora funzionare, a patto di scegliere le storie giuste, i talenti giusti e il momento giusto. Con Johansson a bordo e un regista dalla comprovata capacità di orchestrare spettacoli visivi emozionanti, le premesse ci sono tutte. Ora tocca a Disney trasformare questi ingredienti in un nuovo classico che possa stare accanto, e non solo dietro, all’originale animato.