Crescere senza sapere cosa sia l’amore può esser peggio che morire. Nezumi non lo aveva mai conosciuto, prima di incontrare Ao un giorno qualunque davanti a una claw machine.
Il primo amore di Nezumi arriva in Italia grazie a J-POP Manga con un primo volume accattivante, ma per certi versi ingannevole. Potrebbe sembrare la classica storia adolescenziale sulle note di “noi due contro il mondo” e in un certo senso lo è. Scoprirete, però, che il seinen di Riku Oseto è molto, molto di più. Un viaggio nelle viscere del male, dove l’amore può essere l’unica soluzione… Ma a che prezzo?
Questo manga contiene scene e temi forti che potrebbero triggerare i lettori più sensibili.
Nezumi, vittima dello sfruttamento minorile

Nezumi è una ragazza che, fin da bambina, è stata addestrata dalla Yakuza per essere una macchina omicida. Alcune tavole di Oseto mostrano fugaci sprazzi di quando era solo una bambina, rinchiusa in uno scantinato insieme ad altre, spaventate e malnutrite. Il primo volume del manga non parla apertamente di come la protagonista sia finita nelle mani della Yakuza, ma si intuisce che, fin dai suoi primi anni di vita, lei sia stata vittima di sfruttamento.
Già a partire dal secondo dopoguerra, la Yakuza sfruttava minori per spaccio di droga o prostituzione. Questi erano orfani oppure figli venduti da famiglie poverissime. Dagli anni ’60 e ’70, e poi con la cosiddetta “bolla economica” (baburu keiki) degli anni ’80-’90, il traffico di esseri umani è divenuto sempre più copioso e sistematico. Questo fino agli anni Duemila in cui, a causa dell’eccessiva visibilità mediatica, il fenomeno è sopravvissuto in forme più nascoste, servendosi della nuova tecnologia e delle reti globali.
Alcuni casi degli ultimi due decenni dimostrano che lo sfruttamento minorile non è mai scomparso. Secondo un articolo di Tokyo Reporter pubblicato il 24 maggio 2013, Kengo Mizoguchi era il capo di un grande giro di prostituzione minorile. Riceveva la maggior parte dei propri proventi dall’attività di una giovane di 17 anni nella prefettura di Fukuoka. In totale c’erano ben 22 sospettati.
A distanza di diversi anni, nel 2025, uno degli ultimi casi che ha fatto scalpore è quello della prefettura di Saitama. Ce ne parla nuovamente Tokyo Reporter. Chihiro Fushimi e Masaru Minowa, quest’ultimo membro di un’organizzazione criminale, hanno ammesso di aver costretto una ragazzina di 14 anni a prostituirsi. E questo, purtroppo, è solo ciò che si è riusciti a sapere di un fenomeno che, ancora oggi, non trova la parola fine.
Nezumi, intrappolata in una realtà distorta

Una sera la piccola Nezumi, per difendersi da un membro della Yakuza che vuole violentarla, lo accoltella alla gola. Lei viene perdonata per aver ucciso quell’uomo e viene scelta per essere una killer, quasi come fosse una promozione. Una “salvezza”, secondo loro, dal degrado e dal dolore che avrebbe provato insieme alle altre. Diventa sempre più brava, una macchina infallibile.
In questa realtà completamente distorta, dove la vittima è in debito col carnefice, Nezumi non prova più nulla. Si sveglia, si prepara, esce, obbedisce, uccide, torna a dormire. Quell’atto di legittima difesa le ha consentito di sopravvivere, ma non di vivere. Nezumi non è libera, non lo è mai stata e non lo sarà mai. La cosa più triste è che finora lei non se n’è nemmeno mai resa conto, poiché non può sentire la mancanza di qualcosa che non ha mai avuto. Uccidere è la sua normalità da che ne ha memoria, non esiste altro.
Per questo, l’incontro con Ao è molto più che una semplice deviazione di percorso, e non è certamente mera occasione per inserire un filone sentimentale nel racconto. Nezumi si accorge, finalmente, che c’è qualcosa di nuovo, tutto da scoprire. Qualcosa di impensabile per lei: l’amore.
L’amore come unica soluzione

Ao si inserisce ne’ Il primo amore di Nezumi come il classico protagonista maschile di uno shōjo: innamoratosi a prima vista della ragazza, fa di tutto per incontrarla di nuovo e dichiararle platealmente i propri sentimenti, gridandoli a squarciagola in un parco per bambini. Quella della sua confessione è una scena a dir poco surreale, estremamente fuori contesto rispetto alla nuvola nera che avvolge Nezumi. In qualche modo, però, funziona nella sua iperbole. Ecco che arriva la rottura del sistema, in perfetto stile romance scolastico.
In un primo momento, può straniare e distogliere il lettore dalla messa in scena, ma presto viene fuori un gancio fondamentale. Il ragazzo, a un certo punto, si scusa per essere piombato all’improvviso ed essersi dichiarato a lei. “Scusa”. Nezumi non ha mai sentito quella parola provenire dalla bocca di anima viva. Nel suo mondo contorto, dove il male non chiede perdono e il bene sì, qualcosa sta per cambiare. L’amore è rottura col passato, ma è anche cura delle vecchie ferite. Sarà anche salvezza? Oppure finirà per portare altro dolore e a creare nuove cicatrici? A prescindere da questo, sembra essere l’unica soluzione per far rivivere Nezumi.
Il male non risparmia nessuno

Anche se il rapporto tra i due giovani innamorati dona a Il primo amore di Nezumi – almeno a tratti – una nota apparentemente più leggera, il lettore deve ben guardarsi dall’affrontare questo manga con serenità.
Non è stato facile scoprire il lato più crudo delle tavole di Riku Oseto, dove il dolce design dei protagonisti viene profanato dalla violenza e dalla crudeltà. Il tratto quindi si fa più deciso, i volti si adombrano e i corpi si sporcano. Anche se per un lasso di tempo contenuto, l’opera non edulcora il dolore fisico ed emotivo che, a chi legge, arriva come un pugno allo stomaco.
Dunque, anche se il tema sentimentale di tipo adolescenziale vuole sicuramente smorzare i toni cupi del racconto, mettendo sul piatto romanticismo plateale e prime imbarazzanti pulsioni, Il primo amore di Nezumi non lascia che questo offuschi una dura verità. La ruota del male non risparmia nessuno in alcun modo e noi non dobbiamo dimenticarlo. Non gira secondo regole scritte, travolge e basta, e a dimostrarlo ancor di più è il finale di questo primo volume. Un epilogo tagliente, disturbante, che sa accogliere la curiosità di un lettore ormai disposto a soffrire.
Conclusioni
Il primo amore di Nezumi è un seinen che ci mette faccia a faccia col dolore, senza addolcire la pillola. Per quanto la componente romance possa inizialmente straniare, si rivela essenziale per dare alla protagonista una rottura con il passato e il mezzo per poter rivivere, anche se il male non conosce una vera fine. Un inizio che lascia il segno.
The Good
- Il personaggio di Nezumi offre spunti sociali e psicologici profondi
- Autentica rappresentazione del dolore
- Finale spiazzante che spinge a proseguire la lettura
The Bad
- La componente sentimentale sopraggiunge con toni stranianti, ma solo in un primo momento
- Alcune tavole possono triggerare il lettore
-
Voto ScreenWorld