È trapelata una bozza del piano di Jon Voight per Hollywood, che include un incentivo fiscale federale del 10% per la produzione cinematografica e televisiva, abbinato a un “test culturale” americano simile alle regole del Regno Unito. Il documento, pubblicato da Deadline martedì, è stato “concepito esclusivamente a scopo di discussione” ed è stato diffuso senza autorizzazione, secondo quanto affermato in una nota dal partner di produzione di Voight, Steven Paul. Quest’ultimo ha dichiarato che le idee contenute nel documento siano “il culmine di ampie conversazioni” che lui e Voight hanno avuto con le parti interessate del settore e “non intendono guidare un’azione politica definitiva, né riflettono alcuna politica o posizione formale“.

Voight e Paul avevano precedentemente dichiarato di aver presentato un piano “completo” al presidente Trump durante il fine settimana a Mar-a-Lago. Il presidente si è soffermato su un singolo elemento, i dazi sulla produzione estera, prima di lunedì. Altri, a Hollywood, hanno sollecitato un incentivo fiscale federale che integri l’attuale mosaico di crediti d’imposta statali. La bozza del piano Voight presenta diverse caratteristiche uniche, tra cui l’obbligo, per le produzioni, di contribuire alla cultura americana. Il test culturale del Regno Unito ha lo scopo di proteggere la cultura tipicamente britannica dall’invadenza del cinema e della televisione americani. Essendo il principale esportatore culturale al mondo, gli Stati Uniti non sono generalmente considerati un problema di questo tipo.

Negli stati americani in cui sono previsti incentivi cinematografici, il governo non controlla il contenuto delle produzioni sovvenzionate, poiché l’atto è stato interpretato come una violazione del Primo Emendamento. Il documento include anche un tentativo di ripristinare le regole sugli interessi finanziari e sulla sindacazione, o regole fin-syn, abolite dalla Federal Communications Commission, 30 anni fa. Queste impedivano alle principali emittenti televisive di detenere la proprietà della programmazione in prima serata. La bozza cercherebbe di reintrodurre tale restrizione e di applicarla ai servizi di streaming, una mossa che, senza dubbio, susciterebbe una reazione negativa da parte del settore. Voight ha, inoltre, suggerito un dazio per contrastare la “produzione incontrollata“.

Jon Voight e Donald Trump
Jon Voight e Donald Trump, fonte: MANDEL NGAN/AFP/Getty Images

A differenza della proposta di Trump, quella di Voight sarebbe mirata alle produzioni che avrebbero potuto essere girate negli Stati Uniti, ma hanno scelto di delocalizzare per ottenere incentivi esteri. Il dazio sarebbe pari al 120% dell’incentivo estero, in modo da annullare il beneficio finanziario e “livellare il campo di gioco“. La scorsa domenica, Trump ha proposto un dazio del 100% su tutta la produzione estera, sconcertando e allarmando molti operatori del settore. Lunedì, la Casa Bianca ha dichiarato di non aver preso alcuna decisione definitiva e Trump ha dichiarato di volersi consultare ulteriormente con i leader del settore prima di prendere qualsiasi decisione. I Democratici hanno iniziato a schierarsi a favore di un incentivo federale, ma il sostegno dei Repubblicani rimane incerto.

Il senatore Adam Schiff ha dichiarato di voler lavorare su questa idea in modo trasversale. Anche il governatore Gavin Newsom ha proposto un incentivo da 7,5 miliardi di dollari lunedì sera, poche ore dopo che Trump aveva dichiarato che l'”incompetenza” di Newsom fosse la causa dell’esodo di posti di lavoro nel settore manifatturiero dallo Stato. In una scheda informativa ottenuta da Variety martedì, la Motion Picture Association, insieme alla Directors Guild of America e alla SAG-AFTRA, ha espresso il suo sostegno a un incentivo federale.

Dichiarazione

“Mentre il Congresso si occupa della legislazione fiscale del 2025, esortiamo i legislatori a includere un incentivo alla produzione per sostenere la produzione cinematografica e televisiva realizzata dai lavoratori americani. Ciò contribuirà a preservare e a creare posti di lavoro negli Stati Uniti, a rafforzare le economie locali in tutto il Paese e a garantire che l’America rimanga il leader mondiale nella produzione di intrattenimento”. – Motion Picture Association

La bozza della proposta di Voight aggiungerebbe il 10% agli incentivi fiscali statali e garantirebbe un credito del 20% negli stati senza incentivi. Oltre a film e programmi TV tradizionali, includerebbe anche contenuti realizzati per piattaforme digitali, tra cui X (ex Twitter), Facebook e YouTube. Saranno offerte sovvenzioni separate per i proprietari di teatri, le strutture di produzione, gli effetti visivi e l’intelligenza artificiale. L’MPA, per il momento, ha rifiutato di commentare la bozza del piano.

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Diplomata alla Scuola Internazionale di Comics di Napoli - corso di sceneggiatura -, è impegnata in progetti di scrittura creativa e recensioni. Cresciuta con la consapevolezza che “All work and no play makes Jack a dull boy”. Paladina dello Sturm und Drang. Adepta del Lato Oscuro della Forza.