Google è finito sotto accusa a causa della sua funzionalità AI Overviews, che riassume direttamente nei risultati di ricerca il contenuto di vari siti web. Reuters segnala che la società di educazione online Chegg ha intentato una causa contro il colosso tecnologico, sostenendo che questa tecnologia stia danneggiando il traffico e i ricavi delle piattaforme digitali. Secondo Chegg, Google starebbe trasformando il proprio motore di ricerca in un motore di risposte, eliminando la necessità per gli utenti di visitare le fonti originali.

L’azienda, che già affrontava difficoltà economiche, ha registrato un calo del 24% nei ricavi annuali e ha dovuto licenziare centinaia di dipendenti. Secondo il CEO Nathan Schultz, la questione va oltre Chegg: riguarda l’intero settore dell’editoria digitale e l’accesso a contenuti verificati e approfonditi, ora minacciato da riassunti generati automaticamente e spesso imprecisi. L’accusa principale è che Google sfrutti il monopolio del mercato per obbligare i siti web a fornire i propri contenuti senza compenso, mentre integra direttamente annunci pubblicitari nei risultati generati dall’IA.

Le preoccupazioni sollevate da Chegg non sono nuove: già in passato, numerosi editori e siti di informazione avevano espresso timori sulla possibilità che l’IA Overviews riducesse drasticamente il traffico ai loro portali. L’associazione News/Media Alliance, che rappresenta oltre 2.000 editori, aveva avvertito che l’impatto di questa tecnologia sarebbe stato catastrofico per il settore.

Dal canto suo, Google ha difeso il proprio operato, affermando che le sintesi generate dall’IA migliorano l’esperienza di ricerca e aumentano le opportunità di visibilità per un maggior numero di siti web. Tuttavia, nonostante queste dichiarazioni, l’azienda ha dovuto affrontare critiche per la scarsa affidabilità dei suoi riassunti, noti per errori clamorosi come il famigerato suggerimento di mettere la colla sulla pizza.

Il caso Chegg rappresenta la prima causa antitrust individuale contro l’IA Overviews, ma potrebbe aprire la strada ad altre azioni legali. Con il crescente dibattito sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella ricerca online, il futuro della navigazione web e del modello economico basato sui contenuti digitali appare sempre più incerto.

Condividi.

Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it