Robot trasformabili e soldatini. Potremmo ricondurre a questo l’essenza dell’Energon Universe, il titanico universo narrativo targato Image Comics che riporta in scena due dei grandi cult animati degli anni ’80. Se da un lato questa verità ci ricorda come Transformers e G.I. Joe siano stati parte integrante di un vissuto collettivo fatto di animazione e merchandise, dall’altro non si può negare come alcuni aspetti di questi universi narrativi siano degli evergreen.
Due contesti narrativi figli di un’epoca storica precisa, e ancor più radicati all’interno di un tessuto sociale, quello americano, che li hanno inevitabilmente plasmati. Dove i Transformers sono riusciti ad avere un appeal più internazionale, i combattenti guidati da Duke hanno patito un radicale cambio nella percezione dell’interventismo statunitense, che si è arrestato al termine degli anni ’80.
Oltre la nostalgia

I metallici heroes in disguise sono riusciti quindi a rimanere sempre al centro dell’attenzione dei fan. Animazione, cinema e videogiochi sono stati centrali in questa preservazione, senza dimenticare come il mondo del fumetto abbia contribuito anche con team up incredibile, dai Ghostbuters a Star Trek.
Più complicato tenere vivo l’interesse per i G.I. Joe oltre i confini nazionali, dove già il brand faticava. L’esperienza cinematografica non ha dato i frutti sperati, sono mancate operazioni crossmediali di successo e il mito di questi combattenti è passato in secondo piano.
Ma essendo anch’essi figli degli anni ’80, i G.I. Joe hanno goduto di quell’effetto nostalgia che alimenta da tempo il mondo dell’entertainment. Meccanismo spiegato alla perfezione nel saggio L’Effetto He-Man, ma che ha trovato ulteriore forza nell’intenzione di creare un universo cinematografico condiviso tra Transformers e G.I. Joe.
E il mondo dei comics non poteva certo essere da meno.
Kirkman, il creatore di mondi

Pur essendo rimasti in bella mostra per diversi anni, i Transformers necessitavano di una nuova verve. Non una semplice operazione di svecchiamento, dunque, quanto un vero e proprio restart, una nuova narrazione che, pur tenendo presente della mitologia dei figli di Cybertron, li consegnasse a un nuovo pubblico. E questa è un’operazione perfetta per Robert Kirkman.
Ha rivitalizzato il mito degli zombie con The Walking Dead e riscritto le regole del comics supereroico con Invincible. La specialità d Kirkman è dare nuovo lustro e visione a concept tradizionali, giocando sulle loro fragilità per creare nuove dimensioni narrative in cui tirar fuori storie che sappiano parlare al pubblico contemporaneo.
Non stupisce dunque che proprio Kirkman, assieme a Lorenzo de Felici, abbia tenuto a battesimo l’Energon Universe con Void Rivals, serie originale che anticipa gli eventi del primo arco narrativo di Transformers. Daniel Warren Johnson raccoglie il testimone con Transformers, dove incorpora questa spinta innovativa, reinterpretando il personaggio di Optimus Prime, privandolo di elementi considerati essenziali per la sua figura.
Questo approccio non si limita a una nostalgia superficiale, ma mira a raccontare in modo contemporaneo e appassionante entrambi i brand, trasformandoli in un universo narrativo coerente oltre il semplice scopo commerciale.
Guerra tra le stelle

Le tre serie dell’Energon Universe si distaccano chiaramente dalle radici delle animazioni degli anni ’80, che puntavano a una narrazione più pacata per un pubblico giovane. Eccezion fatta per G.I. Joe che per sua natura allungava la propria ombra su una demografica più ampia, i fumetti abbandonano l’idea di rivolgersi a pre-adolescenti e adolescenti per affrontare con maggior piglio tematiche di grande impatto, pur diluendole con momenti di ironia e alleggerimento.
D’altronde, il sentiero tracciato da Kirkman è stato chiaro sin dall’inizio.
Con ogni progetto che realizzo, cerco sempre di mettermi alla prova. Una cosa che ho sempre amato fare è iniziare con una storia piccola per poi espanderla sondando tutte le sue possibilità man mano che si avanza. Con Void Rivals faremo le cose in grande più di quanto io abbia mai fatto e lo faremo ad un ritmo molto più veloce. Questo progetto sarà monumentale.
Void Rivals non aspira a essere una space opera o un caposaldo della hard sci-fi, ma offre una lettura dinamica e divertente, arricchita da momenti di tensione e adrenalina. Kirkman riesce a mantenere un equilibrio delicato, dando spazio all’intrattenimento senza compromettere il world building e la caratterizzazione emotiva dei personaggi.
Ed apre così al meglio lo scenario dell’Energon Universe.
Heroes in disguise

Dalle atmosfere sci-fi di Void Rivals, alla ipercinetica visione di Daniel Warren Johnson per Autobot e Decepticon. Con Murder Falcon, Extremity e Do A Power Bomb, Johnson ha stregato i lettori con una perfetta sintesi tra un’identità grafica muscolare, sfrenata e trame emotive e dense di umanità.
Questa cifra stilistica arriva in modo perfetto su Transformers. Che si tratti di ritrarre la ferocia dei Decepticons o l’ingenua delicatezza di Optimus Prima, Johnson sa che corde emotive toccare, costruisce una trama in cui i tratti interiori dei personaggi, umani e robotici, sono i veri protagonisti.
Questa linea editoriale permette di includere una violenza che, pur essendo brutale, non è mai gratuita e arricchisce i personaggi. La perfidia di Starscream si scontra con la forza inarrestabile di Optimus e degli Autobot, con momenti di grandi pathos in cui l’azione si accompagna al meglio all’eroismo dei protagonisti.
Non dimenticando l’elemento umano, che riesce a passare dalla più atavica paura dello sconosciuto, del diverso, all’accettazione del sacrificio come atto d’amore, avvicinando mondi apparentemente inconciliabili. E qui, nuovamente, la sensibilità di Daniel Warren Johnson compie la sua solita magia, regalando grandi emozioni.
Il ritorno dei real american heroes

Più complesso gestire i G.I. Joe. Mancando un ricambio generazionale come pubblico, non formato neanche sul grande schermo, sul piano fumettistico il ritorno dei soldati speciali guidati da Duke erano quanto mai la grande incognita. Complice aver creato questo universo condiviso, riscrivere le origini dei Joe tramite l’operazione Road to G.I. Joe, centrale della fase uno dell’Energon Universe, si è rivelata una sfida appassionante.
Duke, pur mantenendo un approccio tradizionale come eroe militare, presenta un tono più dissacrante e cinico rispetto agli altri titoli del franchise. Williamson riconosce l’origine patriottica dei G.I. Joe, includendo una retorica militaristica classica e frasi ad effetto, con ufficiali caratterizzati come in un film di guerra degli anni ’80. Questo eroismo a stelle e strisce, talvolta parodistico, omaggia lo spirito originario dei G.I. Joe e contribuisce a definire l’ambientazione.
Concedendosi anche di creare un terreno narrativo che vive di complotti e congiure, di aperture verso una weird society fatta di civiltà perdute e di sfruttamento di tecnologie fuori dal comune. In questo delicato meccanismo di rimandi tra le diverse serie, l’Energon Universe basa la propria sostanza, riuscendo a trasformare un fumetto originariamente bellico in una storia più moderna e aperta a diverse suggestioni.
Vivere l’Energon Universe

Siamo ancora convinti che si tratti di semplice operazione nostalgia? Quanto messo in scena da Kirkman può essere considerato al massimo un atto di amore per una certa produzione vintage, tanto nell’animazione quanto sul piano dei comics. Recuperare personaggi figli di un’epoca di forte penetrazione del consumismo all’interno del mondo dell’entertainment non significa ripercorre la medesima strada, ma anzi di andare in direzioni differenti.
Segmentare un universo come fatto con l’Energon Universe è una scelta razionale, che consente ai lettori di affrontare questo mosaico narrativo nella sua interezza, oppure sentirsi legati a una delle tre serie portanti. Void Rivals, per sua natura, rimane la più autonoma, ma è evidente che per assaporare al meglio questo universo sia preferibile perdersi tra le pagine di ogni serie, non fosse altro per poter vedere Optimus Prime guidare la carica almeno una volta con il suo leggendario:
Autobot, in marcia!