Il colosso dei videogiochi Ubisoft sta lentamente cadendo a pezzi. Purtroppo è proprio la multinazionale francese che annuncia in presa diretta la chiusura di un altro studio, quello inglese di Leamington per la precisione, con un pesante licenziamento che ha coinvolto 185 dipendenti.

Un portavoce di Ubisoft ha affermato ai microfoni di Eurogamer che saranno effettuati dei lavori di miglioramento e riqualifica mirati che coinvolgeranno le sedi di Ubisoft Düsseldorf, Ubisoft Stockholm e Ubisoft Reflections. Questi ultimi garantiranno delle risoluzioni a lungo termine che abbatteranno i costi al momento troppo esosi per la compagnia, ma qualcuno deve farne le spese e questa volta è toccato ai lavoratori inglesi:

Come parte dei nostri continui sforzi per dare priorità ai progetti e ridurre i costi che garantiscono la stabilità a lungo termine di Ubisoft, abbiamo annunciato lavori di miglioramento e ristruturazione mirati presso Ubisoft Düsseldorf, Ubisoft Stockholm e Ubisoft Reflections e la chiusura definitiva della sede di Ubisoft Leamington. Purtroppo, questo dovrebbe avere un impatto su un totale di 185 dipendenti. Siamo profondamente grati per il loro contributo e ci impegniamo a supportarli durante questa transizione.

Star Wars Outlaws
Star Wars Outlaws, fonte: Ubisoft

Ubisoft Leamington fu fondata nel 2002 da un gruppo di ex veterani di Rare e Codemasters con il nome di FreeStyleGames. La sede anglosassone aveva lavorato come studio di supporto per alla serie Tom Clancy’s The Division per poi collaborare nello sviluppo di titoli come Star Wars Outlaws, Skull and Bones e Far Cry 5.

La situazione di Ubisoft è ormai disastrosa da fin troppo tempo. Tra i continui rinvii di Assassin’s Creed: Shadows, il flop disastroso di Star Wars Outlaws e una minacciosa prospettiva di vendita dell’intera società, questa notizia non fa che buttare benzina su quel fuoco che divorando una delle case di produzione videoludica che più ci ha fatto divertire e sognare nel corso degli anni. In ogni caso, è assai improbabile che ci sia una vera possibilità di vendita. Se così fosse, non starebbe licenziando i suoi dipendenti e chiudendo i suoi studi (mossa atta, probabilmente, per risollevare le sorti della società). Se fossero in vendita, aspetterebbero di farsi acquisire da un’altra società per poi annunciare tagli al budget. Tuttavia non si può mai sapere ed è ecrto che la situazione è grave, soprattutto per centinaia di lavoratori rimasti senza impiego.

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Lettrice affamata di libri, fumetti, graphic novel e qualsiasi altra storia stampata su carta. Studentessa di lingue, culture e letterature straniere con una certa passione per la cultura pop e tutto ciò che le gravita intorno. Scrivo per ScreenWorld, ma mi puoi venire a trovare su Instagram al Think Café, il mio spazio social dove la cultura è al centro!