Da grandi appassionati del mondo della settima arte è con rammarico che riportiamo la notizia che non volevamo scrivere. David Lynch, mente geniale dietro capolavori come Mulholland Drive, Velluto BLu e la serie tv cult Twin Peaks, è morto all’età di 78 anni. La notizia è stata riportata dalla sua famiglia che ringrazia tutti per il supporto e le parole di commiato, ma chiede anche il massimo riserbo e rispetto.
Sulla pagina Facebook ufficiale del regista è stato postato un messaggio di commiato in cui la famiglia fa sapere al mondo la notizia. Conseguentemente è stato confermato da Variety che in seguito ai violenti incendi che stanno imperversando a Los Angeles, è stato evacuato dalla sua abitazione in una struttura più sicura, tuttavia questo stress, legato alle sue condizioni di salute già precarie, lo hanno fatto aggravare, portandolo al decesso. Di seguito il messaggio della famiglia:
È con profondo dispiacere che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell’uomo e dell’artista, David Lynch. Apprezzeremmo un po’ di privacy in questo momento. C’è un grande buco nel mondo ora che non è più tra noi. Ma, come direbbe lui, “Tieni gli occhi sulla ciambella e non sul buco.” Bellissima giornata con sole dorato e cielo azzurro tutto il percorso.
Lynch ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale con opere come Eraserhead, Blue Velvet e Mulholland Drive, oltre alla serie TV cult Twin Peaks. Il suo approccio unico combinava elementi di horror, noir e surrealismo europeo, creando narrazioni oniriche e spesso impenetrabili. La sua capacità di trasformare il banale in straordinario ha reso il suo lavoro inconfondibile e profondamente influente.
Nato a Missoula, Montana, il 20 gennaio 1946, Lynch ha trascorso la sua giovinezza in diverse regioni degli Stati Uniti, sviluppando un precoce interesse per l’arte. Dopo aver studiato pittura presso la Pennsylvania Academy of Fine Arts, si è avvicinato al cinema sperimentale, realizzando cortometraggi che gli hanno aperto la strada per il suo primo lungometraggio, Eraserhead (1977). Quest’opera surreale, girata in bianco e nero, è diventata un classico del circuito dei film di mezzanotte, catturando l’attenzione del produttore Mel Brooks, che lo ha scelto per dirigere The Elephant Man (1980). Questo dramma, basato sulla storia di Joseph Merrick, ha ottenuto otto nomination agli Oscar, consolidando Lynch come figura di spicco a Hollywood.
Nonostante il flop commerciale di Dune (1984), un’ambiziosa trasposizione del romanzo di Frank Herbert, Lynch è tornato al successo con Velluto Blu (1986), un thriller psicologico che esplora il lato oscuro della vita di provincia americana. Il film ha definito il suo stile maturo, caratterizzato da atmosfere inquietanti e una profonda attenzione ai dettagli visivi e sonori.
Nel 1990, Lynch ha rivoluzionato la televisione con Twin Peaks, una serie che mescolava elementi di giallo, commedia e sovrannaturale, esplorando temi tabù e introducendo un linguaggio visivo innovativo. Sebbene la serie abbia perso audience nella seconda stagione, il suo impatto culturale è rimasto immenso, portando alla creazione di un film prequel (Twin Peaks: Fire Walk With Me, 1992) e una terza stagione nel 2017.
Lynch ha continuato a esplorare le sue ossessioni creative in film come Wild at Heart (1990), vincitore della Palma d’Oro a Cannes, Lost Highway (1997), Mulholland Drive (2001) e Inland Empire (2006). Ognuna di queste opere ha affrontato temi complessi come la dualità della personalità, il mistero dell’identità e la violenza nascosta sotto la superficie della realtà quotidiana.
Parallelamente alla sua carriera cinematografica, Lynch ha coltivato altre passioni, tra cui la pittura, la musica e la meditazione trascendentale, fondando la David Lynch Foundation per promuovere la pratica meditativa. Ha anche sperimentato con i nuovi media, pubblicando rapporti meteo su YouTube e collaborando con artisti musicali.
David Lynch lascia un’eredità che va oltre i suoi film. Con tre nomination agli Oscar come miglior regista e un Oscar alla carriera ricevuto nel 2019, la sua visione unica continuerà a ispirare cineasti e spettatori per le generazioni a venire. Si era sposato quattro volte e lascia due figlie e un figlio. Con la sua morte, il mondo perde non solo un grande regista, ma un vero artista che ha saputo trasformare il mistero della vita in cinema.