Il 3 gennaio 2025 torna in scena, grazie a Netflix, la coppia più simpatica dell’animazione stop-motion: Wallace & Gromit – Le piume della vendetta è il nuovissimo film di un progetto che ha segnato un’intera generazione di spettatori. Proprio per celebrare la nascita (e il ritorno) dell’amatissimo duo, vogliamo fare i nostalgici e fare un salto di 20 anni indietro – anno in cui Wallace & Gromit arrivarono per la prima volta sul grande schermo con una vera perla: La maledizione del coniglio mannaro.
A due decenni di distanza, riporteremo alla luce i retroscena di questo titanico film e i motivi per cui viene ricordato con così tanta affezione. Aardman Animation, grazie anche alla preziosa collaborazione di Dreamworks, ha saputo portare sullo schermo un prodotto straordinario sotto tutti punti di vista, riuscendo a soddisfare tutti e 5 i sensi (gusto e tatto compresi). Bando alle ciance, prepariamoci alle risate e iniziamo!
Un’insalata horror
![Wallace e Gromit](https://screenworld.it/wp-content/uploads/2024/12/p0kd3r5g.jpg)
Se nei primissimi minuti siamo accolti da una musica allegra e una carrellata di foto di famiglia dei due protagonisti, i registi Nick Park e Steve Box non perdono tempo a buttarci in un’atmosfera cupa e tenebrosa, alimentata da strade deserte, una musica inquietante e un sospettoso rumore di passi che riempie l’atmosfera. Il cielo è scuro, la luna piena troneggia nel cielo, ma nel piccolo paesino inglese di Tottington Hall gira indisturbata una creatura che sta distruggendo gli orti degli abitanti: il Coniglio Mannaro.
Attraverso tantissime reference ai film e alle scene horror più famose, i registi si divertono a sostituire oggetti e ambientazioni con ortaggi, verdure e campi coltivati – come il crocifisso rappresentato con due zucchine. Anche se il target di pubblico è sempre stato molto giovane, Wallace e Gromit riescono a far crescere costantemente la suspence e il senso di oppressione tipico del genere horror grazie a inquadrature, sonoro ed espedienti narrativi tipici del genere. Tutte queste emozioni le potremo poi sfogare con grasse, anzi, salutari risate che ci faranno piangere senza contegno.
Uno stop-motion da modellare
![La coppia alla loro prima apparizione sul grande schermo](https://screenworld.it/wp-content/uploads/2024/12/thumb-1920-608172.jpg)
La tecnica dello stop-motion è una delle più complesse e laboriose del cinema: molto spesso è necessario creare centinaia di modelli per un singolo personaggio, in modo tale da garantirgli espressività e mobilità. Se realizzata da mani esperte, questa tecnica può dar vita a progetti straordinari come l’intramontabile Nightmare Before Christmas di Tim Burton o Coraline e la porta magica di Henry Selick.
Lo studio Aardman, però, è famoso per utilizzare una specializzazione della stop-motion: la claymation – termine inglese che deriva dall’unione di clay (argilla) e animation. La claymation consiste nella realizzazione e nell’utilizzo di personaggi creati attraverso materiali modellabili (come l’argilla): nel caso di Wallace & Gromit, viene utilizzata la plastilina che dà un effetto ancora più divertente e realistico. A volte è possibile persino vedere le impronte delle dita degli artisti sui corpi dei personaggi.
Non tutto il film è stato realizzato in stop-motion: alcune scene risultavano praticamente impossibili da ricreare nella realtà, perciò gli animatori hanno pensato di produrle con la computer grafica. Per riuscire nell’intento in un periodo tecnologicamente difficile, hanno ideato un software di modellazione 3D apposito per riprodurre fedelmente l’aspetto della plastilina modellata a mano, con tanto di segni come impronte e graffi.
La fortuna aiuta gli audaci
![una scena di Galline in Fuga](https://screenworld.it/wp-content/uploads/2024/12/Chicken-Run-Dawn-of-the-Nugget-scaled-1.jpeg)
Lo studio all’epoca non era di certo l’ultimo arrivato: con già alle spalle un corto apprezzatissimo che aveva introdotto per la prima volta in assoluto i personaggi di Wallace e Gromit, nel 2000 Aardman sforna una pellicola che avrebbe sconvolto l’intera commissione degli Oscar, spingendoli a inserire una nuova categoria di premi in cui concorrere. Stiamo parlando di Galline in fuga, un film che ha saputo trattare un tema così straziante e tetro come quello dell’olocausto a un pubblico di bambini con una tecnica eccelsa, curata nei minimi dettagli. Un vero film da Oscar.
Galline in fuga piacque talmente tanto da far introdurre l’Oscar al miglior film d’animazione l’anno successivo (vinto da Shrek nel 2001). Si sa, la fortuna aiuta gli audaci: Nick Park e Steve Box ritornarono nel 2005 con Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro, il primo lungometraggio che vede questa coppia di personaggi protagonista. Il film vinse l’Oscar come miglior film d’animazione l’anno successivo, nonostante la feroce concorrenza data dalla presenza in gara di due colossi come Il castello errante di Howl dello Studio Ghibli e La sposa cadavere di Tim Burton e Mike Johnson.
Un effetto domino di invenzioni
![Wallace e Gromit](https://screenworld.it/wp-content/uploads/2024/12/unnamed-scaled.jpg)
Uno degli aspetti più belli e divertenti da ammirare nella saga è la sua creatività travolgente: Wallace è un personaggio fuori dalle righe (forse un po’ matto, è vero), ma la sua genialità gli permette di costruire dei marchingegni assurdamente funzionali che lavorano come una perfetta rete di ingranaggi. Dal domino di macchine che portano i due dal letto direttamente al loro furgoncino, al martellone gigante nascosto nell’armadio.
Il 3 gennaio 2025 è uscito su Netflix il secondo lungometraggio che vede protagonisti i nostri amati beniamini, Wallace & Gromit – Le piume della vendetta. Tra il ritorno di vecchie conoscenze e situazioni assurde, noi spettatori potremo finalmente tornare a ridere a crepapelle, godendo di un’animazione egregia, di una storia divertente e di un’ora di sana spensieratezza. L’ideale per smaltire i pranzi e le cene dell’ultimo periodo!
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