Alcuni registi che hanno collaborato con Bruce Willis nell’ultimo periodo, hanno raccontato dei problemi hanno dovuto affrontare a causa delle condizioni di salute dell’attore. In particolare, uno di questi racconti è davvero inquietante, perché si parla di una tragedia sfiorata per un pelo, sul set di un film, quando Willis ha sparato con una pistola a salve, senza seguire le indicazioni gli erano state date.
Un episodio che fa venire in mente la tragedia capitata sul set del film Rust, pochi mesi fa, quando Alec Baldwin ha sparato per errore alla direttrice della fotografia Halyna Hutchins, uccidendola. Un incidente di cui si è parlato a lungo e dalle dinamiche ancora poco chiare, che sarebbe potuto capitare anche sul set di uno degli ultimi film di Bruce Willis.
Bruce Willis, come è stato confermato ieri, soffre di afasia, un disturbo neurologico che compromette le sue capacità di parlare e compromette le funzioni cognitive. Questo sconcertante incidente sarebbe capitato nel gennaio 2020, durante le riprese del film Hard Kill. La crew del film rimase scossa quando Willis sparò con una pistola caricata a salve, mettendo a rischio la vita dell’attrice Lala Kent. “Gli davo le spalle, quindi non potevo vedere cosa stesse accadendo dietro di me” – ha raccontato Kent al Times. Prima di sparare, Willis avrebbe dovuto dare un segnale verbale all’attrice, per consentirle di spostarsi, ma lui – a causa delle sue condizioni di salute, già precarie – non lo ha fatto. Quando hanno provato a fare una seconda ripresa, Kent ha chiesto al regista Matt Eskandari di ricordare a Willis la sua battuta, ma l’attore l’ha dimenticata di nuovo.
Variety riporta che alcuni dei registi con i quali Bruce Willis ha recitato negli ultimi due anni, hanno raccontato delle difficoltà e delle preoccupazioni che hanno dovuto affrontare. A causa dell’afasia, Willis faceva fatica a ricordare le sue battute e questo aveva un impatto su tutto il resto.
Mike Burns, che ha lavorato con Willis per Out of Death, ha spiegato di essere stato costretto a ridimensionare drasticamente i dialoghi dell’attore, nel film. “Dopo il primo giorno di riprese con Bruce, era evidente che c’era un problema più grosso a monte, e capii perché mi era stato chiesto di ridurre i suoi dialoghi.” Quando a Burns è stato chiesto di dirigere un altro film con Willis, Wrong Place, gli fu detto che avrebbe recitato meglio, cosa alla quale il regista non ha creduto: “Per me era peggiorato. Dopo le riprese mi sono detto, “Ho chiuso, non farò mai più un film con Bruce Willis. Oggi sono sollevato dal fatto che si sia ritirato”.
Jesse V. Johnson, che ha diretto Willis in White Elephant (e che aveva già collaborato anni prima con l’attore) ha detto “Era evidente che non era più il Bruce che ricordavo” Anche Johnson, come Burns, ha rifiutato la proposta di dirigere un altro film col la star di Trappola di cristallo. “Dopo la nostra esperienza sul set, come team, abbiamo deciso che non ne avremmo fatto un altro. Siamo tutti fan di Bruce Willis e la proposta ci sembrava sbagliata. La triste fine di una carriera incredibile. Nessuno di noi si sentiva a suo agio”
Come riportato dal Times, negli ultimi anni Bruce Willis, le sue riprese in ogni film da lui girato, erano limitate ad un paio di giorni sul set. Per contratto, l’attore avrebbe dovuto lavorare otto ore al giorno, ma alla fine riusciva a farne quattro. Un attore che ha lavorato con lui, gli suggeriva le battute attraverso un auricolare e molte scene d’azione erano interpretate da una controfigura.