Oliwia Dabrowska aveva appena tre anni quando fu scelta da Steven Spielberg per il suo film Schindler’s List, in un ruolo piccolo ed emozionante, che l’avrebbe consegnata alla storia del cinema, quello della bambina col cappotto rosso. L’unico tocco di colore in un film girato totalmente in bianco e nero.
Oggi Oliwia Dabrowska ha 32 anni e il 9 marzo ha condiviso sul suo profilo Instagram un’immagine tutta colorata in giallo in cui la vediamo di nuovo bambina, sul set di Schindler’s List, ma stavolta con un cappotto blu. Due colori che abbiamo visto spesso, nelle ultime settimane, e che rappresentato la bandiera ucraina. “Lei è sempre stata un simbolo di speranza” – ha scritto la ragazza – “Lasciate che lo sia ancora una volta”.
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Nei giorni successivi la ragazza di Cracovia si è recata presso il confine tra Polonia e Ucraina per aiutare i rifugiati che hanno raggiunto quell’area per sfuggire alla guerra e all’invasione da parte della Russia. “Abbiamo bisogno del vostro aiuto qui al confino polacco-ucraino” – ha scritto la giovane su Instagram – “Ogni piccola cosa può essere d’aiuto: abbiamo bisogno di donazioni economiche e materiali. Potete anche prestare il vostro aiuto in persona, come volontari. Anche io sono una volontaria qui al confine e ho constatato con i miei occhi che la situazione è drammatica”
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In altri post, Oliwia Dabrowska racconta le sue esperienze come volontaria, come ad esempio un bombardamento a soli venti km dalla Polonia – “è stato spaventoso ma, questo mi motiva ancora di più ad aiutare i rifugiati”.
La ragazza ha sottolineato che le sue parole, le sue esperienze non riescono a rendere minimamente l’orrore e il dramma al quale assiste tutti i giorni. Oliwia condivide questa nuova esperienza di volontaria insieme a sua madre.
Da piccola Oliwia non era molto contenta della fama raggiunta con il ruolo della bambina col cappotto rosso in Schrindler’s List. Per giunta aveva promesso a Spielberg che non avrebbe visto il film prima di aver compiuto 18 anni e invece lo guardò a 11, restandone sconvolta. “Fu terribile. Non capivo tanto all’epoca, ma ero sicura che non avrei mai più rivisto Schindler’s List in vita mia. Mi vergognavo di essere nel film e mi arrabbiai con i miei quando dissero a tutti che quella bambina ero io. Quelli che lo avevano saputo mi dicevano che ero stata brava, ma poi iniziavano a farmi domande sull’Olocausto alle quali non sapevo rispondere.”
Col tempo poi la ragazza ha cambiato idea e si è detta orgogliosa di quella particina così piccola e iconica nel film di Spielberg, che nel 1994 vinse sette premi Oscar.
Dopo l’esperienza in Schindler’s List, Oliwia Dabrowska è apparsa in altri pochi titoli, poi ha chiuso col cinema.