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    Home » Web/Social » Ultime news Web/Social » Pittrice finlandese in fuga dalla Sicilia, dopo due mesi a Siracusa con marito e figli: le motivazioni in una lettera

    Pittrice finlandese in fuga dalla Sicilia, dopo due mesi a Siracusa con marito e figli: le motivazioni in una lettera

    La lettera d'addio alla Sicilia della pittrice finlandese che si era trasferita a Siracusa con la sua famiglia fa capire molto della situazione in cui vessa la nostra scuola.
    Matteo FantozziDi Matteo Fantozzi9 Gennaio 20232 min lettura
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    Stupisce la lettera d’addio di una pittrice finlandese che ha deciso di lasciare la Sicilia. Alla base della sua decisione c’è il sistema scolastico che non funziona, per i suoi figli sembra davvero che ci sia bisogno di altro. Dopo due mesi a Siracusa la donna e i suoi familiari hanno deciso di lasciare la splendida isola per andare a vivere in Spagna.

    Elin Mattsson, pittrice di 42 anni, ha voluto raccontare la sua vicenda per specificare la decisione di prendere e portare via il marito e i figli rispettivamente di 3, 6, 14 e 15 anni. Siracusa News ha deciso di pubblicare la lettera della donna che attaccava il sistema scolastico italiano: “Il mio bambino mi dice che gli insegnanti urlano e picchiano sul tavolo. È pazzesco che usino il fischietto, come dice mia figlia di 14 anni e che lei conosca l’inglese meglio della sua insegnante”.

    Aggiunge: “Siamo una famiglia finlandese che si è trasferita a Siracusa solo perché potevamo grazie ai nostri lavori digitali. Volevamo sperimentare il vostro clima e la vostra cultura fantastica. Purtroppo il nostro soggiorno non è andato come previsto. Abbiamo già vissuto sia in Spagna e nel Regno Unito e abbiamo, forse ingenuamente, pensato che il sistema scolastico sarebbe stato simile in tutto il Mediterraneo, ma ci sbagliavamo. I nostri due ragazzi sono andati a scuola, ma ci sono voluti un paio di mesi per renderci conto che non ne valeva la pena”.

    Si passa poi ad analizzare il sistema scolastico: “I miei dubbi sono iniziati il primo giorno che ho messo piede a scuola per l’iscrizione. Il rumore delle classi era così forte che mi chiesi come diavolo fosse possibile concentrarsi con quel frastuono. Ho dato un’occhiata di sfuggita a un’aula in cui un bimbo di sette anni stava svolgendo un esercizio di fronte a un insegnante arrabbiato che sprezzante lo guardava dall’alto verso il basso. Era scioccante. La giornata si passa sulla stessa sedia dall’inizio alla fine, non ci sono pause dove muoversi. L’importanza dell’aria fresca è importante. In Finlandia i bambini hanno una pausa di circa 15 minuti tra una lezione e l’altra e lasciano l’aula per giocare”.

    Ora per loro si parla di un futuro in Spagna, dove sono già stati e si sono trovati molto bene.

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