Nel Regno Unito è allarme piccioni zombie: un virus, infatti, deforma il collo dei pennuti facendolo penzolare, proprio come accade ai morti viventi dei film horror. Il piccione colpito dal virus non riesce più a volare. Ecco cosa si sa di questa particolare malattia e sugli eventuali pericoli per l’uomo.
The Sun riporta che l’allarme è stato lanciato dalla Society for Prevention of the Cruelty of Animals di Jersey, un’isola nel Canale della Manica. Il virus, si legge sulla versione online del Tabloid: “È altamente infettivo e si è diffuso rapidamente nei piccioni del Jersey e si teme che possa diffondersi in tutti gli uccelli del Regno Unito“. Un portavoce dell’Associazione ha affermato: “Nelle ultime settimane, abbiamo registrato un aumento del numero di piccioni che mostrano segni di problemi neurologici con collo contorto o non sono in grado di stare sulle zampe“.
Secondo quanto riportato dai media inglesi, gli uccelli potrebbero essere stati colpiti dal virus Paramyxovirus del piccione. Tra i sintomi, come abbiamo detto, si annoverano l’ingrossamento del collo, l’incapacità di volare ed un progressivo dimagrimento.
Dal sito del Ministero della Salute, apprendiamo che tale malattia, nota anche Malattia di Newcastle: “È una delle più temute malattie che possono colpire i volatili. Quando sostenuta da ceppi altamente patogeni, ha conseguenze devastanti, non solo per l’elevato tasso di mortalità, ma anche per il forte impatto economico che ne consegue, derivante sia dall’adozione di una politica di eradicazione, sia dalle restrizioni al commercio imposte ai Paesi sede di focolai. All’infezione sono sensibili numerosissime specie di uccelli, tra domestici e selvatici, con variabilità nelle manifestazioni cliniche secondo la specie e il ceppo virale coinvolto. Dagli anni della sua prima comparsa la Malattia di Newcastle si è diffusa a livello mondiale e nel secolo scorso si sono verificate almeno quattro pandemie“.
Il virus può saltare dall’animale all’uomo, con conseguenze meno devastanti: “L’infezione, per contatto diretto con elevate cariche virali, può verificarsi anche nell’essere umano determinando congiuntivite, che è il sintomo più comune e si manifesta dopo 24 ore dall’esposizione“.