Il saluto ai passeggeri di Antonio Venditti, capotreno della Cumana di Napoli andato in pensione, è stato ripreso in un video diventato virale. Il caloroso applauso che ha accolto il suo discorso finale ha commosso lo stesso Antonio. A ringraziarlo per il suo lavoro ci ha pensato anche Umberto de Gregorio, presidente dell’EAV, azienda che opera nel settore del trasporto pubblico della Regione Campania.
Da stasera Antonio Venditti ha appeso il berretto da capotreno al chiodo, ora si godrà la meritata pensione dopo 34 anni passati al servizio dei passeggeri di una delle tratte più difficili della Regione Campania. Durante l’ultima corsa, Antonio ha voluto salutare il ‘suo pubblico’: “Signore e signori buongiorno, è il capotreno che vi parla per dirvi che tra quattro fermate vado in pensione, finisce la mia carriera lavorativa dopo 34 anni. Sono stato onorato di servire la cittadinanza e ho dato tutto me stesso, buona via a tutti“, ha affermato Antonio.
Il capotreno, come una rockstar, è stato invitato a lasciare per un attimo il suo posto e godersi l’applauso dei suoi passeggeri. “Ho cercato sempre di rispettarvi, tutti“, ha detto commosso il capotreno.
Il video è stato pubblicato anche dal presidente dell’Eav, Umberto de Gregorio che nella caption ha scritto: “L’ultimo saluto di un capotreno.Alfredo Venditti grazie per il tuo lavoro di questi anni e per il tuo straordinario messaggio di saluto!“. Alfredo Venditti sulla sua pagina Facebook ha riportato un messaggio della figlia Simona: “Mio padre è un cacazzo ( come si dice dalle mie parti), ma devo riconoscergli una grande dedizione, etica e rispetto per il lavoro. Ci ha insegnato che il lavoro è dignità, indipendenza e che non conosce genere, che si può essere equi e coerenti nello svolgerlo. In questo saluto racchiude tutto quanto quella ferrovia ha rappresentato per lui, da quando orgoglioso di aver vinto il concorso ci mostrava il suo borsello a tutte le volte che i treni si sono fermati e ha dovuto placare gli animi dei passeggeri, a tutte le albe e i tramonti che ci inviava dal mare di Torregaveta a quando da piccoli ci portava in giro prima sul pullman e poi sul treno.Il lavoro è emozioni oltre che sostentamento e lui ce l’ha insegnato. Caro babbo, ora siamo tutti in fila per consegnarti un po’ di lavoretti da fare”