L’omicidio – suicidio del co-sviluppatore di Tetris è al centro di un nuovo documentario del genere true crime: Vladimir Pokhilko nel 1991 uccise la moglie Elena Fedotova di 38 anni ed il figlio Peter di 12 e poi si suicidò. Una docuserie in tre parti di Investigation Discovery, intitolata “The Tetris Murders”, intervisterà gli investigatori che giunsero sulla scena del crimine ed esporrà nuove teorie su quello che successe tra le mura di casa Pokhilk
Sandra Brown, ex investigatrice dei CSI, ha affermato che diverse persone hanno ancora paura di discutere della morte di Vladimir Pokhilko, anche se sono passati decenni. A poca distanza dal corpo dello co-sviluppatore di Tetris fu trovato un biglietto in cui era scritto: “Sono stato mangiato vivo. Vladimir. Ricordati che io esisto. Il diavolo“. Laureato in psicologia presso l’Università Statale di Mosca, Vladimir si era specializzato in interazione uomo-computer. Dopo la caduta del muro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica, insieme al suo amico Pažitnov, emigro negli Stati Uniti. Qui i due, con Gilman Louis ed Henk Rogers, fondarono a San Francisco la software house AnimaTek International Inc.
“Le persone che abbiamo intervistato nel 1998 non volevano che i loro nomi fossero menzionati nel documentario”, ha spiegato Sandra Brown. “Abbiamo persino alterato le loro voci in modo che nessuno potesse riconoscerli. Provo empatia per i loro sentimenti perché hanno ancora paura. Non vogliono essere collegati a questo caso. Temono per se stessi per le loro famiglie perché pensano che Vladimir Pokhilko e la sua famiglia siano stati assassinati“.
Sandra Brown ha raccontato che gli indizi che ha avuto modo di vedere, quando è arrivata sulla scena del crimine, le hanno fatto pensare che non si trattasse di suicidio: “Gli schizzi di sangue non erano pertinenti con la scena del crimine. Ho subito pensato che qualcuno gli avesse tenuto la testa all’indietro per tagliargli la gola. L’ho capito subito. Ho anche detto a un collega: ‘Non credo che si sia ucciso’. Questo è quello che ho creduto allora e questo è ciò in cui credo ora“, ha affermato l’ex investigatrice.
Sandra Brown ha detto di essere rimasta sbalordita dal fatto che il caso sia stato chiuso così in fretta. Secondo i rapporti, un socio in affari ha insistito sul fatto che Pokhilko fosse alle prese con problemi aziendali, in parte causati dallo sconvolgimento economico in Russia, dove lavoravano 70 dipendenti di AnimaTek. Il medico legale della contea di Santa Clara e un patologo forense privato hanno dichiarato la morte di Pokhilko un suicidio. “Non ci sono prove che ci indichino un’altra direzione“, disse all’epoca il tenente Alana Forrest. Secondo i mass media dell’epoca, Pokhilko aveva colpito la moglie ed il figlio con un martello prima di pugnalarli ripetutamente con un coltello da caccia mentre dormivano. Poi si era ucciso.
Secondo i documenti venuti in possesso dai produttori dello show, parallelamente l’FBI aveva aperto un’indagine sul possibile coinvolgimento della mafia russa presente a San Francisco. Sandra Brown ed i suoi colleghi non sapevano di questo filone di indagine. “Il coinvolgimento della mafia russa – sostiene Sandra Brown – è partito dai membri della comunità che conoscevano la famiglia, secondo le loro affermazioni Pokhilko non avrebbe mai commesso quel gesto“.