Ecco che dalla Cina emerge un nuovo virus di origine animale: il Langya. Se il Coronavirus è stato trasmesso all’uomo dai pipistrelli, questa volta il colpevole di questa nuova infezione è il toporagno. Il Langya virus (LayV) appartiene al genere Henipavirus, ed è stato identificato nei tamponi faringei. La notizia è stata diffusa dopo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine da un gruppo di scienziati di Cina e Singapore.
Mentre il Covid-19 è nato nella città di Wuhan (Provincia dell’Hubei), questa volta la minaccia arriva dalle province di Shandong e Henan, dove vivevano la maggior parte dei pazienti colpiti dal Langya. Il primo passaggio da animale a uomo si è avuto nel 2018 ed è stato riscontrato in una paziente 53enne. In questi quattro anni sono stati riscontrati altri 34 casi, nessuno di esso mortale. I pazienti non hanno avuto nessun contatto tra di loro, quindi gli scienziati ritengono che per ora il virus non sia stato trasmesso da uomo a uomo. Il livello di contagiosità, quindi, non è stato definito.
Il Langya, come emerge dallo studio condotto da scienziati di Cina e Singapore e pubblicato New England Journal of Medicine, sembra provenire dal toporagno e provoca sintomi come febbre, affaticamento e tosse. In alcuni casi può compromettere la funzionalità epatica e quella renale. Attualmente non esiste un vaccino né un trattamento e i medici hanno solo gestito le complicanze causate ai pazienti infetti.
Gli Henipavirus, di cui fa parte il Langya virus, sono classificati dall’ Organizzazione mondiale della sanità, con un livello di biosicurezza 4, ossia con tassi di mortalità compresi tra il 40 e il 75%. Appartengono a questa famiglia il virus Hendra (HeV) e il virus Nipah (NiV). Questi virus in Asia destano molta preoccupazione proprio perché sono in grado di trasmettersi dall’animale all’uomo.
Il Global Time riporta la dichiarazione di Wang Linfa, professore sulle malattie infettive emergenti alla Duke-Nus medical school. Lo scienziato ritiene che, non essendosi registrati casi di gravità o di mortalità tra i pazienti, non è il caso di farsi prendere dal panico, precisando che sono necessari ulteriori studi per studiare eventuali conseguenze sui pazienti colpiti, il cui campione rimane molto basso.
Wang Xinyu, vice capo medico presso il dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Huashan, come si legge sul Global Time, ha affermato “il Coronavirus non sarà l’ultima malattia infettiva a causare una pandemia in tutto il mondo, poiché le nuove malattie infettive avranno un impatto sempre maggiore sulla vita quotidiana umana”.