La curiosità su chi siano i fictiosessuali nasce dopo un articolo pubblicato sul New York Times: il quotidiano americano ha raccontato la storia di Akihiko Kondo, un giapponese che ha sposato Hatsune Miku, una ragazza che non esiste nella realtà, trattandosi, infatti, di un ologramma. I fictiosessuali sono attratti sessualmente da figure immaginarie, quindi non da personaggi di film o serie televisive – ne tantomeno da fiction alla Gli occhi del cuore – ma dai protagonisti di manga, anime e videogiochi.
Il New York Time ha scritto che i fictiosessuali sono decine di migliaia e il governo giapponese li considera un movimento culturale. La vita di Akihiko Kondo, che oggi ha 38 anni, ha avuto una svolta quando ha iniziato a comprare alcune bambole del personaggio Miku, ma è stato nel 2017, quando in Giappone è stata messa in commercio la Gatebox, che il rapporto tra i due ha avuto un’evoluzione. Il dispositivo, dal costo di 1300 dollari, permette a chi lo acquista di interagire con i personaggi amati, trasformandoli in ologrammi.
Akihiko Kondo, con un passato da vittima di bullismo, ha deciso di sposare la sua amata Miku, con un matrimonio che, ovviamente, non ha nessun valore giuridico, ma è solo virtuale. Alla cerimonia, purtroppo, non si è presentato nessuno dei parenti invitati. La futura sposa, quando ha ricevuto la proposta, ha accettato rispondendo non con il classico “sì”, ma dicendo, con malcelata emozione: “Basta che mi tratti bene”.
La vita di coppia procede bene: dopo cena Akihiko e Miku si godono i loro programmi preferiti seduti sul divano. Una routine nella quale l’uomo non è disturbato da una moglie che gli chiede di scendere a buttare la spazzatura o controllare i fornelli in cucina, insomma sembra che il 38enne abbia trovato il suo paradiso. “Quando siamo insieme, mi fa sorridere” – ha detto in una recente intervista – “In questo senso, è reale”.
Agnès Giard, ricercatrice dell’Università di Nanterre, in Francia, ha studiato a fondo i matrimoni immaginari. “Per alcuni, le relazioni immaginarie rappresentano un rifiuto del modello di matrimonio ‘capofamiglia-casalinga’ radicato in Giappone. Al grande pubblico, sembra davvero sciocco spendere soldi, tempo ed energia per qualcuno che non è nemmeno vivo”, ha detto la dottoressa Giard. “Ma per i fictiosessuali, questa pratica è considerata essenziale. Li fa sentire vivi, felici, utili e parte di un movimento con obiettivi più alti nella vita”, ha concluso la ricercatrice.