Squadra che vince non si cambia. Tutt’al più si migliora. È quello che hanno pensato Bonnie e Terry Turner, ideatori di una delle sitcom americane più amate, That ’70’s Show, che a 17 anni dalla messa in onda dell’ultimo episodio della serie, trasmessa per 8 stagioni sulla Fox, hanno deciso (non senza qualche travaglio) di riportare in scena alcuni di quei personaggi. Inserendoli nel favoloso panorama degli anni ’90. Nasce così That ’90’s Show, reboot-sequel dal 19 gennaio su Netflix che racconta le vicende di un gruppo di ragazzi di Point Place, Wisconsin, legati a doppio filo a quelli della serie madre.
La protagonista, Leia (sì, come la principessa di Star Wars), è la figlia quindicenne di Eric e Donna (Topher Grace e Laura Prepon). Il suo interesse amoroso Jay è invece l’erede di Michael e Jackie (Ashton Kutcher e Mila Kunis). I suoi nonni? Be’ non avrebbero potuto essere che Red e Kitty (gli inossidabili Kurtwood Smith e Debra Jo Rupp). Andiamo a scoprire allora i segreti di questa riuscita produzione a metà strada tra Beverly Hills 90210 e Friends (le citazioni non sono casuali). La recensione di That ’90s Show ci porterà indietro di qualche anno, con un pizzico di emozione e tanto divertimento.
That ’90s Show
Genere: sitcom
Durata: 22 minuti ca./10 episodi
Uscita: dal 19 gennaio su Netflix
Cast: Debra Jo Rupp, Kurtwood Smith, Callie Haverda
La trama: Hello Wisconsin!
Siamo nel 1995. Leia, figlia unica di Eric Forman e Donna Pinciotti, è una ragazzina di Chicago sveglia ma piena di insicurezze. Al momento in cui la conosciamo, la sua priorità è quella di separarsi da un padre amorevole che la vorrebbe con sé in uno strano space camp estivo. Come potrebbe mai parteciparci se il suo sogno è quello trovare un ragazzo e vivere così l’estate perfetta? La soluzione è a portata di mano. Diretta a Point Place, in Wisconsin, per andare a trovare i nonni paterni, Leia conosce Gwen e suo fratello Nate, due coetanei simpatici e con tante cose da dire.
Decide così di restare lì e di passare l’estate assieme a loro e alla loro cerchia di eletti di cui fanno parte Nikki, fidanzata di Nate, Jay, un irresistibile rubacuori e Ozzie. Così, vinte le resistenze paterne, Leia si prepara a vivere l’estate perfetta. Quella del primo amore, del primo bacio e delle prime vere grandi amicizie, che restano per tutta la vita. E quando per lei arriva il momento di tornare a Chicago, potrà finalmente ripensare ai giorni passati nella taverna dei nonni. Tra erba e maratone cinematografiche, junk food e Coca Cola. E dire che Red e Kitty avevano giurato di non aprire più le porte di casa ad adolescenti e affini (adorabili bugiardi).
Dai ’70 ai ’90
Lo abbiamo anticipato in apertura. Non è stato facile per That ’90s Show vedere la luce. E questo per le forti resistenze da parte dei Turner, dei ex machina di That ’70s Show. Poi è arrivata la pandemia, tutte e tutti abbiamo riconsiderato le nostre priorità e nella testa dei due autori, affiancati per l’occasione dalla figlia Lindsey, ha fatto capolino l’idea di un sequel-reboot. Che nella loro idea avrebbe dovuto rispettare delle caratteristiche precise. L’idea iniziale prevedeva che una ragazzina di 14 anni bussasse alla porta di Red e Kitty, affermando di essere la loro nipotina. Netflix ha bocciato l’idea, sostenendo che una storia del genere non avrebbe mai conquistato il pubblico. La palla allora è passata a Gregg Mettler, già nel team creativo di That ’70s Show, che si è incaricato di portare a termine il progetto e di dargli un’identità precisa. Che mescolasse umorismo, fiumi di sarcasmo e buoni sentimenti e che non prescindesse dall’elemento umano della storia.
Ritrovare vecchi amici
Perché gli anni ’90? Perché a detta dei Turner è stato l’ultimo momento della storia umana in cui ci si guardava negli occhi. Ecco quindi Leia (Callie Haverda), la sua migliore amica Gwen (Ashley Aufderheide) e il fratello Nate (Maxwell Acee Donovan), la sua fidanzata Nikki (Sam Morelos) e gli amici Ozzie (Reyn Doi) e Jay (Mace Coronel), quest’ultimo frutto dell’amore di due dei personaggi più amati di That ’70s Show, quelli di Ashton Kutcher e Mila Kunis (coppia nella vita reale). Che ritornano in due divertenti cammei nell’episodio pilota e in quello finale, assieme ad altri protagonisti della vecchie serie come Topher Grace e Laura Prepon che ha diretto alcuni episodi tra cui il season finale e Wilmer Valderrama, alias Fes, sexy compagno della madre di Gwen e Nate. Senza dimenticare gli assi portanti dello show, Kurtwood Smith e Debra Jo Rupp. E per chiudere il cerchio, anche la sigla iniziale ricorda quella di That’70s Show, ma con uno spirito nineties dato dal chitarrista degli Smashing Pumpkins, James Iha. E da un montaggio forsennato, debitore di tanti show à la MTV come The Real World.
Nostalgia canaglia
C’è un alone nostalgico confortante che aleggia sulla serie creata da Bonnie e Terry Turner, insieme alla figlia Lindsey e a Gregg Mettler. Che poi è il motivo del successo della serie madre ambientata negli anni ’70. Ma è qualcosa che va al di là delle semplici citazioni di film e serie del periodo, da Batman Forever a Beverly Hills 90210 passando per Clerks e Free Willy, e che possiamo sintetizzare nell’ottimo lavoro di scrittura fatto sui singoli personaggi. In cui non possiamo non rivedere noi stessi alla loro età.
I protagonisti di That ’90’s sono adolescenti in crisi, certo, ma anche futuri adulti intelligenti e pieni di umorismo e umanità. Il 1995, cuore degli anni ’90, è un teatro perfetto allora per raccontare sogni e speranze di una generazione ancora senza internet, innamorata dei jeans a vita alta e affascinata dagli anni ’70 più che dagli ’80. E se Sex and the City non era ancora arrivato a mettere sotto sopra le certezze della vita sessuale delle americane, c’erano già state sitcom epocali come Friends a rimarcare l’importanza dell’amicizia nella vita di un essere umano.
Stand by me
L’elemento corale è strutturale nella serie. Tanto che la protagonista Leia (nomen omen) con i suoi turbamenti e il desiderio di essere amata per com’è sembra essere solo una parte dell’ingranaggio, importante ma non centrale. Tutto, nel bene e nel male, si condivide con la collettività, sotto la supervisione attenta e un po’ invadente dei grandi. Non solo coming of age (meno problematico di quello della Giovanna de La vita bugiarda degli adulti), ma anche esaltazione di uno dei topoi più solidi della narrazione televisiva e cinematografica: l’estate perfetta.
D’estate, lontane e lontani dagli obblighi della scuola, ragazze e ragazzi si mettono alla prova con nuovi desideri e speranze, è un tempo speciale di crescita e maturazione, magari non uguale per tutte e tutti ma sempre pieno di senso. E di anno in anno ci si ritrova diversi. Non è un caso che le stagioni successive saranno tutte ambientate esclusivamente in estate, per dare modo ai personaggi di crescere e fare le loro esperienze distanti gli uni dagli altri. Chi è stato quindicenne negli anni ’90 non aveva ancora il web a pieno regime. La sua vita scorreva tra una gita al mare, qualche tresca nel doposcuola e la visione dei telefilm rigorosamente in TV. E quindi, se nessuno ha mai più avuto amici come quelli che si avevano a 15 anni (ci perdoni Stephen King se abbiamo alzato l’età), That ’90s Show ci dimostra che l’amicizia è ancora e sempre un serbatoio inesauribile di storie.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
That '90s Show è un cerchio perfetto. Nostalgico quanto basta per farci dire "c'ero!", ma anche pungente e divertente quando mostra certi adulti squinternati. Ci è piaciuta perché racconta in maniera partecipe quel momento di transizione terribile e meraviglioso al tempo stesso che è l'adolescenza. Quella parte delle nostre vite in cui le cose semplici diventano difficilissime e, al contrario, i momenti più tosti vengono affrontati con coraggio. Vedetela senza troppi preconcetti e senza remore.
-
voto ScreenWorld