Miguel Sapochnik, co-showrunner di House of the Dragon, ha dichiarato che ogni drago della serie prequel de Il Trono di Spade avrà caratteristiche uniche e tutti loro saranno esteticamente molto diversi da Drogon, il drago visto nello show HBO conclusosi 3 anni fa. In Italia, la nuova serie debutterà su Sky Atlantic il 21 agosto in lingua originale con i sottotitoli, mentre dal 29 agosto gli episodi inizieranno ad essere rilasciati con doppiaggio in italiano.
Quando è arrivato il momento di creare i vari draghi che vedremo in House of the Dragon, il team dietro la serie ha puntato soprattutto a differenziarsi da quello che era stato già mostrato in Game of Thrones. Parlando con Empire, Miguel Sapochnik ha spiegato come i creatori abbiano caratterizzato ciascuno dei numerosi draghi che appariranno nello show. “Ho un libro che contiene centinaia di modelli concettuali“, ha detto lo showrunner, aggiungendo: “La prima cosa che vuoi è non fare un altro Drogon. Quindi ho escogitato un’intera teoria su come esistessero tre diversi tipi di draghi, basati sui loro diversi teschi. Abbiamo inventato diverse tipologie, alla fine, siamo tornati a Drogon“.
Era quindi difficile allontanarsi dal famigerato drago di Daenerys, ma Sapochnik e il suo team hanno lentamente trovato il modo di rendere unica ciascuna delle creature dello show. “Ogni nuovo drago ha la personalità di Drogon. Nell’ultima fase dell’animazione abbiamo però applicato tratti ben distinti a ciascuno dei draghi. Uno di loro ha una zampa in un modo particolare, un altro è molto più simile ad un’aquila. E un’altra è come una vecchia nonnina burbera“.
Il Trono di Spade presentava solo tre draghi, tutti cavalcati principalmente da Daenerys. House of the Dragon, invece, ne mostrerà oltre una dozzina e gli spettatori potranno vedere come ciascuno di questi si leghi a chi lo conduce. “C’è una connessione molto simbiotica tra loro“, ha detto Matt Smith, interprete di Daemon Targaryen, aggiungendo: “Devi padroneggiarlo fin dalla tenera età, e cercare di domarlo è un’esperienza che sfida la morte. In mancanza di una migliore analogia, mi viene da dire che è un po’ come Avatar“.