Ieri, nel corso della puntata di Che Succed3, Geppi Cucciari si è commossa ascoltando il racconto di Lucy Salani, donna transessuale di 98 anni sopravvissuta ai campi di concentramento. Salani ha raccontato la sua storia e la conduttrice non ha potuto fare a meno di emozionarsi ascoltando Lucy dire frasi come “volevamo tutti morire, ma eravamo troppo vivi per poterlo fare”. Potete vedere l’intervista nel video qui sotto.
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Geppi Cucciari ha provato a trattenere le lacrime ma non è riuscita a reggere l’emozione per la storia di Lucy Salani, che la donna transessuale, oggi 98enne, ha raccontato in collegamento dalla sua abitazione. Registrata all’anagrafe con il nome di Luciano, la Salani ha ispirato il documentario C’è un soffio di vita soltanto di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini. Lucy fu portata nel campo di concentramento di Dachau con una doppia accusa: diserzione e omosessualità. Qui svolse vari compiti “Prima portavo i cadaveri, poi ho lavorato alla stazione di Monaco dove facevo i binari. Alla fine mi hanno sparato, ma sono sopravvissuta”.
Rispondendo ad una domanda della conduttrice di Lucy Salani ha rivelato che la sua paura più grande, in quel periodo, era di essere viva: “tutti volevamo morire, ma eravamo troppo vivi per poterlo fare perché avevamo paura del dolore”. Salani ha poi ha continuando dicendo: “mi ha aiutato la forza di volontà, la forza del domani, la forza di essere liberata. Quando ero lì ho più volte perso la speranza, dicevo ‘qua ci lascerò il mio cadavere’”.
“Purtroppo è stato brutto, qualche volta ho preso qualche ceffone e qualche calcio” ha detto Lucy Salani riferendosi ha come ha vissuto la transessualità negli anni 30, e poi sul suo nome ha rivelato “Non ho mai cambiato il mio nome, tutt’ora mi chiamo Luciano nei documenti. Questo perché lo considero un nome sacro, me lo hanno dato i miei genitori, non posso cambiarlo!”. Su sollecitazione della conduttrice l’ospite ha anche rivolto un appello ai giovani, esortandoli a non arrendersi “continuate a lottare come ho fatto io, non ci sono i campi di concentramento, ma non devono arrendersi perché devono capire che noi siamo esseri umani”.
Le parole di Lucy hanno commosso Geppi Cucciari, che al termine del collegamento si è coperta il viso con le mani per non mostrare le lacrime alla telecamera.