Sulla scia del ribaltamento della legge Roe v. Wade da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti, Google ha reso noto che cancellerà in automatico la cronologia di chi cercherà online le cliniche per l’aborto e altri siti web medici per ricevere assistenza sanitaria e interrompere la gravidanza. Tali dati sarebbero infatti potuti finire, ad esempio, nelle mani delle forze dell’ordine negli stati in cui adesso abortire è illegale, permettendo così l’identificazione degli utenti.
“Oggi annunciamo che se i nostri sistemi identificano che qualcuno ha visitato uno di questi luoghi, elimineremo queste voci dalla Cronologia delle posizioni subito dopo la loro visita“, ha scritto Jen Fitzpatrick, vicepresidente senior per i sistemi e le esperienze principali di Google. In questo modo, il motore di ricerca tenterà di aiutare tutti coloro la cui libertà potrebbe essere fortemente limitata dalla tanto discussa decisione della Corte Suprema statunitense sul diritto all’aborto. L’elenco di eliminazione rapida include luoghi come centri di consulenza, centri di accoglienza per la violenza domestica, cliniche per aborti e centri di fertilità, considerati come ambiti “particolarmente personali”. Una decisione analoga è stata presa anche per Fitbit, il popolare braccialetto utilizzato per monitorare fitness e attività. “Gli utenti Fitbit che hanno scelto di tenere traccia dei loro cicli mestruali tramite l’app possono attualmente eliminare i registri delle mestruazioni uno alla volta e implementeremo aggiornamenti che consentiranno agli utenti di eliminare più registri contemporaneamente“, si legge nella nota.
Le informazioni cancellate potrebbero essere utilizzate per rintracciare gli utenti negli stati in cui l’aborto è ora illegale. Google non ha spiegato come avrebbe risposto alle richieste di dati da parte delle forze dell’ordine. Tuttavia, ha affermato che avrebbe “continuato ad opporsi a richieste eccessivamente ampie o altrimenti legalmente discutibili“.