Prima dell’uscita dei film di Villenueve, bisogna ricordare che Dune è stato adattato sia in un film che in una serie TV, che forse in pochi ricordano. L’adattamento cinematografico del 1984 diretto da David Lynch è uscito come lungometraggio, mentre la miniserie televisiva del 2000 Frank Herbert’s Dune e il suo seguito Frank Herbert’s Children of Dune sono stati prodotti per la televisione. Nel 2021 poi, è uscito un nuovo adattamento cinematografico diretto da Denis Villeneuve ed un seguito nelle sale da pochi giorni. Inoltre, è in fase di sviluppo una serie televisiva intitolata Dune: The Prophecy. Pertanto, Dune è stato effettivamente esplorato sia in formato cinematografico che televisivo. Ma ricordiamo insieme la miniserie del 2000.
La miniserie Dune, annunciata come Dune di Frank Herbert, è un adattamento televisivo in tre parti del romanzo del 1965. Andata in onda sul canale televisivo Sci-Fi Channel e con una durata di 3 ore e mezza ha dato la possibilità di trasporre in maniera più fedele le pagine del romanzo. Con un budget di 20 milioni di dollari, cifra quasi senza precedenti per una serie destinata a una uscita televisiva, era un progetto ambizioso per la neonata rete televisiva. La serie ha vinto un Emmy per gli effetti speciali ed è stata uno dei programmi più apprezzati del canale, il che le ha dato la possibilità di continuare a produrre prodotti ad alto budget.
La storia ricalca quella del romanzo. Nell’impero galattico in un lontano futuro, l’imperatore ordina alla famiglia Atreides di trasferirsi dal loro pianeta natale Caladan ad Arrakis, noto anche con il soprannome di Dune. Arrakis è un mondo desertico che rappresenta l’unica fonte della spezia, la risorsa più preziosa della galassia. Questo trasferimento è ufficialmente una promozione e una ricompensa per il servizio esemplare e la lealtà del Duca Leto Atreides, ma appare presto evidente che fa parte di un complotto degli Harkonnen, nemici ancestrali degli Atreides ed ex sovrani di Arrakis. Non avendo altra scelta che cadere nella trappola nella speranza di evitarne le conseguenze, gli Atreides si trasferiscono e cercano di stringere un’alleanza con i nativi Fremen per sopravvivere alle trame dei loro nemici.
Il cast era composto da star internazionali fra cui William Hurt nei panni del Duca Leto Atreides, Ian McNeice in quelli del Barone Vladimir Harkonnen, Giancarlo Giannini interpreta l’Imperatore Shaddam IV ed un esordiente Alec Newman era il protagonista Paul Atreides. Nel seguito del 2003 Frank Herbert’s Children of Dune, che combina i due romanzi cronologicamente successivi al primo, Messia di Dune e I figli di Dune, oltre al cast citato, vede anche la presenza di James McAvoy e Susan Sarandon.
Pur avendo il pregio di essere molto più attinente alla trama rispetto alle sue trasposizioni cinematografiche, un punto a sfavore della serie sono proprio gli effetti speciali che risentono di tutto il tempo trascorso. Ciononostante la storia si fa apprezzare, perché pur con i suoi limiti, è fondamentalmente corretta e coerente con l’anima del romanzo, non prendendosi troppe libertà. Inoltre risulta coinvolgente e le quasi quattro ore di visione non annoiano fra lotte di classe e sequenze di un certo impatto, soprattutto quelle dei giganteschi vermi del deserto.
Rispetto ai film di Villenueve possiamo subito notare un diversità nell’ambientazione che nei lungometraggi è fondamentalmente terrestre mentre nella serie la storia si svolge nello spazio. Le ambientazioni interne e gli esterni del pianeta sono realizzati con colori sgargianti, mescolando elementi di design eleganti e ultramoderni con costumi sontuosi e set elaborati che si discostano molto dalle cromie basiche dei film.
Una piccola curiosità: I costumi, firmati da Theodor Pištěk (che ha vinto l’Oscar per il film Amadeus), appaiono ispirati ai disegni di Moebius, autore francese di fumetti che, in effetti, disegnò anni prima lo storyboard per la produzione mai realizzata del film di Alejandro Jodorowsky.