Sebbene Una poltrona per due si sviluppi intorno ai personaggi interpretati da Dan Aykroyd ed Eddie Murphy, Timothy Harris, co-sceneggiatore del film, per i due anziani fratelli Randolph e Mortimer Duke si è ispirato a due miliardari che giocavano a tennis nel suo quartiere. L’idea prese pian piano corpo, l’ambientazione fu spostata dai campi di tennis ai corridoi del mondo della Borsa statunitense e la leggenda prese forma, passo dopo passo.
Timothy Harris, prima di Una poltrona per due, aveva scritto la sceneggiatura di una sola pellicola, Agenzia divorzi. Per questo, quando ebbe l’idea del suo secondo film, viveva ancora in un quartiere a rischio, con strade frequentate da prostitute e rapinatori. Timothy andava a giocare a tennis nella struttura del quartiere, qui gli capitava di incrociare due anziani fratelli, molto ricchi ed avari, tanto tirchi che preferivano giocare su quei campi perché gli veniva a costare di meno.
I due fratelli, che nel film sarebbero diventati Randolph e Mortimer Duke, ad ogni partita scommettevano tra loro 50 centesimi. Harris ha ricordato: “In una mattinata molto calda ho giocato con loro, quando sono tornato a casa ho pensato ‘Dio, non voglio più giocare con queste persone, sono terribili’“. Passata la rabbia, Timothy intuì che quella poteva essere la base per una buona sceneggiatura, delineò il profilo della trama e lo portò a Herschel Weingrod, suo amico e co-sceneggiatore, insieme avevano lavorato ad Agenzia divorzi. E, come si dice in questi casi, il resto è storia.
Il titolo della sceneggiatura originale era Black and White, trasformato poi in Trading Places. John Landis lo liquidò definendolo “Una stronzata“. Poi, anni dopo, potenza del karma, si ritrovò a dirigere Black or White, il videoclip che accompagnava il brano di Michael Jackson.