Sister Act – una svitata in abito da suora è parzialmente ispirato ad una storia vera, così come il personaggio interpretato da Whoopi Goldberg nella pellicola diretta da Emile Ardolino è ispirato ad una suora veramente esistita, Madre Dolores Hart, con un passato di attrice e ballerina. Ma, nel corso degli anni, altre religiose hanno rivendicato il ruolo di muse ispiratrici del personaggio di Deloris Van Cartier, in arte Suor Maria Claretta. Facciamo ordine in questa storia, finita per ben due volte in tribunale.
Lo sceneggiatore di Sister Act, Joseph Howard durante la stesura dello script cercò ispirazione in un monastero del Connecticut. L’autore si recò all’abbazia benedettina di Regina Laudis per incontrare Madre Dolores Hart. La religiosa in passato era stata un’attrice, una cantante ed anche una ballerina. La suora aveva recitato in film come Appuntamento fra le nuvole e La spiaggia del desiderio. Dalla chiacchierata tra Madre Dolores Hart, e Joseph Howard nacquero le prime pagine di quella che poi sarebbe diventata la sceneggiatura di uno dei film più amati.
Ma le controversie su Sister Act iniziarono un anno dopo l’arrivo della pellicola nelle sale. Il 10 giugno 1993, l’attrice Donna Douglas e il suo partner Curt Wilson della Associated Artists Entertainment, Inc., iniziarono una causa da 200 milioni di dollari contro la Walt Disney Company, Whoopi Goldberg Bette Midler. I due sostenevano che il film era un plagio del libro A Nun in the Closet, di proprietà della loro società. Douglas e Wilson affermavano che, nel 1985, avevano sviluppato una sceneggiatura basata sul libro, e che la stessa, tra il 1987 e il 1988, era stata presentata per tre volte alla Disney, alla Goldberg e a Midler. Nel 1994, Douglas e Wilson rifiutarono un’offerta da un milione di dollari, convinti di vincere la causa. Il giudice, invece si espresse a favore della Disney e degli altri imputati. Wilson alla lettura della sentenza disse: “Avrebbero dovuto copiare il nostro libro alla lettera per farci vincere la causa“.
Anni dopo, nel novembre 2011, una suora di nome Delois Blakely ha intentato una nuova causa contro la Walt Disney Company e la Sony Picturesn sostenendo che Sister Act si basava su The Harlem Street Nun, la sua autobiografia pubblicata nel 1997. La religiosa canterina, come si definiva, Delois Blakel, aveva parlato con un dirigente della Tri-Star Pictures che, interessato al libro, aveva scritto una rapida sinossi di tre pagine. La suora citò in giudizio la Disney per “violazione del contratto, appropriazione indebita di sembianze e arricchimento ingiusto“. All’inizio di febbraio 2013, la Corte Suprema di New York ha archiviato la causa con pregiudizio, senza concedere alcun risarcimento a Blakel.