Sono emersi ulteriori dettagli sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, uno dei misteri irrisolti che avvolge l’Italia. Sulla morte del poeta e regista non si conosce la verità ma una delle supposizioni che si è fatta negli anni riguarda il furto di alcune pellicole del film Salò o le 120 giornate di Sodoma. Le pellicole vennero rubate e sarebbero servite da esca per quello si pensa sia stato un omicidio premeditato che coinvolge la famosa Banda della Magliana, una banda della malavita romana dell’epoca.
Come riporta l’ANSA: “L’omicidio di Pier Paolo Pasolini potrebbe essere legato al furto delle pellicole originali di alcune scene del suo film ‘Salò e le 120 giornate di Sodoma’, che era ancora in produzione: lo scrittore e regista sarebbe andato all’Idroscalo di Ostia, dove poi è stato ucciso, proprio per riuscire a recuperarle. È questa l’ipotesi che emerge dalla relazione finale della Commissione parlamentare Antimafia della scorsa legislatura, resa nota oggi In questa ipotesi, aggiunge la Commissione, sarebbero coinvolti nel delitto “gruppi malavitosi di rilievo” come la Banda della Magliana. Nella relazione depositata dalla Commissione viene anche precisato che ‘appaiono ormai del tutto improbabili soluzioni di carattere giudiziario, ma resta utile, in prospettiva storica, che le ricerche sul movente e sulle modalità dell’aggressione che causarono la morte di Pasolini, entrambe mai chiarite, siano eventualmente riprese alla luce dei pur embrionali rilievi emersi dalla attività della Commissione di inchiesta’“.
Anche in passato, l’avvocato della famiglia Pasolini aveva portato avanti questa ipotesi già nel 2016: “Pasolini è stato ucciso per quello che aveva scoperto, per quello che diceva e scriveva sui principali giornali italiani. Era arrivato a dei documenti evidentemente troppo importanti”. Negli anni della sua attività come regista, il film Salò e le 120 giornate di Sodoma ha rappresentato un vero e proprio scandalo. Ambientato tra il 1944 al 1945 nella terra della Repubblica di Salò, ovvero nel nord Italia, zona occupata dai nazifascisti, la pellicola era divisa in quattro gironi: l’Antinferno, il Girone delle Manie, il Girone della Merda e il Girone del Sangue. Dopo la morte del regista il film vede la luce per poi essere sequestrato nel 1976 e riammesso nel 1978.