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    Home » Cinema » Ultime news cinema » Interstellar, la frase sull’amore: testo e significato

    Interstellar, la frase sull’amore: testo e significato

    Testo e significato della frase sull'amore pronunciata in Interstellar, film di Christopher Nolan con Matthew McConaughey e Anne Hathaway.
    Benedetta RomoliDi Benedetta Romoli13 Settembre 2023
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    un'immagine di Interstellar
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    Nel film Interstellar è contenuta una frase sull’amore che avviene in un dialogo fra i due protagonisti Cooper e Amelia. Di seguito vi riportiamo il testo del dialogo:

    Amelia Brand: “L’amore non è una cosa che abbiamo inventato noi. È misurabile, è potente. Deve voler dire qualcosa.”
    Cooper: “L’amore ha un significato, sì. Utilità sociale, solidarietà, allevare bambini…”
    Amelia Brand: “Amiamo persone che sono morte. Qui non c’è un’utilità sociale.”

    Cooper: “Non c’è.
    Amelia Brand: “Forse vuol dire qualcosa di più, qualcosa che non possiamo ancora afferrare. Magari è una testimonianza, un… un artefatto di un’altra dimensione che non possiamo percepire consciamente. Io sono dall’altra parte dell’universo attratta da qualcuno che non vedo da un decennio, una persona che forse è morta. L’amore è l’unica cosa che riusciamo a percepire che trascenda dalle dimensioni di tempo e spazio. Forse di questo dovremmo fidarci, anche se non riusciamo a capirlo ancora. Va bene, Cooper. Sì, anche la minima possibilità di rivedere Wolf mi entusiasma. Non vuol dire che abbia perso il controllo.”
    Cooper: “Onestamente Amelia, può darsi.”

    Scopriamo il significato di questo dialogo e della frase sull’amore. Il dialogo fra i due scienziati mette in risalto due concezioni inizialmente opposte sul significato dell’amore: quella spiccatamente razionale di Cooper, per il quale l’amore è un costrutto biologico con una funzione specifica, e quindi utilitaristica, legata alla sopravvivenza e alla riproduzione della specie, prontamente smontata dall’osservazione della biologa interpretata da Anne Hathaway. Continuare a provare amore nei confronti delle persone morte è la prova che il senso dell’amore non risiede nella sua utilità.

    Di fronte all’impossibilità della scienza, ad oggi, di fornire un significato ultimo di un sentimento così potente e costitutivo delle nostre esistenze (di fatto può limitarsi a descrivere il substrato biologico neuronale cui si accompagna, senza poterne identificare il perché) ha quindi più senso interrogarsi sul suo valore misurabile soggettivo. Constatare che l’amore trascende le categorie di spazio e tempo (categorie fondative della scienza e alla base della conoscenza empirica) significa riconoscerla come una forza attrattiva cui possiamo semplicemente affidarci, arrenderci. Forse, smettendo di cercare di comprenderla con strumenti scientifici, possiamo aprirci a nuove prospettive. Quali che siano (“un artefatto di un’altra dimensione che non possiamo percepire consciamente“, come prova a suggerire Amelia), resta un percorso tanto individuale quanto collettivo.

    Nel film Interstellar il regista Nolan riesce a intrecciare in modo mirabile ed emozionante le più sfidanti teorie quantistiche con l’umanità dei suoi protagonisti attraverso il filo invisibile e tenace dell’amore: un campo di attrazione che non sottostà ad alcuna legge conosciuta, una forza motrice che spinge ad attraversare gli oceani dello spazio.

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