La star de Il grande Lebowski, Jeff Bridges, ha riflettuto sul perché il film ha impiegato un po’ di tempo per diventare un classico. Nel film dei fratelli Coen, presentato per la prima volta nel 1998, Bridges interpreta un personaggio che viene coinvolto nel mondo del crimine quando viene scambiato per un boss omonimo. Il film, interpretato anche da John Goodman, Steve Buscemi, Tara Reid, Julianne Moore, David Huddleston, John Turturro e Philip Seymour Hoffman, è diventato un cult solo dopo la sua prima uscita, quando ha recuperato a malapena i 15 milioni di dollari di budget al botteghino nazionale.
L’Hollywood Reporter ha recentemente incontrato Bridges per celebrare il 25° anniversario de Il grande Lebowski. La star ha espresso la sua costernazione per il fatto che il film non ha avuto un grande successo, come si aspettava. Suppone che “la gente non l’abbia capito”, potenzialmente a causa del suo unico senso dell’umorismo: “Pensavo che sarebbe stato un grande successo. Sono rimasto sorpreso quando non ha avuto molto riconoscimento. La gente non l’ha capito, o qualcosa del genere“.
In occasione del suo 25° anniversario, Il grande Lebowski è diventato un classico del mainstream tanto da meritare questo tipo di tributo retrospettivo. Ora, gli elementi del film, tra cui il nome Drugo e le battute sono riferimenti iconici della cultura pop. Infatti, in una clip dei Golden Globes che celebrava un premio alla carriera per Bridges nel 2019, la star di 1883 Sam Elliott ha ripreso il suo ruolo di misterioso narratore del film, sottolineandone l’importanza nella carriera complessiva della star.
Tuttavia, per guadagnarsi lo status attuale, il film ha dovuto costruire lentamente un culto nel corso del tempo. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila, il film è sopravvissuto grazie a molti fanatici del cinema, come se stessero scoprendo qualcosa di veramente speciale. Il successo del passaparola ha spinto il film verso le vette della coscienza pubblica molto più di quanto avrebbe potuto fare la sua uscita nelle sale, trovando il pubblico più in sintonia con il suo tono eccentrico.